Se in Puglia si introducesse il canone di concessione del 20 per cento del prezzo di vendita, come accade in Gran Bretagna, la Regione Puglia potrebbe incassare ogni anno 22 milioni di euro. E’ quanto afferma Legambiente Puglia che ha illustrato i dettagli del rapporto annuale sulle cave. "Il nostro obiettivo - spiega il presidente pugliese, Francesco Tarantini - è di fornire un quadro aggiornato della situazione in un settore dove i guadagni sono miliardari a fronte di pochi euro lasciati al territorio". In Puglia, sono presenti 339 cave attive, 550 quelle dismesse o abbandonate. Sabbia e ghiaia sono i materiali principalmente estratti per un totale di 7,3 milioni di metri cubi, seguiti da calcare con 4,2 milioni di metri cubi, pietre ornamentali quasi un milione di metri cubi e argilla con 755 mila metri cubi. In Puglia si sono estratti nel 2010 di soli inerti 7,3 milioni di metri cubi che fruttano un guadagno di 91,5 milioni di europer i cavatori che nulla dovevano alla regione fino a qualche mese fa. "Finalmente, dopo una lunga battaglia di Legambiente, - continua Tarantini - è stato fatto un passo in avanti nella nostra regione con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della tabella che stabilisce gli oneri che i cavatori dovranno per il momento versare in base alla superficie occupata dalle attività estrattive. Auspichiamo che si passi, nel più breve tempo possibile, a tariffe proporzionate alla quantità di materiale estratto". Accanto a nuove regole, occorre puntare sull’innovazione perché l’attività estrattiva può diventare, come negli altri Paesi europei, un settore di punta della green economy che può fare a meno di cave puntando sul recupero degli inerti provenienti dall’edilizia. In pochi anni è possibile raggiungere risultati rilevantissimi attraverso l’obbligo di utilizzare materiali provenienti dal riciclo degli inerti edili da utilizzare al posto di quelli provenienti dacava per infrastrutture e costruzioni, visto che oggi hanno prestazioni assolutamente identiche. Basti dire che mentre da noi siamo ancora al 10% di materiali riciclati provenienti dall’edilizia, in Germania si arriva all’86,3 % (erano al 17 nel 1999), in Olanda al 90%, in Belgio all’87% e la Francia in 10 anni è passata dal 15% al 62,3%. Anche in Puglia purtroppo non mancano casi di illegalità legati alle attività estrattive, compresi i casi in cui le cave diventano luoghi ideali, per le ecomafie, nei quali conferire rifiuti di ogni genere. A Grottaglie (TA), i Carabinieri del Nucleo Tutela Ambiente hanno sequestrato un’area di 70.000 mq, in cui si estraevano illegalmente blocchi di tufo. Mentre a San Nicandro (FG), i Carabinieri hanno sequestrato una cava di oltre 10.000 mq diventata discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi.Piero Ricci-la repubblica
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