Il collettivo PrecariaMente condivide la necessità di costruire un cantiere per l’alternativa alla Roma di Alemanno lanciato nell’appello apparso su il manifesto di alcuni giorni fa. E’ un vento nuovo, il vento di un popolo che ha voglia di cambiamento: gli uomini e le donne che in questi mesi sono scesi nelle piazze italiane per le battaglie referendarie ci dicono questo. E lo sottolineano nei risultati delle scorse elezioni amministrative: ci dicono che non vogliono minoritarismi, che vogliono "osare" laddove ci sia una reale alternativa resa possibile dalle forze in campo, che vogliono unità e autonomia della sinistra. Il popolo richiede alla sinistra di superare le divisioni interne e un rilancio dei contenuti, che per natura devono essere orientati nella direzione in cui questo vento soffia. Non si può non cogliere questi segnali dati dal popolo che democraticamente si è espresso nelle scorse consultazioni elettorali. Un popolo che ha messo inrilievo come la battaglia per i beni comuni vada al di là della singola battaglia referendaria e sia di ampio respiro, un popolo che vuole tornare protagonista. Cogliamo quindi con entusiasmo e condivisione l’appello apparso lo scorso 19 luglio su il manifesto, "Perché il vento non si fermi. Roma: aprire il cantiere dell’alternativa", che va esattamente in questo senso. Il percorso dei beni comuni ha segnato per molti di noi l’intreccio con esperienze nuove e differenti, con le quali non si può esimersi dal confrontarsi. E ha tracciato un filo, che può essere la nostra bussola, quello dei beni comuni: lo stesso popolo che si è battuto contro la privatizzazione dell’acqua e contro il nucleare è lo stesso popolo che richiede altri beni comuni, come il lavoro, la fruizione della cultura e il principio d’eguaglianza così come sancito dall’art. 3 della Costituzione. Il laboratorio politico è in continua evoluzione, come lo è la società in cui noi stessi agiamo il conflitto: unasocietà complessa e in continuo mutamento. Un welfare assente o quando c’è subordinato alle politiche familiste delle destre; l’assenza di politiche abitative conseguenti ad una speculazione edilizia; il tentativo o la riuscita privatizzazione di qualsivoglia diritto: dall’acqua ai consultori; la precarietà; l’assenza di un reddito minimo garantito che garantisca a tutt* noi la possibilità di scegliere quale lavoro poter fare e quindi avere un lavoro liberato che sia un diritto e non solo un dovere o, ancor peggio, un lavoro per sopravvivere; i tagli alla cultura e al diritto allo studio; i migranti e le migranti, punto nevralgico di una società dove la diseguaglianza cresce sempre più: questi sono solo alcuni dei punti che segnano una società che non riesce ad uscire dalla crisi che la attraversa, anche a causa delle politiche di destra che governano la città. Una crisi economica alla quale si fa fronte con una Finanziaria che non fa altro che impoverire ancor di più le fasce deboli,a livello nazionale così come a livello locale; una crisi economica alla quale segue una crisi dei diritti, in disaccordo - un esempio su tutti - con i principi fondamentali richiamati dalla nostra Carta Costituzionale. La complessità che viviamo e che agiamo è tale che rende necessario uno sforzo da parte di noi tutti: movimenti, associazioni, partiti politici, collettivi e laboratori. Dobbiamo intrecciare i nostri percorsi con umiltà e un serio spirito di confronto, senza pregiudizi ma pensando che nessuno di noi ha la verità precostituita. Noi tutti dobbiamo metterci a disposizione della sfida che ci viene data dal "vento di cambiamento", senza identitarismi. In questa complessità dobbiamo avere l’umiltà di porci in posizione di ascolto, di reale ascolto, verso chi vive il conflitto sulla propria pelle. Dobbiamo accogliere le richieste e farci promotori e promotrici di reali politiche di sostegno ai protagonisti della società: gli eroi dei nostri tempi sono loro. Vaevidenziato ancora una volta che dobbiamo, quindi, superare le nostre divisioni interne e fare fronte comune contro le politiche di destra che mal governano i territori nei quali ci muoviamo: dobbiamo costruire l’alternativa insieme, e non c’è modo migliore di farlo se non quello di un confronto programmatico, come suggerisce anche il portavoce della Federazione della Sinistra, Fabio Alberti. Per questi motivi il collettivo PrecariaMente, intende non solo aderire all’appello "Perché il vento non si fermi. Roma: aprire il cantiere dell’alternativa", ma intende mettersi a disposizione di tutte le realtà che vorranno collaborare a dei progetti comuni, a partire dalle realtà promotrici dell’appello. Riteniamo sin da sempre che il confronto e l’unità della sinistra sia l’unica strada possibile per un reale cambiamento dell’esistente. Il nostro obiettivo, come collettivo, è quello di agire il conflitto: per fare questo crediamo che sia più che mai prezioso uno spazio di confronto con lediverse realtà che operano nei territori e trovare, dove possibile - e dobbiamo fare in modo che sia quasi sempre possibile -, un campo di azione comune. Per fare questo, infine, pensiamo che ci sia bisogno non solo di partecipazione alla vita politica della società di tutti gli uomini e le donne che costituiscono la società stessa, ma anche un programma critico verso alcune scelte del passato con nuovi elementi di lettura del presente accompagnati anche, ove possibile, da un ricambio generazionale che permetta una lettura dell’esistente maggiormente al passo con i tempi che proviamo ad interpretare. La sfida, si intuisce, è elevata ma non possiamo sottrarci ad essa. Seguiamo il vento di cambiamento e facciamo in modo che continui a soffiare. *PrecariaMente-Valentina Greco
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