Puglia, la mappa del mare inquinato
 











In Puglia, su nove punti "critici" rilevati dalle analisi del laboratorio mobile di Goletta verde, la situazione più preoccupante, secondo Legambiente che oggi ne ha presentato i dati, riguarda Trani e la foce di canale Reale nell’area marina protetta di Torre Guaceto (Brindisi). "Il dato - ha commentato l’assessore alle Aree protette della Regione Puglia, Angela Barbanente - fa riflettere sulle aree protette che, come qualsiasi porzione del territorio, hanno relazioni intense con ciò che le circonda per cui la battaglia per la loro qualità si gioca largamente a monte. Perciò da tempo parliamo di reti ecologiche e di un piano paesaggistico regionale in cui la visione di tutela del paesaggio sia globale".
"Torre Guaceto preoccupa anche perché - ha spiegato il presidente regionale di Legambiente, Francesco Tarantini - all’inquinamento di canale Reale potrebbe aggiungersi a breve quello dello scarico di Carovigno". Dunque in Puglia i punti criticirilevati sono nove, di cui quattro fortemente inquinati, ovvero con inquinamento pari almeno al doppio dei limiti previsti per la balneazione, a Trani, Torre Guaceto, Le Forcatelle a Fasano (Brindisi) e la foce del fiume Paternisco a Massafra (Taranto); e altri 5 inquinati tra cui la zona di Pane e pomodoro a Bari, il canale dei Capi a Lizzano (Taranto), il Canale Gianicola a Torre Testa (Brindisi), Foggiamare a Zapponeta e Torre Mozza a Serra Capriola (Foggia).
"Le nostre analisi di laboratorio non tendono a sottrarre lavoro alle Agenzie per l’ambiente, che certificano la balneabilità delle acque - ha sottolineato il responsabile scientifico di Legambiente, Stefano Ciafani - ma ad aprire una finestra sulle criticità perchè siano risolte; per questo ad esempio invitiamo il sindaco di Trani, comune a cui per il secondo anno abbiamo assegnato la maglia nera dell’inquinamento, ad attivare percorsi istituzionali che sanino una situazione non degna invece di polemizzare con noi come giàsuccesso".
"Tutte le situazioni si verificano a foci di fiumi o per scarichi fognari di comuni dell’entroterra meno attenti all’inquinamento del mare - ha spiegato ancora Ciafani - e questo è un problema che riguarda tutta l’Italia ancora non in regola con la direttiva europea del 1991 sulla depurazione delle acque reflue. Ci sono 168 comuni, di cui 12 in Puglia, non a norma e preferiremmo che i soldi dei cittadini fossero spesi per avviare i cantieri per i depuratore piuttosto che - ha concluso - per pagare multe alla comunità europea".










   
 



 
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