Ci vorrebbe un tecnico per i guai dei tecnici
 











Si diceva che il governo dei professori doveva riparare i danni fatti dai politici. Ma agli errori che accumulano Monti e i suoi ministri chi porrà rimedio? Eccone un primo, sommario elenco.
Immaginiamo un governo politico, di destra o di centro o di sinistra, che l’8 gennaio promette di mettere mano alla Rai "entro poche settimane" e poi non fa nulla per tre mesi e mezzo, anche dopo che il 28 marzo è scaduto il Cda; si dice "disponibile a un decreto" per tagliare i fondi pubblici ai partiti e poi non muove un dito; annuncia che le province saranno abolite, poi si scopre che restano, ma i consiglieri non li eleggono più i cittadini, bensì li nominano i consiglieri comunali; alza l’età pensionabile a 68 anni mentre ogni anno decine di migliaia di lavoratori vengono rottamati a 50, e poi s’accorge che così centinaia di migliaia di lavoratori restano senza stipendio né pensione; annuncia che gli "esodati" sono 65 mila perché i soldi bastano solo perquesti, salvo scoprire che sono 350 mila; ripristina la tassa sulla prima casa (Imu), esentando le fondazioni bancarie, ma non le case di vecchi e invalidi ricoverati in ospizio; divide l’Imu prima in due poi in tre rate e annuncia aliquote più alte ma senza fissarle, gettando i contribuenti nel caos e beccandosi l’accusa di incostituzionalità dai tecnici della Camera.
Ma non è finita: abolisce le imposte sulle borse di studio fino a 11.500 euro, ma non per i 25 mila medici specializzandi scippandogli il 20 per cento di quel poco che lo Stato concede loro per finire gli studi; abolisce dall’articolo 18 il reintegro giudiziario per i licenziati ingiustamente con la scusa dei motivi economici, poi annuncia che la riforma è immodificabile, infine fa retromarcia alla prima minaccia di sciopero; lancia il decreto liberalizzazioni e poi lo lascia svuotare in Parlamento dalle solite lobby, mentre la Ragioneria dello Stato segnala la mancanza di copertura finanziaria per alcune norme; dàparere favorevole a un emendamento Pd che cancella le commissioni bancarie, salvo poi accorgersene e cancellarlo con un altro decreto; lascia passare un altro emendamento Pd che tassa gli alcolici per assumere 10 mila precari della scuola, poi lo fa bocciare in extremis; annuncia la ritassazione dei capitali scudati, ma senza spiegare come si paga, così nessuno riesce a pagarla nemmeno se vuole; tassa le ville all’estero, ma si scorda quelle intestate a società, che sono la maggioranza, così non paga quasi nessuno; toglie ai disoccupati l’esenzione dal ticket sanitario e poi la ripristina scusandosi per il "refuso".
E ancora: vara il decreto "svuotacarceri" per sfollare le celle, col risultato che i detenuti aumentano (66.632 fine febbraio, 66.695 fine marzo); annuncia la tassa di 2 centesimi sugli sms per finanziare la Protezione civile, poi se la rimangia e aumenta le accise sulla benzina; annuncia due volte nella Delega fiscale un "fondo taglia-tasse" per abbassare le aliquote eabolire l’Irap coi proventi della lotta all’evasione, ma due volte lo cancella; depenalizza le condotte "ascrivibili all’elusione fiscale" con "abuso del diritto" che vedono imputati Dolce e Gabbana, indagati dirigenti di Unicredit e Barclays e multati dal fisco Intesa Sanpaolo per 270 milioni e Montepaschi per 260 (lodo salva-banche); inventa una tassa sulle barche di lusso, ma cambia tre volte le regole così pochi la pagano e quasi tutti portano gli yacht all’estero ("lodo Briatore"); nella riforma della Protezione civile scrive che "il soggetto incaricato dell’attività di previsione e prevenzione del rischio è responsabile solo in caso di dolo o colpa grave", rischiando di mandare in fumo il processo in corso a L’Aquila contro la Commissione grandi rischi per omicidio colposo e le indagini sulla mancata prevenzione nel sisma del 2009 (lodo salva-Bertolaso & C.); nel pacchetto anticorruzione Severino cambia il nome e riduce la pena (e la prescrizione: da 15 a 10 anni) allaconcussione per induzione, reato contestato a Berlusconi nel processo Ruby (lodo salva-Silvio).
Ecco, in uno a caso di tutti questi casi, che si direbbe di questo governo politico? Che ci vogliono dei tecnici per ripararne tutti i guasti. Ma se questi guasti li fa il governo tecnico, chi li ripara?di Marco Travaglio, da l’Espresso









   
 



 
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