Lavori vietati a Villa Certosa, nuovi guai per Berlusconi
 











Giuseppe Spinelli, il fidatissimo contabile dell’Olgettina nonchè amministratore delegato dell’Idra Immobiliare, la cassaforte che racchiude le più prestigiose dimore del Cavaliere, ha già presentato una richiesta di sanatoria sui lavori non autorizzati alla Certosa. I duemila metri quadri di disboscamento sui quali deve sorgere l’agrumeto di Silvio Berlusconi sono soggetti ad una sanzione amministrativa, in corso di quantificazione, ma il blitz compiuto dagli uomini del corpo di vigilanza ambientale della Regione Sarda poche settimane fa all’interno del compendio della Certosa avrebbe portato alla scoperta di un’altro tratto di costa sottoposto a modifiche ambientali, qualcosa come un ettaro di terreno dissodato e decespugliato sul quale sono rimasti pochi ciuffi di vegetazione autoctona (la macchia mediterranea), una “pelatura” che ha portato gli uomini della vigilanza ambientale a stilare un rapporto informativo da inoltrare alla procura dellaRepubblica di Tempio. Ogni intervento che violi il Ppr, il piano paesaggistico regionale varato con la legge numero 8 del novembre 2004 dalla Regione Sarda, prevede infatti procedimenti penali (oltre alle sanzioni amministrative), per coloro che, nell’ambito del paesaggio costiero indicato nella norma a tutela del territorio, eseguano opere non licenziate dall’ufficio tutela del paesaggio. E in questo caso, parrebbe, nessuna richiesta è stata avanzata dall’Idra Immobiliare ai competenti uffici regionali.
Il finto nuraghe, la costruzione troncoconica con scala elicoidale esterna per raggiungere la sommità, ricavata da una ex cabina elettrica e situata al centro di un una serie di terrazze circolari nelle quali sono state messe a dimora fiori di centinaia di specie, si trova al confine della nuova zona che sarebbe stata sottoposta a disboscamento. Un terreno degradante dal mare verso l’orto botanico, che era ricoperto di essenze naturali e sarebbe stato ripulito (le indagini del corpoforestale sono in corso per appurare quando i lavori sono stati eseguiti) da cisti, erica arborea(dalla quale si ricavavano le ramazze dei netturbini) ginestre e lentischi, oltre all’onnipresente ginepro selvatico. Un lavoro di ripulitura selettivo, lasciando quà e là ciuffi di vegetazione spontanea, macchie di verde alle quali aggiungere chissà quali specie arboree dell’infinita flora planetaria selezionata personalmente da Silvio Berlusconi, un luminare nell’arte botanica.
Il farfallario-teatro, la vecchia serra totalmente ristrutturata nei primi Anni duemila e trasformata in sala convegni, cinema, teatro, bar e acquario che ingloba, nei locali sottostanti, una attrezzatissima palestra per fitness, saune finlandesi e bagni turchi, confina invece con il nuovo aranceto che l’ex premier intende realizzare alla Certosa. Lavori costosi, affidati a una impresa locale che non ha perso tempo nell’effettuare sbancamenti e dissodamento di terreni.
Il nulla osta regionale. Richiesto e nonancora concesso, porterà alla sanzione amministrativa: ben poca cosa rispetto alla possibile inchiesta penale che potrebbe essere attivata sul nuovo dissodamento di terreni che sarebbe stato effettuato su un’area del compendio della Certosa molto più ampio, circa un ettaro di terreni sottoposti a vincoli paesaggistici e ambientali. Terreni sui quali non è possibile estirpare neppure un cespuglio dell’infestante cisto o dell’odoroso lentischio, se non preventivamente autorizzati dagli uffici regionali. Il progetto finale sul nuovo dissodamento nelle tenute di Silvio Berlusconi – che tra Punta Lada e Punta Volpe possiede oltre centoventi ettari di terreni costellati di ville, laghetti, piscine, orti botanici e discese a mare personalizzate – è sconosciuto. Non è ancora chiaro che cosa, in quella parte dell’immenso parco delle meraviglie, il Cavaliere di Arcore voglia impiantare.Giampiero Cocco-lanuova









   
 



 
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