Costi della politica, organismo presieduto da Enrico Giovannini si dimette
 











La Commissione Giovannini sulle retribuzioni di parlamentari e amministratori pubblici 2 rimette il proprio mandato al governo. Nel giorno della pubblicazione del suo rapporto, spiega che "i vincoli della legge, l’eterogeneità delle situazioni e le difficoltà nella raccolta dati non hanno consentito di produrre i risultati attesi". "Nonostante l’intenso lavoro svolto nei mesi scorsi, i vincoli posti dalla legge, l’eterogeneità delle situazioni riscontrate negli altri Paesi e le difficoltà incontrate nella raccolta dei dati non hanno consentito alla Commissione di produrre i risultati attesi", si legge nel comunicato stampa che accompagna la pubblicazione del rapporto finale della commissione Giovannini, riferito al 2011.
A pochi minuti dalla diffusione del comunicato Palazzo Chigi ha fatto sapere che "proseguirà la propria azione nell’obiettivo di giungere ad una razionalizzazione dei trattamenti retributivi in carico alle amministrazionipubbliche"."Il governo - si legge nella nota - è consapevole della necessità di completare nel più breve tempo possibile il percorso avviato nel luglio 2011 e proseguito con l’attuazione delle norme contenute nel decreto Salva Italia per il contenimento delle retribuzioni dell’alta dirigenza nei limiti del tetto previsto".
Nella nota diffusa dalla Commissione Giovannini si legge che "solo in nove casi su
30 è possibile stabilire una buona corrispondenza tra le istituzioni e gli enti italiani" da esaminare (dalle Camere alle authority, dalla Corte costituzionale agli enti locali) "e quelle di tutti e sei i Paesi" europei scelti per il raffronto. Inoltre "per nessuno dei nove enti in cui si è trovata una corrispondenza è stato possibile acquisire, per tutti e sei i Paesi i dati necessari, né dati con la precisione richiesta, né comunque dati ragionevolmente affidabili sotto il profilo statistico".
"Nessun provvedimento - si legge ancora - può essere assunto dalla Commissione peri fini previsti dalla legge". La normativa prevedeva infatti di individuare un livello retributivo europeo, da porre come limite massimo agli stipendi italiani in organi ed enti dello Stato. Ma ciò, alla luce del lavoro effettuato dai professori della commissione presieduta da Enrico Giovannini, non si è rivelato possibile. "Alla luce dell’esperienza maturata e delle evidenti difficoltà incontrate nello svolgimento dei propri lavori, anche a causa della formulazione della normativa vigente, la commissione ritiene dunque doveroso rimettere il mandato ricevuto. Il presidente della commissione, indicato dalla legge nel presidente dell’Istat, rimane necessariamente in carica. Qualora il governo ritenesse che la commissione debba proseguire nei suoi lavori, lo si invita ad esprimere tempestivamente il proprio orientamento, anche procedendo ad una nuova nomina dei suoi membri".









   
 



 
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