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Dopo il referendum, -la Svizzera, patria del colosso del biotech Syngenta, mostra di avere a cuore la sicurezza alimentare, la salute e l’ambiente. Il bando agli Ogm è una misura importante: il Governo e le regioni italiane devono muoversi nella stessa direzione. E' andata bene. Le oltre 170 regioni ogm-free d'Europa tornano dalla conferenza di Vienna sulla coesistenza tra colture transgeniche e colture tradizionali con alcuni importanti obiettivi raggiunti. Nei tre giorni di lavori che hanno coinvolto più di 600 delegati, anche grazie a una marcia di 10 mila persone, è stata riaperta la possibilità che gli enti locali possano bandire dal loro territorio le coltivazioni gm. E' scritto nero su bianco nelle conclusioni relazionate dal ministro all'ambiente e all'agricoltura austriaco, Josef Proell. E persino Dirk Anner, portavoce del commissario Ue dell'Agricoltura Mariann Fischer, che da sempre oppone alle scelte delle regioni i diktat dellalibertà del mercato, ha dovuto ammette che «in alcuni casi la coesistenza potrebbe non essere realizzabile e quindi bisogna trovare altre soluzioni». Non solo. «Sono state messe ufficialmente in discussione la trasparenza e l'imparzialità del lavoro dell'agenzia scientifica europea (Efsa) che sempre ammette gli ogm - spiega Simona Capogna di Verdi Ambiente e Società (Vas) - e si è riconosciuto che a livello economico la scelta ogm è un suicidio. E poi le lobby del biotech non sono state per niente contente del summit perché non lo hanno potuto controllare». La battaglia continua e domani si celebra la giornata mondiale contro gli ogm con migliaia di appuntamenti, dall'Australia a Panama, da Parigi a Seattle, dall'India all'Africa.
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