Sale a nove il bilancio delle vittime dell’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana. In particolare, secondo quanto afferma la Protezione Civile, nello Spezzino, le persone decedute sono sette, sei a Borghetto vara e una a Monterosso mentre in provincia di Massa Carrara, ad Aulla, le vittime sono due. Strade interrotte, ponti crollati, viadotti danneggiati. I collegamenti in Lunigiana e nella bassa val di Magra sono particolarmente difficili. Squadre di soccorso sono al lavoro incessantemente da questa notte, per rimuovere i numerosi detriti causati dalle frane. Molte localita’ sono ancora isolate e irraggiungibili se non con gli elicotteri. Squadre dei vigili del fuoco stanno anche utilizzando particolari gommoni, rinforzati, abitualmente in uso da chi pratica rafting. Nella notte salvate oltre 50 persone aggrappate agli alberi. In un primo provvisorio bilancio, in Lunigiana, si registrano 2 morti accertati ad Aulla. Le autorita’locali non si sbilanciano sul numero dei dispersi e degli sfollati. "L’emergenza maltempo, con vittime, esondazioni, frane, e’ un film visto troppe volte. Purtroppo i problemi agroambientali non sono stati affrontati alla radice e puntualmente va in scena il disastro". Lo sottolinea Confagricoltura in relazione alle avversita’ atmosferiche che stanno colpendo il nostro Paese. "Certo i fenomeni meteorologici che si stanno riscontrando in questi giorni - prosegue Confagricoltura - sono di straordinaria intensita’ e violenza ma e’ indubbio che la situazione e’ aggravata dalla mancanza di strategie di salvaguardia. La diminuzione di terre agricole rende piu’ difficile la situazione". Il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, domani sara’ a La Spezia e a Massa "per fare il punto della situazione maltempo" anche in relazione alla richiesta dello stato d’emergenza evocata dagli amministratori locali di Liguria e Toscana, dove lo Spezzino e la Lunigiana sono state messe in ginocchiodall’alluvione. Una richiesta, ha commentato Gabrielli, "per cui ci sono condizioni oggettive". Le priorita’ per la Protezione civile ora, ha ribadito Gabrielli, "sono innanzitutto l’assistenza alla popolazione" e poi "il ripristino dei servizi essenziali". Molte zone alluvionate, ha spiegato, "sono senza rete elettrica, e in altre sono compromessi acqua e gas. C’e’ un problema di mancata prevenzione generale, in un territorio troppo antropizzato dove spesso non sono stati fatti interventi per la mitigazione dei rischi" . Il rischio idrogeologico «Ben 470 chilometri quadrati sono ad elevato rischio idrogeologico e manca un Servizio Geologico». Lo afferma il geologo ligure, Giuliano Antonielli, oggi Consigliere Nazionale dei Geologi. «Ancora una volta la Liguria è in ginocchio. Bisogna rendersi conto . Continua Antonielli - che questo territorio fragile non è più in grado di sopportare eventi meteorici di una certa portata». Per Gian VitoGraziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, «Nonostante tutte le emergenze, in questo momento nessuna legge organica di governo del territorio vige sul territorio italiano. Oggi in Italia - ha affermato Graziano - sentiamo un ritardo politico-istituzionale, conseguenza del forte ritardo culturale, che si traduce nel rincorrere le emergenze, una dopo l’altra, ponendoci solo l’obiettivo di reperire le risorse economiche necessarie per ricostruire la zona colpita, dopo aver fatto il conteggio dei danni e purtroppo spesso anche quello dei morti». I numeri, d’altra parte, parlano chiaro: «Dal 1944 ad oggi in Italia sono stati spesi più di 213 miliardi di euro per dissesto idrogeologico e terremoti , di cui ben 27 miliardi solo dal 1996 al 2008. Oltre al fatto che 6 milioni di italiani abitano nei 29.500 chilometri quadrati del territorio considerati ad elevato rischio idrogeologico e ben 1.260.000 gli edifici a rischio frane e alluvioni. Di questi sono 6000 le scuole e 531 gliospedali . Questi sono dati proprio del Consiglio Nazionale dei Geologi. Chiediamo dunque allo Stato italiano, una legge organica di governo del territorio», ha concluso Graziano, «che ricostruisca una filiera delle competenze, metta in campo azioni di manutenzione ordinaria e straordinaria dei nostri bacini idrografici, ponga le base di una riforma urbanistica e che faccia tesoro di quelle esperienze positive che in alcuni casi hanno visto il geologo impegnato a fronteggiare la difesa del suolo accanto alle istituzioni governative».
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