“Dei partiti non ci fidiamo più”. Gli aquilani lanciano una coalizione della società civile
 











Il teatro dei bagni folla e poi dello sdegno e dell’indignazione. A L’Aquila, dopo il sisma del 6 aprile 2009, è andata in scena l’ascesa e caduta di Berlusconi. I siparietti mediatici, prima. Poi, la mobilitazione della popolazione contro il governo e le sue promesse mancate: le migliaia di cittadini con le carriole in mano, per pulire il centro dalle macerie, le manifestazioni con migliaia di persone, e le firme (oltre 50mila) per chiedere una legge che ristabilisca democrazia e legalità nell’area dell’emergenza.
Ora molti dei protagonisti di quelle battaglie promuovono un appello per lanciare la loro sfida: partecipare alle elezioni amministrative con una coalizione di liste civiche. Si ispirano alla rivoluzione gentile di Milano e Napoli. Ma sono ancor più netti e decisi: «Dei partiti non ci fidiamo più», dicono chiaro e tondo. Né di quelli al governo, che nella città del sisma ha mandato solo commissari ed esercito e non hanno mai ascoltatola voce dei cittadini. Né di quelli che siedono al Comune, retto dal Pd Massimo Cialente, accusato di essere «ambiguo e inconcludente», di alternare roboanti accuse a intensi flirt con Bertolaso prima, con l’abruzzese Gianni Letta, oggi.
A non andare giù a molti cittadini è stato il via libera del Comune al Progetto Case, le new town di Berlusconi, che hanno fatto di L’Aquila una infinita, invivibile, periferia (mentre la ricostruzione vera, a partire dal centro, è rimandata a non si sa quando). E poi il comunicato di Cialente in difesa di Bertolaso dopo lo scoppio dello scandalo della cricca (l’ex sottosegretario è stato rinviato a giudizio per gli appalti del G8 della Maddalena). Troppe concessioni a un governo che lascia ancora a terra 4 milioni di tonnellate di maceri, e senza casa 35mila persone, di cui solo 14mila ospitate nelle new town.
Quindi – annunciano gli aquilani – faremo da soli: «Una coalizione di liste civiche», per vincere le elezioni di primavera. Il candidatosindaco? «Lo sceglieremo tutti insieme». Il programma? «Partiamo da idee comuni, ma vogliamo scriverlo strada facendo». Al posto della campagna elettorale, un progetto di partecipazione aperto a tutta la città: workshop tematici da realizzare non in sale convegno, ma a contatto con la città vera, nell’immensa periferia delle new town. «Portiamo avanti una diversa concezione della delega. Non crediamo alle primarie, né basta un voto ogni 5 anni. Vogliamo una democrazia continua, nella quale i cittadini possano esercitare sempre controllo e partecipazione. Solo così potremo ricostruire la città, che per noi è un bene comune», spiega Ettore Di Cesare, uno dei promotori dell’appello, che ha raccolto oltre 100 firme di cittadini, esponenti della società civile, dell’economia, della cultura aquilana.
Docenti universitari, come il prorettore dell’ateneo Aquilano Giusi Pitari, la docente di ingegneria Laura Tarantino, e Antonello Ciccozzi, della facoltà di lettere, promotore di un progettodi “microzonazione del danno” per avvicinare l’assistenza ai bisogni dei cittadini: «Per il commissariato di governo chi ha un mutuo sulla casa distrutta e ha perso il lavoro e un familiare riceve la stessa assistenza di chi magari lavora nelle costruzioni e ha raddoppiato il suo fatturato», spiega Ciccozzi.  Numerose le firme di commercianti, che col centro storico ancora chiuso non riescono a riaprire l’attività. E poi ingegneri, architetti, tecnici, impegnati direttamente nella ricostruzione, resa impossibile da norme spesso contraddittorie: «La sicurezza della ricostruzione viene sottoposta a parametri economici, e c’è ancora troppa confusione su tempi e modalità per iniziare i lavori. Gli ordini professionali avrebbero dovuto bloccare tutto all’inizio, per chiedere regole certe, qualità e sicurezza», spiega l’ingegnere Piero De Santis, uno tra i tecnici “critici” che ha firmato l’appello.
Tra i firmatari anche molti lavoratori del distretto dell’hitech aquilano, aziendecome Alenia Thales e Technolabs, che provano una difficile rinascita, tra ammortizzatori sociali e problemi logistici (oggi a L’Aquila i cassintegrati sono oltre duemila, i disoccupati 4mila). E poi molti giovani e donne. «La politica deve cambiare genere e generazione», spiega Anna Lucia Bonanni. «Basti pensare che in Comune su 40 rappresentanti c’è solo una donna. E venti diversi gruppi consiliari. Ognuno è portavoce solo di se stesso».
Il tema della democrazia e della partecipazione è centrale, per gli aquilani che vogliono sparigliare le carte: «L’Aquila è un laboratorio sia di autoritarismo che di partecipazione», spiega Antonietta Centofanti, firmataria dell’appello e presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della casa dello studente, dove sotto le macerie rimasero 8 giovanissimi. E l’Aquila è anche la città della rivolta: «Dopo il sisma tanta gente è tornata ad impegnarsi in prima persona, e non può farlo nei partiti che ormai hanno perso ogni rapporto con lasocietà. Il Consiglio comunale, il sindaco, l’opposizione, avrebbero dovuto fare da scudo, difenderci da quelli che la notte del 6 aprile ridevano, pregustando gli appalti», spiega Centofanti. «Per fortuna siamo riusciti ad ascoltare quelle intercettazioni e questo ci ha permesso di metterci in moto. La ribellione è stata salvifica. E ora dobbiamo andare avanti. L’unica speranza è mettere in moto meccanismi di rivolta».
Per la rivolta, però, gli aquilani non aspetteranno le amministrative. Già da questo mese sono pronti a scendere in piazza. Su di loro pende, infatti, il fardello del pagamento delle tasse non versate nei primi 14 mesi di emergenza: secondo il governo dovranno restituire tutti gli arretrati, fino all’ultimo euro, a partire da novembre (molte buste paga potrebbero essere quasi azzerate). In Parlamento, inoltre, sta per iniziare la discussione sulla legge di iniziativa popolare che chiede risorse certe e una ricostruzione trasparente. Per sostenerla gli aquilani sonopronti a tornare a invadere la strade di Roma, con le loro bandiere neroverdi.

L’Aquila, i numeri dell’emergenza
La popolazione assistita a settembre 2011: 35.238
Di cui: 13.376 nelle new town del piano C.a.s.e.
12.192 ricevono il contributo di autonoma sistemazione
639 in strutture ricettive (alberghi)
177 nella Caserma della guardia di Finanza di L’Aquila
La crisi
352mila ore di cassa integrazione a luglio 2011, equivalenti a 2mila lavoratori in cassa
1.300 lavoratori in mobilità
4.000 ricevono l’indennità di disoccupazione
7.000 disoccupati hanno smesso di cercare lavoro
I commissari
I compensi della struttura commissariale:
Vicecommissario Antonio Cicchetti: 232mila euro l’anno
Capo della struttura tecnica di missione arch. Gaetano Fontana: 100mila euro l’anno
Il salasso
100milioni di euro di tasse non pagate durante l’emergenza dagli aquilanidovranno essere restituiti da novembre
Link all’appello:http://www.appelloperlaquila.org/
di Manuele Bonaccorsi-ilfattoquotidiano









   
 



 
01-04-2016 - Stefano Rodotà: Il referendum? Riporta il potere nelle mani dei cittadini
22-01-2016 - Se il diritto all’aborto c’è solo sulla carta
11-11-2015 - Vatileaks, indagati gli autori dei due libri-inchiesta Nuzzi e Fittipaldi
08-11-2015 - Cassa depositi e prestiti, trasparenza cercasi. Segreti i verbali della commissione parlamentare di vigilanza
03-06-2015 - Come rottamare Renzi in tre mosse
06-03-2015 - Gattopardi di provincia: aboliti gli enti, non è cambiato nulla
27-02-2015 - Roberto Saviano: perché lo Stato ha perso la guerra contro Gomorra
24-02-2015 - Il governo svende 1500 caserme vuote. Ma paga 30 milioni per affittare i palazzi
23-02-2015 - Gelato, penne e pizza: dalla lira all’euro, quali prodotti sono aumentati di più
22-02-2015 - Jobs Act, la minoranza Pd: "Renzi prende in giro i precari". Alfano: "Cdm di ieri il trionfo di Ncd"
19-02-2015 - Tutte le spese di un anno da Matteo premier
12-02-2015 - Nel Milleproroghe le correzioni su regimi minimi Iva, ma non sugli
11-02-2015 - Per le spese militari l’austerity non esiste
09-02-2015 - Visco: "Crescita si rafforza. Sì alla bad bank, ma lo Stato sia remunerato"
14-01-2015 - Ritorno a casa

Privacy e Cookies