Ricercatori americani pagati per attaccare la scienza
 











Naomi Oreskes, storica delle scienze della Terra e professore presso la California University di San Diego è coautrice insieme ad Erik Conway di un’opera intitolata Merchants of doubt.
Il testo verte principalmente sulle cause dello scetticismo climatico. La studiosa americana si è recentemente recata a Parigi dove ha tenuto una serie di conferenze sull’argomento e qui ha rilasciato anche un’intervista a Le Monde. La scienziata ha spiegato come nel mondo accademico americano non esista alcun dibattito scientifico sul fatto che il surriscaldamento del clima sia causato dai gas dell’effetto serra e dalla deforestazione atropica. Un dibattito scientifico si deve svolgere tra esperti del settore attraverso le loro pubblicazioni da far vagliare al resto della comunità scientifica.
Ma nulla di tutto ciò si sta verificando. Negli Stati Uniti, ha spiegato la storica, quelli che contestano la scienza climatica sono coloro che hanno già messoprecedentemente in dubbio l’esistenza delle piogge acide o quella del buco dell’ozono oppure che hanno sempre dubitato della nocività del tabacco. Nel suo libro viene spiegato come questi studiosi agiscano spinti da un’ideologia squisitamente politica che è quella del “fondamentalismo del libero mercato” basato sul rifiuto di ogni regola. Di fatto questi individui guadagnano un sacco di soldi per attaccare la scienza.
Negli Stati Uniti i repubblicani, malgrado gli ingentissimi danni dell’uragano Katrina del 2005, continuano a negare la scienza climatica.
Eppure anche in Europa è iniziata da tempo questa battaglia negazionista sul clima da parte di società di pubbliche relazioni che hanno diffuso messaggi “efficaci e convincenti”. Da un lato ci sono gli scienziati che decifrano un complicato problema climatico anticipando il verificarsi di eventi estremi (cicloni, siccità) dall’altro c’è chi dice che non dobbiamo preoccuparci di tutto ciò perché le risorse del capitalismo e delmercato riusciranno a risolvere tutto. Allora la gente si chiede: qual è il messaggio che preferiamo ascoltare?
A fine intervista Oreskes conclude sostenendo che lo scetticismo climatico è una storia tutta americana che attinge le sue radici nell’angoscia per il comunismo.
Sembra infatti che un gruppo di scienziati che aveva fatto carriera durante la Guerra Fredda, dopo il crollo dell’URSS avesse individuato nelle preoccupazioni ambientali una reincarnazione del socialismo e chiosa: “La campagna contro la scienza del clima è una specie di malattia ormai diffusa. Anche i motivi per… ammalarsi sono sempre più diversi”.
Rif. Les Marchands de doute (Le Pommier, 524 pp., 29 euro) di Erik Conway e Naomi Oreskes. Conway è storico presso il Laboratorio della NASA Jet Propulsion del California Institute of Technology di Pasadena.Stella Bianchi









   
 



 
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