Fabrizio Cicchitto sbaglia. Il centrodestra che litiga sulla manovra economica non è alle prese con un semplice «nodo politico», ma con un cappio che, più passano i giorni, e più si stringe attorno al collo della maggioranza. Hanno approvato un decreto appena una settimana fa e ora tutti, compresi i ministri, lo vogliono cambiare, spaventati dalle conseguenze politiche del massacro sociale proposto agli italiani. Tra fronde di parlamentari, insulti personali e la riproposizione di proposte tra loro inconciliabili, il «confronto costruttivo» tra governo e maggioranza, auspicato dal presidente dei deputati del Pdl, rischia di creare lacerazioni ancora più profonde all’interno del suo partito e nei rapporti con l’alleato leghista, a partire dalla discussione che inizierà in Senato la settimana prossima. Torna in alto mare la partita sulle pensioni. Le presunte aperture del Carroccio sono state seccamente smentite ieri da Roberto Calderoli: «Hoparlato con Tremonti, lunedì faremo le nostre proposte», annuncia il ministro. Mastica amaro il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, il quale aveva invece sperato nel «buon senso» del leader della Lega, Umberto Bossi. In ogni caso il vero nemico dei frondisti del Pdl rimane il ministro dell’Economia: «Tremonti? Un arrogante», attacca Crosetto, da sempre ascoltato collaboratore del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Come se non bastassero le beghe interne alla maggioranza, ieri è arrivato l’attacco dei vescovi alla manovra. Secondo la Chiesa italiana, invece di colpire le famiglie, bisognerebbe preoccuparsi di far pagare le tasse a chi non le paga. «Le cifre dell’evasione fiscale sono impressionanti, ben oltre qualunque debito pubblico», scandisce da Madrid il cardinale Angelo Bagnasco. «Da quale pulpito», ribattono i Radicali italiani. «Sarebbe stato bello - commenta Mario Staderini - sentire dal presidente della Cei una disponibilità a dimezzare l’8 per mille o arinunciare alle esenzioni su Ici e Ires per le attività commerciali. Inizino loro a pagare le tasse, altrimenti varrà il detto popolare "predica bene e razzola male"». Sulle famiglie «ha ragione Bagnasco», interviene il ministro Gianfranco Rotondi, favorevole all’azzeramento delle province e al dimezzamento delle Regioni. Esattamente quello che la Lega non vuole, mentre il Pd insiste sul dimezzamento del numero dei parlamentari. «Sarà nelle prossime settimane una nostra priorità», assicura il capogruppo alla Camera Dario Franceschini, rispondendo a una sollecitazione di Walter Veltroni. Non sapendo che pesci pigliare, nella maggioranza si pensa a nuove dismissioni del patrimonio dello Stato per trovare risorse aggiuntive. Nel "mirino" potrebbero esserci le caserme (in molti casi si tratterebbe di aree edificabili e quindi con un elevato valore di mercato) ma anche gli uffici della pubblica amministrazione. La gestione dell’operazione potrebbe essere affidata a Fintecna, con iltrasferimento alla società di una quota degli immobili in cambio di liquidità immediata. Nel frattempo cala le carte Luca di Montezemolo, l’imprenditore che alcuni vedrebbero bene alla guida della coalizione anti-Berlusconi. Peccato che il pacchetto di proposte presentato ieri dall’associazione "Italia Futura", che fa capo a lui, sia pieno di proposte indigeribili per chiunque sia minimamente di sinistra. A cominciare proprio dal bluff sulla patrimoniale: prevedere una imposta - sia pure permanente - di appena lo 0,5% e solo sulle ricchezze superiori ai dieci milioni di euro è una barzelletta, al confronto con quello che propone negli Usa il miliardario Warren Buffet. Montezemolo vorrebbe anche azzerare le pensioni di anzianità: «Basta con i conservatorismi di destra e di sinistra», grida "Italia Futura". Proposte condivisibili per il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, che giudica «interessante anche l’ipotesi di un unico contratto a tempo indeterminato, che protegga dallicenziamento senza giusta causa ma consenta di licenziare per veri motivi economici». Paolo Ferrero scuote la testa: «Invece di continuare a somministrare al malato la medicina neoliberista che l’ha portato in coma», proponendo «cose folli e ulteriormente recessive, come il pareggio di bilancio», occorre «obbligare la Bce - spiega il segretario nazionale di Rifondazione comunista - a finanziare la riconversione ambientale dell’economia e la piena occupazione, nazionalizzare le grandi banche, tassare pesantemente i capitali finanziari». Ro. Fa.
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