’Giuro, la Rai non è morta’
 











Non bastava l’avvicinarsi della scadenza del cda in carica. Ci si è messo anche il governo Monti con l’annuncio di mettere mano alla governance a rendere l’atmosfera del settimo piano di viale Mazzini una bomba a orologeria, più del solito naturalmente. Per non parlare della ventilata possibilità di nominare un amministratore unico. Al centro della partita e di furibonde polemiche, dimissioni del consigliere Nino Rizzo Nervo, accuse e strali da parte di Giorgio Van Straten, tacciata di tessere la tela della Rai del centrodestra e dei desiderata del Cavaliere, il direttore generale in carica Lorenza Lei, prima donna a varcare il più ambito ufficio di viale Mazzini. Sui futuri assetti non si pronuncia. Ma per la prima volta parla di veleni e sospetti, degli insperati risultati di bilancio, dei lavori in corso e delle battaglie sulle nomine.
La Rai è ingovernabile ha detto il presidente Paolo Garimberti. Difficile darglitorto.
"Non intervengo sulle parole del presidente. Ma il non governo significa non aver fatto niente. Non è così. La Rai è servizio pubblico, quindi raccoglie e rappresenta in sé molte, moltissime anime. Il problema non è il governo semmai è la condivisione, la più ampia possibile".
Il premier Monti ha affrontato il tema spinoso della governance. Torna in ballo la figura dell’amministratore unico. Si candida?
"E’ materia di cui può parlare il governo e il Parlamento. Ritengo più utile mettere le mie energie al servizio delle cose che posso fare realmente. Soprattutto ora che i mesi che ci separano dall’approvazione del bilancio sono fondamentali per assumere decisione necessarie per lo sviluppo dell’azienda".
Paolo Romani avrebbe decretato: " Il direttore generale non si tocca".
"Lo ha detto a chi? A lei? Non ne sono informata e comunque non mi sento intoccabile; chiedo solo di essere valutata sul lavoro svolto. Sono statanominata il 4 maggio, quando l’orizzonte pubblicitario non era certo rosa. La previsione di bilancio era di 70 milioni di rosso. Poi a luglio è arrivato il picco della crisi economica. Ciò nonostante dopo cinque anni di segno negativo, l’azienda è riuscita a invertire la rotta continuando ad alimentare i suoi 14 canali. Dico l’azienda, non dico io. E per questo al cda proporrò di dare una gratifica per il 2011 ai dipendenti. C’è stata una manovra di rientro che ha portato il bilancio in pareggio addirittura con un piccolo utile. Credo che non sia un dato secondario. Anche questa è governabilità, non crede?".
A causa di tagli e accorpamenti i sindacati sono sul piede di guerra. Gli italiani all’estero sono furiosi per la riduzione di Rai International con un risparmio minimo. Dietro l’angolo, la chiusura di otto sedi di corrispondenza con i giornalisti appoggiati presso le redazioni di Associated Press...
"Ci sono stati dei sacrifici, è vero. Ma senza questi ealla vigilia di un anno pari, quello in cui si pagano i diritti sportivi, la Rai avrebbe rischiato una crisi seria. E’ stupefacente che il coro di chi gridava allo spreco di certi comparti è lo stesso che si indigna quando si riducono gli sprechi. Si continua a inneggiare a Bbc che però ha mandato a casa migliaia di persone. Il mondo è cambiato, è arrivata una rivoluzione, non si può continuare a concepire la Rai con i vecchi modelli analogici: bisogna pensare ormai in digitale".
E quindi?
"Bisogna sintonizzarsi su qualcosa di diverso, riferirsi a un servizio pubblico multimediale. Non ho mai parlato di "riduzione" ma di ristrutturazione. Esempi: Bruxelles verrà potenziata, verrà aperta una corrispondenza a Washington. La convergenza di Rainews, Televideo e Rai International non è un mero risparmio ma il concepimento di un nuovo, moderno progetto di all news. Non si pensa solo a ridurre e a tagliare ma ad immaginare sentieri di sviluppo sostenibile. E tengo asottolineare che per la prima volta il Piano industriale verrà definito all’interno, senza avvalersi di consulenti esterni".
Ma la temperatura all’interno del cda è bollente. Nino Rizzo Nervo ha dato le dimissioni dopo la nomina al Tgr di Luca Casarin e la conferma al Tg1 di Alberto Maccari.
"Mi dispiace che Rizzo Nervo se ne sia andato e quasi alla scadenza del mandato, il suo contributo era importante. Segnalo anche che questo cda è in carica da quasi tre anni e, bufere a parte, le nomine da me proposte sono state presentate cercando la più ampia condivisione".
Casarin è vicino alla Lega e Maccari... Difficile non pensare che siano nomine telecomandate, frutto di un accordo Pdl e Lega, insomma una Rai assicurata al centrodestra.
"Un progetto di chi e per cosa? Ho privilegiato solo professionalità interne: Casarin era già condirettore della Tgr. Ha preso il posto di Maccari che è andato a dirigere il Tg1, dove sta facendo un buon lavoro.Peraltro, ha accettato una clausola di recesso senza penali che consentirà a questo o al prossimo Consiglio di valutare anche soluzioni definitive senza costi aggiuntivi. Avevo pensato anche a soluzioni esterne e al di sopra di qualunque parte, ma senza fortuna. Per amor di cronaca, vorrei ripercorre le votazioni del cda in questi mesi".
Quali?
"Per esempio: per Marcello Masi al Tg2 si sono astenuti Antonio Verro, Alessio Gorla, Guglielmo Rositani, Giovanna Bianchi Clerici. Per Pasquale D’Alessandro a Rai Due, per Carlo Freccero a Rai 4 e per Silvia Calandrelli a Rai Educazione si sono astenuti Verro, Rodolfo De Laurentiis e Rizzo Nervo. Antonio Di Bella a Rai Tre ha avuto un solo no, quello di Rizzo Nervo. Voti riportati da tutte le agenzie di stampa. C’è un disegno diabolico in tutto questo?".
Ha nominato anche Carlo Nardello alla Direzione Sviluppo, era l’uomo della struttura Delta all’interno della Rai.
"Sì, insieme a Valerio Fiorespinoalla Direzione Risorse televisive, due seri e stimati professionisti in azienda. Per loro solo due voti contrari, Angelo Petroni e Bianchi Clerici. Quale progetto eversivo lascia intravedere? Chi vuole strumentalizzare faccia pure. Restano fatti e atti del cda".
Ma Rai Uno diretta da Mauro Mazza ha perso tre punti di share nel prime time. Dalla Rai sono andati via Michele Santoro, Serena Dandini... Giuliano Ferrara ha una striscia ma a Lucia Annunziata, non proprio nel cuore di Berlusconi, che ogni domenica finisce sulle prime pagine, è stata chiusa "La crisi. In 1/2 h".
"Intanto la Rai, nonostante polemiche, ingerenze, contestazioni, il canone più basso e più evaso d’Europa, ha vinto la stagione e tenuto la leadership degli ascolti. Per il resto, porte aperte: con Santoro ho un ottimo rapporto, aspetto i suoi nuovi progetti. E sono in attesa di ricevere proposte per la Annunziata dal direttore di rete Antonio Di Bella. E che dire di Fiorello? E’ stato unsuccesso senza precedenti negli ultimi anni".
Totalmente sottostimato da Sipra.
"Totalmente sottostimato anche da Fiorello. Doveva essere un evento è diventato un fenomeno. E c’è ancora tanto lavoro da fare sia da un punto di vista editoriale che produttivo. Ci sono potenzialità creative e straordinarie, bisogna concentrarsi su temi, linguaggi, formati, sulle conduzioni, su tutte le declinazioni degli strumenti televisivi. Non c’è solo il risanamento, c’è anche il rilancio".
Si è emozionata il giorno della nomina?
"Lo sono stati mia madre e mio figlio. Io no. Sono entrata diciotto anni fa a viale Mazzini. Sono stata direttore dello staff di vari dg, poi vice direttore generale. Ero altamente consapevole del grado di difficoltà. Sono stata votata all’unanimità dal cda al quale ho presentato il mio progetto di Rai. I consiglieri mi conoscevano molto bene".
Giorgio Van Straten ha detto di essersi pentito di quel voto, invocando neisuoi confronti l’apertura di un procedimento ai sensi del codice etico. Finora lei non ha mai risposto alle polemiche sulle assunzioni del suo autista, della sua portavoce e del suo ex marito.
"La mia addetta stampa era una precaria Rai da più di vent’anni, regolarizzata con transazione sottoscritta dall’Usigrai con il grado di capo servizio e non di capo redattore come è successo in altri casi. Così come altri ottimi professionisti interni all’azienda hanno ottenuto legittimi riconoscimenti secondo normali dinamiche retributive: penso a provvedimenti gestionali riconosciuti in particolare ai neo direttori".
E il suo ex marito Stefano Ferri?
"A parte la sgradevolezza del riferimento a vicende personali, anche dolorose, nessuno scandalo ma tutto trasparente: nel 2004 è entrato in Sipra come agente monomandatario e mi sono premurata di informarne, a norma di Codice etico, il direttore generale. Non ha mai evidentemente usufruito, anzi, di alcuntrattamento di favore. Per questo, o forse per altro, ho subito e continuo a subire una feroce campagna fortemente denigratoria al limite del codice penale".
La domanda di prassi per un dg Rai: quanto è pressante la politica?
"Né più né meno di quanto la legge autorizzi. Io ho rispetto per la politica. Il nostro azionista è il governo, i consiglieri sono nominati dalla commissione di Vigilanza. Detto questo, ritengo di avere sufficiente autonomia e vivo questo lavoro come una missione".
Mi scusi Lei, quale missione? Questa è una poltrona di immenso potere.
"Non la vivo così, ho i piedi per terra. Il potere per una donna è capacità di persuasione per trovare sempre una sintesi condivisa. Certo non è sempre facile gestire riunioni molto maschie a forte dose di aggressività".
Cosa sarebbe disposta a fare per essere riconfermata?
"Sono disposta a lavorare sodo come ho sempre fatto. Ai primi di marzo presenterò il pianoindustriale 2012-2014, ci sono molte scelte da affrontare. Sarò felice di parlarne non appena il livello di condivisione e approfondimento con il cda me lo consentirà. Naturalmente su un piano di correttezza e di rispetto delle attribuzioni di ognuno". Denise Pardo-l’espresso

 









   
 



 
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