Da tempo ormai, l’aria dalle parti di Corso del Mezzogiorno si era fatta pesante. I dipendenti di Amica spa, l’azienda di igiene e nettezza urbana, attendevano lumi sulle sorti dell’azienda e sul proprio destino: per due giorni hanno incrociato le braccia e manifestato in piazza, mentre cumuli di immondizia sono tornati a fare capolino agli angoli delle strade di Foggia. A rompere gli indugi sull’annosa questione sono stati i giudici della sezione fallimentare del tribunale di Foggia che, nella tarda mattinata di oggi, hanno scritto la parola "fine" sulla travagliata storia di Amica spa, gravata da un debito complessivo di circa 60milioni di euro, perdite accumulate nei bilanci degli ultimi anni. La sezione fallimentare del Tribunale di Foggia, ha depositato, quest’oggi, il decreto con cui rigetta la richiesta di Amica spa di ammissione all’amministrazione straordinaria e dichiara il fallimento della società di proprietà comunale, nominando MirnaRabasco curatore fallimentare. Bocciato, quindi, il piano industriale presentato dal commissario Francesco Perrone, nominato dal ministero per lo Sviluppo economico. Le motivazioni della sentenza non sono state ancora rese note ma di certo, alla base, vi è la grave situazione debitoria venutasi a creare negli ultimi anni. Il sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, attraverso una nota stampa rileva la "difformità del decreto rispetto al parere del ministero dello Sviluppo economico", che ha formalmente censurato l’operato del commissario giudiziale e ritenuto ammissibile la procedura di amministrazione straordinaria, "ritenuta più idonea a contemperare gli interessi dei creditori con la funzionalità di un servizio pubblico essenziale e la tutela dei lavoratori addetti". "Il Tribunale - spiega il primo cittadino - non ha tenuto da conto che la legge è intervenuta dopo l’avvio della procedura per l’ammissione all’amministrazione straordinaria, parte integrante dellastrategia delineata con la delibera di riorganizzazione dei servizi pubblici approvata dal Consiglio comunale a metà giugno". Peraltro, "in fase di giudizio, non abbiamo potuto rappresentare compiutamente queste motivazioni e la strategia di rilancio dell’azienda, a causa del mancato coinvolgimento diretto dell’amministrazione comunale in questa fase procedurale". Intanto, per garantire igiene e un minimo di decoro urbano, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città non sarà interrotto. Per autorizzare l’esercizio provvisorio del servizio è necessaria la nomina di un curatore fallimentare - individuato, appunto, nella persona di Mirna Rabasco - che dovrà anche valutare, sul piano economico, in che misura il Comune di Foggia dovrà rispondere delle suddette passività. Sul futuro dei dipendenti Amica, invece, è troppo presto per delineare ipotesi: sono 370 quelli di Amica e DauniAmbiente, società satellite che avrebbe dovuto occuparsi di differenziata. Unasoluzione potrebbe essere la nascita di una nuova società, New Co, che a seguito di una procedura di mobilità, possa ’assorbirè i dipendenti dell’azienda di Corso del Mezzogiorno. "Contrariamente a quanto affermato dai giudici, non abbiamo attivato questa procedura per scaricare su chicchessia i debiti di Amica spa. Ero e sono fermamente convinto - conclude Mongelli - che l’amministrazione straordinaria sia la soluzione migliore per garantire la continuità del servizio, la tutela del posto di lavoro delle maestranze impiegate e la salvaguardia dei creditori. Tutte ragioni che giustificano e motivano la volontà di presentare ricorso".Maria Grazia Frisaldi-repubblica
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