Il San Raffaele del Mediterraneo sarà quindi una fondazione pubblico-privata a maggioranza pubblica. Di pubblico restano i soldi. A suon di delibere, tra finanziamenti diretti e leasing, la Regione investe 210 milioni di euro per la nuova struttura,i fondi finora deliberati dalla giunta pugliese fanno riferimento al pacchetto dei fondi FAS 2007-2013 e rispondono alla quota finanziaria spettante al proprietario maggioritario (ovvero la Regione Puglia) per la costruzione e l’avvio dell’ospedale.
ALBERTO NERAZZINI FUORI CAMPO In Puglia il don non ha dovuto insistere. Lo hanno chiamato direttamente. NICHI VENDOLA – PRESIDENTE REGIONE PUGLIA Qual è la ragione per cui abbiamo chiesto come partner il San Raffaele? La risposta è semplice: è il numero uno in Italia. ALBERTO NERAZZINIFUORI CAMPO A Taranto c’è l’Ilva. Le emissioni di diossina hanno causato l’allarmante primato dei tumori. I due ospedali della città, il Moscati e il Santissima Annunziata, fanno fatica a rispondere alla domanda di salute. La soluzione, per Vendola, è chiuderli e costruire il San Raffaele del Mediterraneo. DOMENICO NUME – PRESIDENTE ORDINE MEDICI TARANTO Taranto si troverebbe ad essere l’unica città capoluogo di provincia sprovvista di una ospedalità pubblica. ALBERTO NERAZZINI FUORI CAMPO Di pubblico restano i soldi. A suon di delibere, tra finanziamenti diretti e leasing, la Regione investe 210 milioni di euro per la nuova struttura. L’idea è una sperimentazione gestionale che nei primi tre anni affiderà al privato tutti gli utili senza alcun tipo di onere economico,neanche lo stipendio dei medici. DOMENICO CITO – SEGRETARIO PROVINCIALE CGIL MEDICI TARANTO Di solito le sperimentazioni gestionali vengono fatte perché il pubblico non ha i fondi a sufficienza e li integra con quelli del privato, assegnando dei servizi a compensazione. In questo caso, i fondi sono tutti quanti pubblici e questo è un primo elemento di riflessione, soprattutto se ciò avviene in una regione economicamente con dei problemi,come la nostra.ALBERTO NERAZZINI FUORI CAMPO Il San Raffaele del Mediterraneo sarebbe dovuto sorgere nella periferia Nord della città, ma la natura pubblica dell’ospedale non pare essere molto chiara nemmeno agli amministratori della Provincia. LUIGI POLITANO Come giustificate di fronte ai vostri elettori il fatto che ci siano dei fondi pubblici stanziati per un ospedale che poi sarà gestito da privati. LUCIANO SANTORO – CAPOGRUPPO PROVINCIA TARANTO E’ giustificato dal fatto che tutti dicono che sarà un ospedale pubblico. LUIGI POLITANO Anche se i primi tre anni saranno in mano a una gestione privata? LUCIANO SANTORO – CAPOGRUPPO PROVINCIA TARANTO E’ un ospedale pubblico però. LUIGI POLITANO Non è un ospedale pubblico. LUCIANO SANTORO – CAPOGRUPPO PROVINCIA TARANTO E’ un ospedale pubblico, così dice Vendola.Quindi voi vi fidate di quello che dice Vendola.Pur di dare una risposta alle esigenze sanitarie della città, si mettono da parte eventuali dubbi sulla gestione efinanziamenti, perché arriva don Verzè. IPPAZIO STEFANO – SINDACO TARANTO All’inizio ci è stato presentato come il salvatore della Patria, così è stato presentato, come il salvatore della Patria e chi si poneva dei dubbi come il traditore, che non voleva l’ospedale, che non voleva la modernità, temeva la concorrenza. Diciamo le cose come stanno: così è stato portato sul territorio il confronto. ALBERTO NERAZZINI FUORI CAMPO La strada per il Don era spianata, poi però i conti del San Raffaele scoppiano e arriva l’indagine della procura. Il presidente Vendola blocca il bando di gara, ma nessun ripensamento sulle scelte fatte? NICHI VENDOLA – PRESIDENTE REGIONE PUGLIA Oggi potrei dire forseavrei dovuto ragionare di più secondo il senso dell’opportunità politica, no? Ho ragionato invece, sfidandomi, secondo quello che mi pareva essere il vettore più efficace per dare una risposta alle domande di salute della città di Taranto. Tutto qui. MILENA GABANELLI IN STUDIO A Taranto la regione invece di investire negli ospedali pubblici che già ha, decide di finanziarne uno di sana pianta gestito da don Verzè. Poi ci sono già le delibere, ma poi l’aureola del prete si offusca e come se ne esce? Tutto fermo perché si scopre, su quei terreni ancora non si può costruire. Ad Olbia era andata diversamente, il pubblico da solo non ce la fa, don Verzè dice ci penso io a portarti qui un San Raffaele, tu dammi le convenzioni. Ci sono voluti 20 anni a convincere la regione, alla fine le garanzie arrivano: don Verzè comincia a costruire prima la sua villa con piscina in parte abusiva, e poi parte con l’ospedale, mancano solo le rifiniture e arriva il crac. Oggi il San Raffaele è gestito dallo Ior che dice: quell’ospedale lì non so se m’ interessa più tanto. A costruire, sempre il fedele Zammarchi, che si affida alle imprese locali, che anticipano tutto lui non le paga e adesso chi s’è visto s’è visto. Il crac però serve anche a sollevare il velo sulle radici di quella malattia che gli hanno consentito di innalzare la cupola più grande San Pietro. Proprio a Roma, costruisce, tesse una rete di relazioni e protezioni veramente insolite per un prete. Documenti lo legano a Pollari, ex capo del Sismi e al suo braccio destro Pio Pompa. da report
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