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Taranto e fabbriche, diffida degli ambientalisti
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Il coordinamento di cittadini e associazioni ambientaliste ’Altamarea’ di Taranto ha inviato una lettera-diffida al ministro dell’Interno Roberto Maroni (e per conoscenza al ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, al sindaco e al presidente della provincia di Taranto) chiedendo un immediato intervento per fronteggiare la grave situazione dell’inquinamento prodotto dalle grandi industrie nel capoluogo jonico. Nella lettera si chiede tra l’altro di verificare "le responsabilità" che gli stessi ambientalisti intravedono "soprattutto nelle strutture decentrate e nelle persone, inclusi i Prefetti ed i Comandanti regionali e provinciali dei vigili del fuoco che si sono succeduti nel tempo a Taranto, persone o timorose di affrontare poteri forti o comunque succubi dei cavilli e dei formalismi opposti dalle aziende". Il coordinamento di associazioni ambientaliste contesta il rilascio dell’Aia(Autorizzazione integrata ambientale) allo stabilimento Ilva, ritenuto "il principale responsabile dell’inquinamento di origine industriale che fa di Taranto la città più inquinata d’Europa" e fanno presente che la città "da una decina di anni risulta essere priva di Certificato Prevenzione Incendi (CPI) e di nulla osta sull’analisi di rischio di incidente rilevante, pilastri della sicurezza generale". Altamarea ricorda che "la gravità eccezionale della situazione di Taranto è testimoniata dagli innumerevoli procedimenti giudiziari in corso contro proprietà e dirigenza Ilva". "Preghiamo il Ministro - conclude il coordinamento - di voler esercitare il suo potere per rimettere tutto sui binari della legalità e del rispetto delle norme. Guai se si dovesse verificare un incidente, anche meno grave di quello occorso alla ThyssenKrupp di Torino, ed accertare in tale dannata occasione che tante iniquità sono state commesse nel campo della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, con laconsapevolezza delle Autorità competenti".
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