Per uscire dalla crisi, per riconquistare la credibilità internazionale l’Italia deve "ritrovare la strada della coesione sociale e nazionale che oggi si impone categoricamente", ha detto Giorgio Napolitano. Occorrono, ha aggiunto, spirito di sacrificio, equità, comportamenti diversi. "L’Italia non può ritrovare la sua strada in un clima di guerra politica. E’ indispensabile un riavvicinamento fra campi politici contrapposti per condividere alcune misure indispensabili, necessarie per riprendere il posto che ci spetta nella comunità internazionale". Lo ha detto il Capo dello Stato, Napolitano. Riavvicinamento fra campi politici contrapposti, ha spiegato Napolitano, non significa "confondersi" o annullare le idendità politiche, significa condividere scelte che sono necessarie al paese e sono indiscutibili. Come altre volte, il capo dello stato ha detto che devono cambiare molte cose: "il modo di governare, di produrre e di lavorare, dicomportasi di tutti noi" perché la crisi è profonda e "sconvolgente". La coesione sociale e nazionale, ha detto, richiede uno sforzo "straordinnario". Drammatico vertice nella notte a Palazzo Grazioli per fare il punto sui numeri a disposizione della maggioranza alla Camera. Da Silvio Berlusconi sono giunti Denis Verdini, Gianni Letta e Angelino Alfano. Al momento, sarebbe stata la riflessione, la coalizione avrebbe una maggioranza risicata ma con il passare del tempo il rischio di perdere altri pezzi sarebbe alto, sarebbe stato il ragionameto fatto da Verdini ai presenti, secondo quanto si e’ appreso in ambienti del Pdl. Tant’e’ che tra i fedelissimi in pochi credono che la situazione sia ancora sostenibile e si moltiplicano le richieste al premier di compiere un passo indietro. In sostanza, il rischio di andare sotto, o comunque non avere una maggiroanza autosufficiente, alla prima votazione importante sulle misure anticrisi potrebbe diventare una possibiltia’. Da qui un invitoalla prudenza sarebbe stato rivolto al premier in vista delle prossime mosse in Parlamento e sul tentativo di recuperare altri consensi e mantenere l’asticella almeno a quota 316. Al momento i numeri ci sono -ha spiegato il coordinatore del partito - ma sono risicati e, vista la situazione, potrebbero diventare un problema serio, con un forte rischio domino tra gli scontenti. Quindi occorre una riflessione attenta su come procedere. Il Cavaliere ha ascoltato con attenzione e - sempre secondo quanto si e’ appreso - avrebbe ribadito la volonta’ di andare avanti. ’’Non vi preoccupate - ha spiegato ai suoi interlocutori - parlo io con gli scontenti e cerco di convincerli ad uno ad uno’’. Il premier non e’ stato sottoposto ad un vero e proprio ultimatum interno ma ha convenuto sulla necessita’ di porre la ’dead line’ entro le prossime settantadue ore per prendere una decisione. Cioe’ prima che la Camera sia chiamata a votare il rendiconto generale dello Stato nella convinzione che questoprovvedimento non possa passare grazie solo al gioco delle astensioni con una maggioranza numerica ridotta all’osso.
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