SALUTE E POLITICA
 







Jenny Varlotta




Il Patto per la Salute è un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema. Lo Stato si è impegnato ad assicurare 104.614 mil. di euro per l’anno 2010 e 106.934 mil. di euro per l’anno 2011, un incremento del 2,8% per l’anno 2012. (Ministero della salute). Quindi per l’anno 2012,lo Stato s’impegna ad assicurare risorse aggiuntive tali da consentire questo incremento. La regione deve poi presentare il piano di rientro,il Consiglio dei Ministri accetta la sua adeguatezza. In caso  di risconto positivo il piano viene attuato dalla regione,in caso d’insufficienza del piano la regione viene commissariata e scattano automatismi (innalzamento aliquote IRPEF e IRAP,blocco del turn over divieto dieffettuazione di spese non obbligatorie,decadenza dei direttori generali delle aziende sanitarie e delle aziende ospedaliere). E’ così che funziona.
Questo vuol dire che a mettere le mani in tasca siamo sempre noi,ma garanzia sulla qualità dei servizi non c’è,intanto però fanno pagare. I potenziamenti ci sono solo sulla carta,ma gli investimenti?Si riducono le risposte ospedaliere,ma si dovrebbero potenziare almeno le realtà extraospedaliere o quelle che rimangono in vita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS ha più volte posto l’attenzione sul fatto che la salute è il risultato di aspetti macro e micro sociali ed economici,politici connessi in particolare alle problematiche lavorative,delle condizioni di legalità,o meglio di illegalità in cui vive una popolazione. Per una mobilitazione capace di evitare sprechi nella sanità e utilizzare le risorse disponibili per affermare insieme il diritto alla Salute e al Lavoro,alla casa,alla pace,alla giustizia,alla legalità,occorreassumere,nella concretezza,alcune elaborazioni,acquisizioni d’ordine culturale,politico e sociale. Sono proprio gli aspetti sociali,economici e politici alla base della diffusione della maggior parte delle patologie. Bisogna rimettere al centro il tema Salute,bisogna individuare l’area degli sprechi e delle tangenti,l’utilizzo distorto delle prestazioni che assicurano gli interessi di un Apparato medico- industriale “insaziabile”. Bisogna recuperare le risorse rivenienti dalla confisca dei beni ai mafiosi,esigendo che la legge sull’uso sociale dei beni confiscati si estenda anche ai corruttori e corrotti e che tali risorse vengano utilizzate per ridare servizi ai cittadini,quei servizi sottratti a causa della malasanità imperante. Il patto Territoriale deve porre attenzione ai nomi-cognomi dei soggetti coinvolti e delle azioni programmate,alfine di evitare forme di consorteria e l’affidamento di interventi a gruppi malavitosi,nonché lottizzazioni,ponendo al centro la realizzazione diservizi vicini ai cittadini che dovrebbero essere padroni e non servi della Repubblica. Queste sono parole di 15 anni fa…ma niente è cambiato,vengono tutelate solo le loro tasche.  Il diritto alla salute non dovrebbe mai diventare oggetto di battaglia politica,ma purtroppo è così. Dal San Raffaele del Mediterraneo, al caso Tedesco ,la Puglia di Vendola è sempre più criticata. Il  deficit della sanità c’è,e i sacrifici sono di natura economica,che pesano sui cittadini senza distinzione di reddito. L’aumento dell’INPS e dell’IRAP,la chiusura di strutture ospedaliere e il ticket sulle ricette mediche nonché il ticket sui farmaci salvavita, sono alcuni esempi che ci fanno capire la “nostra” crisi e i sacrifici che siamo costretti a fare. Il vero deficit non è la spesa,ma la salute dei cittadini. Si perseguono più gli interessi della sanità che quelli della salute. Dobbiamo far  emergere la problematica del rischio alla salute dovuto alla diffusione di malattie in assenza ocarenza di condizioni sociali,economiche ,e politiche adeguate,in assenza di legalità. Salute,secondo la definizione dell’ OMS è Uno stato di completo benessere fisico, mentale e
sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità."(OMS, 1948) E noi non siamo proprio un Popolo in salute.
“Secondo la Carta di Ottawa per la Promozione della salute, la salute è una risorsa per la vita quotidiana, non l’obiettivo del vivere. La salute è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche. Si raggiunge allorché gli individui sviluppano e mobilitano al meglio le proprie risorse, in modo da soddisfare prerogative sia personali (fisiche e mentali), sia esterne (sociali e materiali). Salute e malattia non sono pertanto condizioni che si escludono a vicenda, bensì punti terminali di una comune continuità.
La regione europea dell’OMS ha varato il programma "Salute 21 – i principi della salute per la regione europeadell’OMS – 21 obiettivi per il 21 secolo". I 21 obiettivi costituiscono i fondamenti per la definizione della politica sanitaria in Europa. Essi fungono inoltre da unità di misura per valutare i progressi in termini di miglioramenti nella salute, protezione della salute e riduzione dei rischi per la salute.
Elenchiamo alcuni dei punti fondamentali:
Obiettivo 3 . Inizio sano della vita: per l’anno 2020, tutti i neonati, gli infanti e i bambini in età prescolare nella Regione dovrebbero godere di migliore salute,garantendo loro un sano inizio della vita.
• Obiettivo 4 . Salute dei giovani: per l’anno 2020, i giovani della Regione dovrebbero essere più sani e meglio in grado di adempiere il loro ruolo nella società.
• Obiettivo 6 . Migliorare la salute mentale: per l’anno 2020, il benessere psicosociale della gente dovrebbe essere migliorato e dovrebbero essere disponibili e accessibili alle persone con problemi mentali servizi migliori e più comprensivi.
Obiettivo 10 . Unambiente fisico sano e sicuro: per l’anno 2015 la popolazione della Regione dovrebbe vivere in un ambiente fisico più sicuro, con esposizione a contaminanti pericolosi per la salute a livelli che non superino standard concordati internazionali.
• Obiettivo 14 . Responsabilità multisettoriale per la salute: per l’anno 2020, tutti i settori dovrebbero aver riconosciuto e accettato la propria responsabilità per la salute.
• Obiettivo 18 . Sviluppare le risorse umane per la salute: per l’anno 2010 tutti gli Stati Membri dovrebbero avere garantito che gli operatori sanitari e le figure professionali di
altri settori abbiano acquisito conoscenze adeguate, attitudini e capacità per proteggere e promuovere la salute.
Obiettivo 13 . Ambienti per la salute: per l’anno 2015 la popolazione della Regione dovrebbe avere maggiori possibilità di vivere in ambienti fisici e sociali sani a casa, nella scuola, nei posti di lavoro o nel Comune di residenza di vivere entro un contesto naturalee sociale sano.
Obiettivo 21 . Politiche e strategie per la salute per tutti: per l’anno 2010, tutti gli Stati Membri dovrebbero essersi dotati e implementato politiche di salute per tutti a livello di Stato, regioni e comunità locali, sostenute da appropriate infrastrutture istituzionali, processi manageriali e conduzione innovativa.  Una policy nazionale di promozione della salute costituisce un fondamento contestuale e a orientamento specifico per interventi e decisioni favorevoli alla salute. Il fronte politico va pertanto stimolato a condurre una sana politica pubblica e a creare condizioni favorevoli per un’azione promotrice della salute.”
C’è bisogno di una solida base ideale,ma stanno facendo di tutto per non raggiungere questi obiettivi. Il 2020 è vicino ma l’impresa appare sempre più ardua. E’ ora di smettere di considerare la sanità nell’ottica riduttiva di un settore,ma come nodo fondamentale su cui si verifica la capacità di investire su politiche Sanitarie suPolitiche sociali,economiche,culturali,ambientali,rimettendo al centro il pensiero dato dall’OMS.









   
 



 
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