Con la crisi e l’aumento insostenibile del prezzo dei combustibili si sono riaccesi i camini e fanno segnare un aumento del 17 per cento le importazioni di legna da ardere nell’inverno 2012, raggiungendo il valore piu’ alto degli ultimi venti anni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che evidenzia il cambiamento di abitudini degli italiani con la riduzione del potere di acquisto. ”Mentre e’ crollato del 16 per cento il consumo di gasolio da riscaldamento nel 2011 – sottolinea la Coldiretti – sono stati importati in Italia ben 3,3 miliardi di chili di legna da ardere nelle diverse forme, pari a piu’ del triplo rispetto a venti anni fa. Una dimostrazione evidente – precisa la Coldiretti – del crescente interesse verso questa forma di energia che e’ diventata competitiva dal punto di vista economico oltre ad essere piu’ sostenibile dal punto di vista ambientale”. ”Un tendenza dovuta – sostiene la Coldiretti – alla riapertura dei camininelle vecchie case ed alla costruzione di nuovi ma anche ad una forte domanda di tecnologie piu’ innovative nel comparto delle stufe a legna, delle caldaie e pellets dove l’industria italiana soddisfa oltre il 90 per cento delle domanda sul mercato interno mentre destina quasi un terzo della produzione nazionale alle esportazioni”. ”L’Italia – continua la Coldiretti – e’ diventato il primo importatore mondiale di legna da ardere nonostante la presenza sul territorio nazionale di 10 milioni e 400 mila ettari di superficie forestale, in aumento del 20 per cento negli ultimi 20 anni. I 12 miliardi di alberi che coprono oltre un terzo della superficie nazionale (35 per cento) costituiscono – precisa la Coldiretti – il polmone verde dell’ Italia con circa 200 alberi per ogni italiano. I boschi – precisa la Coldiretti – ricoprono un ruolo centrale come assorbitori e contenitori di anidride carbonica, che e’ il principale gas ad effetto serra, e sono fondamentali nella mitigazione enell’adattamento ai cambiamenti climatici in corso ma potrebbero svolgere un ruolo ancora piu’ importante per compensare il fabbisogno energetico del Paese”. La grande ricchezza non sfruttata dellItalia L’Italia è una penisola montuosa i cui terreni sono difficilmente utilizzabili in agricoltura. E’ ricoperta di un manto vegetale, é ricca di energia solare intesa come superfice di captazione dell’energia frutto del calore e della luce del sole. Non stò parlando dei pannelli solari che costano a produrli più energia di quanta non ne producono a loro volta nell’arco della loro vita. Questa grande, inesauribile fonte di energia non è attualmente sfruttata anzi è sistematicamente boicottata. Stiamo parlando della biomassa legnosa, gli alberi dunque, i più perfezionati organismi di stoccaggio di anidride carbonica e di energia, elementi vegetali super specializzati e adattatisi alle differenti caratteristiche pedo morfologiche. Sono organismi che non hanno bisogno dinulla e che chiedono solo di essere utili alla diffusione della vita a se stessi e ad altri organismi animali. Ricordate quando il WWF furbescamente ci raccontava la scemata di non usare il legno perchè bruciarlo inquina e perchè così gli alberi non saranno abbattuti? E’ un autentico e criminale boicottaggio della più ecologica, naturale e generosa forma di energia di cui l’uomo dispone. Vi sembra che vi sia una evidente contraddizione in quello che sostengo? In effetti i ragionamenti associati portano al queste conclusioni. Noi pensiamo che i media di regime facciano un ragionamento intelligente ed invece è semplicemente un piano prosaicamente funzionale alla grande truffa dell’imposizione delle cosidette energie rinnovabili per l’ottenimento di certificati verdi. Certificati da vendere e comprare speculando nella borsa dell’enegia rinnovabile, aprendo la botola su un abisso di azioni fraudolente di ogni tipo che vanno dalla tassazione a danno dei cittadini che usanol’energia elettrica non rinnovabile, all’elargizione di montagne di denaro ad aziende specializzate nella speculazione energetica come quelle che ci vendono la presunta energia pulita. In questo campo i francesi la franno da padroni ed a seguire i nostri importatori di Gas metano dall’Algeria, e dalla Russia. Perchè è ecologico bruciare i combustibili fossili ed organici? Bruciando combustibili fossili in luoghi concentrati si ha un disturbante aumento della CO2 nell’aria, quindi un inquinamento locale, ma è altrettanto vero che con l’aumento della CO2 si ha anche un notevole aumento delle capacità di crescita delle piante che se ne cibano. Quindi in pratica, la natura nel suo progetto divino si è tutelata contro la povertà intelletuale ed il comportamento errato di quello che viene definito animale più evoluto. Utilizzando invece gli alberi o le canne, come combustibile, si otterrebbe un impatto ambientale in pareggio con un consistente vantaggio energetico. L’unicoveramente vantaggioso e senza controindicazioni, salvo avventate decisionoi di politici e tecnici che non conoscendo le leggi biologiche e naturali potrebbero assotigliare gli stock naturali di legno e qundi di energia dei boschi. Bruciare legna autoprodotta in loco, è e resterà sempre il miglior mezzo di combustione per l’ottenimento di energia al minimo costo. Quindi piantiamo alberi e bruciamoli diradando il bosco quando hanno raggiunto una dimensione idonea badando semmpre a piantarne di nuovi. In Finlandia vige il metodo di piantare 7 alberi per ogni albero vecchio tagliato. In Italia dell’argomento si occupa nessuno. Siamo un paese senza energie e snobbiamo, ignoriamo l’energia da biomassa legnosa! Pensate che in Stiria, in Austria più del 50 % delle nuove case sono riscaldate da cippato di legna! (legno frantumato). Lavorare nei nostri paesi incantati dove il rumore ed i canti della nostra lingua ci acudiscono, senza abboccare alle lusinghe della globalizzazione checi vuole soli ed emigranti in terre straniere. Questo è l’unico modo per rinnovare quel miracolo di coesione che son stati fino ad oggi i paesi ed i borghi delle nostre colline e montagne, ma il discorso vale anche per la pianura. L’albero dovrebbe essere concepito quindi come elemento basilare di una economia che usa un’ energia preziosa, compatibile e sostenibile. Piantiamo alberi dunque e scaldiamoci davanti al fuoco di legna scopiettante nelle sere di freddo. Riscalda il corpo e l’anima. E non abbiamo ancora accennato a tutti gli altri vantaggi che gli alberi ci offrono dai frutti ai funghi al miele alla fertilità dei suoli al trattenimento delle acque piovane, dal clima mitigato, alla bellezza del paesaggio, all’importanza per gli animali selvatici. In poche parole gli alberi forniscono un ambiente ideale in cui vivere in equilibrio con la natura.Lino Bottaro Aspetti energetici delle biomasse dal legno: combustione efficiente e modalità di trasmissione delcalore (Redazione Nextville) L’efficacia della combustione non dipende soltanto dalla tecnologia delle apparecchiature ma anche dalle caratteristiche chimico-fisiche della biomassa. Il potere calorifico Il potere calorifico è il parametro fondamentale per valutare la qualità del legno (sia esso in forma di ciocchi, pellet o cippato), e per comprenderne le potenzialità energetiche anche in comparazione con i combustibili fossili. Il potere calorifico di un combustibile indica la quantità di energia che può essere ricavata dalla combustione completa di un’unità di peso. La tabella sottostante confronta i diversi poteri calorifici, in kWh termici prodotti per ogni kg bruciato, da combustibili fossili e da biomasse legnose. Combustibili da biomassa Potere calorifico netto (kWh/kg) Legna da ardere (25% umidità) 3,5 Cippato pioppo (25% umidità) 3,3 Pellet di legno (max 10% umidità) 4,9 Combustibili fossili Gasolio 11,7 Metano 13,5 GPL 12,8
Confronto tra i poteri calorifici del legno e dei combustibili fossili (Fonte: ITABIA) Dalla tabella risulta evidente come il potere calorifico del legno sia inferiore rispetto a quello dei combustibili fossili. Infatti, per produrre l’energia di un litro di gasolio, occorrono circa 3 kg di legna da ardere. Possiamo quindi facilmente calcolare il vantaggio economico (vedi anche “Aspetti economici” nei Riferimenti in fondo alla pagina) del legno: se la legna da ardere ha un costo di 0,10 €/kg, spendendo circa 0,30 € posso ottenere il calore che ricaverei da un litro di gasolio (costo circa 1,2 €/litro). In definitiva, a parità di contenuto energetico e quindi di calore ottenuto, la legna mi costa circa 1/4 rispetto al gasolio e la metà rispetto al metano. L’importanza dell’umidità Il potere calorifico del legno è un parametro variabile, che aumenta al diminuire dell’umidità. L’acqua contenuta nel legno,infatti, è nemica di una buona combustione, come si può vedere nella seguente tabella. Il rapporto tra l’umidità e il potere calorifico del legno (fonte: Dossier “Dal bosco: legno energia e ambiente”, Provincia di Lecco) Il legno, subito dopo essere stato raccolto, presenta un alto contenuto di acqua, superiore al 50%. Per questo motivo la legna viene fatta stagionare al coperto e all’asciutto per 2-3 anni, in modo da ridurre l’umidità a valori ottimali per la combustione, intorno al 25%. Anche il cippato, come la legna, risulta all’inizio molto umido e deve quindi subire un processo di stagionatura. Il pellet invece grazie al particolare processo di lavorazione cui è sottoposto, presenta valori di umidità inferiori al 10%: questo, insieme alle tipiche caratteristiche di compattezza e omogeneità, ne spiega l’alto potere calorifico. Anche la pezzatura del legno influisce in maniera determinante sulla qualità della combustione: i piccoli cilindretti di pellet e le scagliedi cippato, comportandosi come combustibili fluidi all’interno della camera di combustione, bruciano meglio rispetto alle pezzature grossolane tpiche della legna in ciocchi, determinando anche una minore produzione di ceneri. La post-combustione Oltre alla qualità del combustibile, è fondamentale che il processo di combustione sia il più efficace possibile. Molti apparecchi ad alta efficienza devono i propri alti rendimenti a sistemi di “post-combustione” o “seconda combustione“. Questa si può ottenere separando le due diverse fasi di combustione: • nella prima fase, avvengono le reazioni di essicazione, pirolisi e gassificazione del legno, attraverso l’immissione di aria primaria; • nella seconda fase, cioè l’eventuale “post-combustione”, avviene la completa combustione dei gas (soprattutto monossido di carbonio) prodotti nella prima fase, attraverso l’immissione di aria secondaria. L’aria, entrando in combinazione con l’ossido di carbonio, sprigiona una seconda fiammamolto calda, che aumenta l’efficacia del processo. In questa seconda fase, si raggiungono temperature superiori agli 800 °C. Quanto più elevata la temperatura in camera di combustione, tanto maggiore sarà l’abbattimento delle sostanze inquinanti (vedi “Aspetti ambientali” nei Riferimenti in fondo alla pagina) presenti nei fumi in uscita. La trasmissione del calore Conoscere alcuni principi di base relativi al modo in cui il calore viene diffuso negli ambienti è molto importante, poichè cambia la qualità del riscaldamento e la sensazione di comfort termico. Conduzione Molti apparecchi a biomassa di moderna concezione sono deputati a trasmettere per conduzione tutto il calore della combustione all’acqua, che viene poi distribuita nell’impianto idraulico e nel sistema di riscaldamento: questo è il caso delle caldaie a legna, a pellet e a cippato. Per conduzione si intende un traferimento di calore per contatto diretto, da un corpo a temperatura maggiore ad uno atemperatura minore. Questo è proprio ciò che avviene negli scambiatori di calore aria /acqua delle caldaie. Vi è poi un’altro tipo di impianti, come i termocamini ad acqua, le termostufe e le termocucine, in cui parte del calore è trasmessa all’acqua per conduzione, parte invece all’ambiente circostante, per convezione e/o irraggiamento. E proprio la convezione e l’irraggiamento sono le due modalità di diffusione del calore utilizzate da stufe e camini privi di sistemi di distribuzione di acqua calda. Occorre evidenziare che nessuno degli apparecchi di combustione a biomassa produce esclusivamente calore radiante o calore per convezione, ma necessariamente in entrambe le forme, anche se in quantità e proporzioni diverse. arraggiamento L’irraggiamento è un tipo di trasmissione del calore che avviene sotto forma di onde elettromagnetiche. A differenza della conduzione e della convezione (vedi sotto), il calore per irragggiamento viene trasmesso ai corpi (persone, pareti,oggetti) e non all’aria. Questo determina una confortevole sensazione di calore e ha il vantaggio di non innescare moti convettivi dell’aria, con minore produzione di polveri. Altro aspetto fondamentale è l’omogeneità con cui il calore si distribuisce negli ambienti: in quelli riscaldati per irraggiamento c’è una differenza minima di temperatura, di circa 2 °C, tra il livello del pavimento e quello del soffitto. Il calore dunque non si accumula nella zona alta degli ambienti interni, come accade con il calore trasmesso per convezione. L’esempio più evidente di questa modalità di riscaldamento è data dai raggi solari che riscaldano la terra pur viaggiando nel vuoto. A livello più pratico, una delle modalità più conosciute di diffusione del calore per irraggiamento è quella del riscaldamento a pannelli radianti. Sono soprattutto le stufe e i camini tradizionali a trasmettere il calore in forma radiante. Per quanto riguarda i camini aperti, bisogna dire che hanno unabassissima efficacia in termini di irraggiamento, poichè la maggior parte del calore se ne esce attraverso la canna fumaria, insieme ai fumi di combustione. Molti tipi di stufa e le stufe-camino, invece, riscaldano per irraggiamento in maniera più efficace: questo vantaggio è dovuto alla conformazione degli apparecchi (focolare chiuso, maggiori superfici di scambio termico) e all’utilizzo di materiali (come pietra ollare, ghisa, ceramica) in grado di accumulare calore, per poi rilasciarlo lentamente. Le tre modalità di diffusione del calore: l’irraggiamento (radiation), la convezione (convection) e la conduzione (conduction) La convezione La convezione, infine, è la modalità di trasmissione del calore che avviene attraverso un fluido, aria o acqua. L’aria calda, essendo più leggera, prende il posto di quella più fredda che scende verso il basso: questo processo è alla base dei moti convettivi. La convezione è la forma di diffusione del calore più comune negli edifici,essendo quella propria di radiatori e ventilcovettori. Ma non solo: le moderne stufe a pellet, le termostufe, i camini ventilati, i termocamini ad aria e in generale tutti gli apparecchi a biomassa chiusi da uno sportello vetrato, riscaldano gli ambienti soprattutto per convezione. Caratteristica del riscaldamento per convezione è la stratificazione del calore, con differenze di temperatura tra soffitto e pavimento superiori ai 5 °C. Anche se meno confortevole del calore radiante, la convezione ha dalla sua il fatto di essere spesso più efficace: consente infatti un riscaldamento più veloce degli ambienti e permette inoltre di realizzare efficaci sistemi di canalizzazione per immettere aria calda anche negli ambienti adiacenti a quello in cui è installato il generatore di calore. L’aria calda può fuoriuscire dagli apparecchi per moto spontaneo (convezione naturale) oppure mediante ventilatori elettrici (convezione forzata). La convezione forzata viene utilizzata nella maggiorparte degli impianti di moderna concezione, dotati di picccoli elettroventilatori di poche decine di watt. Rispetto al calore radiante, l’immissione di aria calda dà una minore sensazione di comfort termico e provoca il movimento di polveri. Riferimenti • Aspetti economici delle biomasse da legno in Nextville (Visione d’insieme) • Aspetti ambientali delle biomasse da legno in Nextville (Visione d’insieme)
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