I maroniani scaricano Berlusconi per Casini
 











C’è chi aspetta solo il via libera della Camera alla manovra per dare fuoco alle polveri e tirare fuori i rospi ingoiati in questi bollenti mesi estivi.  Il sindaco di Roma Alemanno è già venuto fuori allo scoperto chiedendo al segretario del Pdl Alfano di "aprire una profonda verifica politica e programmatica, cominciando dalla maggioranza di governo e di andare al confronto con la Lega". Una richiesta formale, che malcela malumori profondi annidati soprattutto del Pdl romano nei confronti del Carroccio: sono infatti all’ordine del giorno  le polemiche su Roma capitale sollevate dai ministri e sindaci leghisti che a gran voce chiedono al governo di smantellare i privilegi di cui gode la capitale. Ma è soprattutto la Lega ad essere in subbuglio: la frattura tra maroniani e bossiani si è ulteriormente approfondita. Una frattura che si riflette nella base ormai disorientata e che vorrebbe un ritorno al Carroccio duro e putod’antan.
Proprio i maroniani sono quelli più orientati a staccare la spina al governo Berlusconi. Del resto al raduno di Pontida del giugno scorso più di un supporter del ministro dell’Interno, veneti su tutti, chiedeva, così come la base, che fosse Maroni a sostituire Berlusconi a Palazzo Chigi. Ma i tira e molla sulla manovra hanno dato linfa e ingrossato la fronda nel Carroccio, tanto che fonti leghiste, contattate da Affaritaliani.it, che vogliono rimanere rigorosamente anonime, parlano apertamente anche di un patto con l’Udc piuttosto che rimanere ancorati a Berlusconi: "La nostra base- confessa un leghista della prima ora - ne ha già ingoiate tante, per questo l’alleanza con Casini sarebbe il male minore".  Insomma, dopo la manovra non è escluso che si arrivi al redde rationem  che potrebbe portare ad una  prematura conclusione della legislatura. A quel punto si aprirebbero scenari diversi e starebbe a Giorgio Napolitano prendere direttamente il timone dellabarca. Daniele Riosa-affaritaliani









   
 



 
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