Lo abbiamo visto tutti, il Rettore in crisi. Mr. Monti, da qualche settimana in qua, non è più “l’uomo sobrio”, l’algido Inviato dal Cielo, il Delegato dei Signori del denaro “sicuro di far uscire l’Italia dalla bancarotta” a colpi di fame e miseria per i sudditi e di ricchi profitti per gli usurai. Si aggira con il naso in giù, sussurra ridicole teorie all’acqua calda con qualche, mormora con i suoi pari il suo sconforto sullo “stato dell’opera” in panne. Sentendo tremare la terra ai suoi piedi, gli unici sussulti di decisionismo riguardano ormai improbabili negoziati con la Merkel per ottenere una qualche modifica a quel patto leonino di cessione della sovranità nazionale a Bruxelles da lui già sottoscritto e che condanna l’Italia al perpetuo sottosviluppo. E, naturalmente, le obbligatorie assicurazioni, ai padroni d’Occidente, sul ruolo italiano di ascari al servizio delle guerre di conquista atlantiche: contro Serbia, Afghanistan, Iraq,Libano, Libia e, in fieri, Siria. Per il resto, si sente trascinato verso quella terra di nessuno che di solito è l’ultima ridotta dei governanti in crisi. E’ un fatto. Quotidianamente è lo stesso consenso dell’oligarchia a perdere i pezzi. I partiti che lo sorreggono sono in palese fibrillazione: la recente bastonatura elettorale ha fatto loro capire che è tempo di prendere le distanze da un Rettore imposto dalla finanza internazionale, dall’Europa delle banche e dei bund. La montante protesta popolare contro lo strangolamento da tasse, contro i tagli allo stato sociale, al lavoro, alle pensioni, all’assistenza e ai servizi di tutti, contro la cessione dei residui beni strategici fondamentali a predatori e speculatori (dall’acqua al gas, al petrolio, all’elettricità, alla meccanica di precisione), crescita esponenziale dei suicidi di imprenditori, lo preoccupano. E lo preoccupano anche i “populisti” - così ci taccia - come noi: le tante voci di protesta che pesano edenunciano un nefasto governo della miseria paravento del sistema affamatore dei popoli. Molto. E’ evidente. Gli si legge sulla sua stessa faccia. Ecco allora, come per incanto, sorgere “spontaneamente” in Italia, un revival di terrorismo. Una gambizzazione a Genova, desueti comunicati delle Brigate Rosse qui, “attentati” non firmati (ma “rivendicati” da sempre-pronti anonimi anarchici), grida e vesti stracciate - dal Quirinale giù giù fino ai gabinetti pubblici di ogni città - sul “dilagare del fascismo” (così tanto per irreggimentare anche Grillo &?C.). Ecco, allora, il varo di misure di contrasto. Le uniche “felicemente” testate (anche in Italia, con l’atroce strategia della tensione e della guerra civile tra giovani degli Anni Settanta). Su più direttrici. Far tacere la protesta, o istituzionalizzarla, come riuscito in parte con i “Forconi” e già di massima con i “grillini” o - nel caso che ci riguarda come quotidiano di battaglia - esorcizzarla, tagliarne lepossibilità di vita. Silenziarla con la grancassa dei mezzi di (dis)informazione di massa alzati a tutto volume. Il tutto delegando, toh, Giuseppe De Gennaro, il Questurino per antonomasia, alla guida, come sottosegretario alla (sua) Presidenza a quella che nella lingua dei suoi padroni si chiama “intelligence”. Un uomo della “Sicurezza” gradito bipartigianamente: da D’Alema a Maroni, a Berlusconi e allo stesso premier. Da ieri è di De Gennaro - quello del G8 di Genova, per intenderci - ogni responsabilità diretta dei servizi segreti per l’estero e per l’interno, (Dis, Aise e Aisi): con un mandato eccezionale, da Stato Totalitario, da Kgb a Sichereit Dienst. Riferirà le cose “vere” soltanto al presidente del Consiglio, a Monti, e, su proprio progetto o su indicazione di questi, metterà in moto le azioni dei servizi. L’unico impegno “formale” sarà quello di partecipare - e non certo quello di riferire l’irriferibile! - alla scatola vuota del Cisr, il Comitato Interministeriale perla Sicurezza della Repubblica. Astuto, Mr. Monti, vero? Poco e anti democratico di sicuro, ma ideatore di una mossa “efficiente”. Un’altra stagione di sangue per l’Italia per acquetare la protesta contro il governo della miseria? E’ il nostro sospetto.Ugo Gaudenzi
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