Il referendum elettorale (ammissibile o meno) fa definitivamente impazzire la politica italiana. Come fosse una maionese. C’è chi azzarda soluzioni fantasiose, ad esempio il democrat (di minoranza) Walter Veltroni che vorrebbe allearsi con l’Udc e al tempo stesso arrivare alle elezioni con una legge elettorale ipermaggioritaria, che di fatto renderebbe inutile lo scudocrociato di Pierferdinando Casini. Fantasie democratiche. Poi c’è Gianfranco Fini che, nel segno di un eclettico futurismo, decide di salire all’ultimo tuffo sul carro dei referendari pur facendo parte a tutti gli effetti del Terzo polo insieme all’Udc di Casini e all’Api di Francesco Rutelli. Eppure già dal nome - Terzo polo - la federazione di partiti nata dalla diaspora nella Casa delle libertà (e anche da una mini scissione del Pd) fa capire la sua avversione al bipolarismo coatto cui sono stati costretti gli italiani negli ultimi vent’anni. Non a caso, di fronte alle rinnovateavances di Enrico Letta è lo stesso Casini a spiegare: «Siamo il Terzo Polo, e alle prossime elezioni ci andremo da soli». Dalle fantasie di Veltroni e Fini - che ancora una vota convergono sul tema della legge elettorale - si passa al pragmatismo di Roberto Formigoni. Il governatore lombardo aveva già detto nelle settimane scorse che sarebbe sceso in campo nella partita per la successione a Silvio Berlusconi. Fa un ulteriore passo avanti, chiedendo al suo partito di organizzare al più presto le primarie, perché di tempo non ce ne è più. Formigoni osserva: «Visto che La Russa ha detto che Berlusconi non si ricandiderà, bisogna attrezzarsi rapidamente anche per scegliere il nostro candidato premier per le politiche. E abbiamo fretta: perché io prevedo che verrà ammesso il referendum, non gradito né a noi né ai nostri alleati, e quindi immagino che le elezioni nel 2012 siano la probabilità più vicina». In parallelo, da politico navigato, il governatore lombardo accoglie con favorel’apertura fatta dal segretario del Pdl, Angelino Alfano, sulla necessità di riformare presto il sistema elettorale: «Bene Alfano, la legge elettorale va fatta al più presto». Piccolo ma non trascurabile particolare: Alfano spera ancora in una fisiologica conclusione della legislatura, naturalmente con Berlusconi presidente del Consiglio fino al 2013. Formigoni non la vede così rosea. E quindi accelera. Sull’assenza del ministro dell’Economia in occasione del voto sull’arresto del deputato Marco Milanese, Formigoni commenta: «Tremonti è un’intelligenza sopraffina, deve accettare che il direttore d’orchestra sia Berlusconi». Un colpo al cerchio e un colpo alla botte, una dimostrazione di pura scuola democristiana. Intanto però - nonostante il patto di acciaio fra i due leader - l’alleanza Pdl e Lega scricchiola ogni giorno di più. Non mancano gli sforzi per tappare le falle in quella che un tempo era una diga a completa tenuta stagna, ma ormai l’acqua passa lo stesso. Così RobertoMaroni mette in chiaro la posizione del Carroccio in vista della mozione di sfiducia (a firma Pd, Fli e Idv) nei confronti del Ministro delle politiche agricole Saverio Romano - indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione - che sarà votata mercoledì alla Camera. «Ne sono già state presentate in passato e sono state sempre respinte - dice il ministro dell’Interno - Non vedo francamente perché non si debba fare la stessa cosa». Poi Maroni cerca di sgombrare il campo dalle voci di tensioni interne al partito: «La Lega è sempre compatta, questa è la nostra forza». Sarà, intanto i malumori della base si riversano nell’oceano virtuale del web. «La Lega è morta! Mi vergogno di quello che state facendo con il mio voto… il ministro Maroni era l’unica speranza ora è finita… e tutto solo per salvare Berlusconi. Vergognatevi noi lo stiamo già facendo», esclama l’utente Misteryman sul forum dei Giovani padani. Luca ha decide di dire addio alle camicie verdi: «Benissimo, dopolo scandaloso salvataggio di un delinquente, saluto ufficialmente la Lega Nord. Stop, la misura è colma. Cambio partito». «Maroni di nome ma non di fatto», commenta Maverick. In definitiva la giornata politica offre un’anomalia come quella di una Lega più "responsabile" di Scilipoti, Razzi & c, e una constatazione, nel Pdl si è aperta a tutti gli effetti la corsa alla successione del Cavaliere blu. Ai nastri di partenza ci sono Formigoni, che può contare anche su una lunga esperienza di governo lombardo con i diletti figli del dio Po; Renata Polverini, governatrice laziale che vuole contrapporsi al celeste rais del Pirellone nel segno di un costituendo asse del sud; lo stesso Alfano, erede designato da Silvio Berlusconi. E senza l’appoggio del Cavaliere, si sa, la conquista della leadership della destra italiana può rivelarsi niente più che un miraggio. Una missione impossibile. Per informazioni chiedere a Gianfranco Fini, o allo stesso Pierferdinando Casini, che infatti da treanni sta giocando una partita ben diversa. Al centro del campo, oggetto del desiderio del Pd come del Pdl. Frida Nacinovich
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