Tonno Radioattivo pescato negli USA
 











La rivista scientifica americana PNAS, Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, ha pubblicato il 29 maggio nel suo sito online un articolo in cui afferma che dopo il disastro nella centrale nucleare giapponese di Fukushima, tonni radioattivi sono approdati sulle coste americane attraversando il Pacifico dal Giappone.
Cinque mesi dopo il disastro Fukushima, Fisher della Stony Brook University di New York e un tem dell’Università di Stanford hanno deciso di analizzare alcuni tonni del Pacifico che sono stati catturati al largo della costa di San Diego. Con loro grande sorpresa tutti i campioni di tessuto, provenienti dai 15 tonni catturati, contenevano elevati livelli di due sostanze radioattive: ceiso-134 e cesio-137.
Oggi i valori i radioattività possono essere ancora maggiori dato che tutta l’acqua che viene usata per raffredare le bare di combustibile radioattivo, che altrimenti innescherebbero unafusione, viene riversata in mare a causa dei danni del contenitore di stoccaggio: “al ritmo di 6 tonnellate d’acqua iniettate ogni ora, il livello dell’acqua è solo 40cm dal fondo del contenitore“.
Il Cesio dimezza la sua radioattività in circa trenta anni mentre nessuno ha ancora valutato la presenza in mare di un altro metallo, quale il Plutonio, i cui tempi di decadimento sono addirittura di 24.000 anni. La presenza del metallo altamente tossico è stata però rilevata in più punti attorno al plesso nucleare e proverrebbe in modo particolare da uno dei reattori danneggiati nel corso del maremoto del marzo dello scorso anno.
La quantità di radioattività contenuta nei pesci è dieci volte superiore al livello che gli Stati Uniti e il Giappone ritengono normale. “Siamo stati veramente sorpresi dei risultati delle analisi e ancor di più nel vedere questo in tutti i pesci che abbiamo misurato”,  ha detto l’ecologo marino Daniel Madigan presso la Stanford University che ha guidatoil gruppo di studio.
Quello che sta accadendo invece non ci sorprende come avevamo già spiegato qualche tempo fa in questo articolo “Ciò che viene taciuto sul problema delle radiazioni nucleari che si diffondono in tutto il mondo“. Il tonno è un pesce predatore che nella fase giovanile si nutre di plancton, che a sua volta è una sorta di filtro dell’acqua (per questo è pieno di mercurio e radioattività), e nella fase adulta di piccoli pesci.
Il fenomeno si chiama biomagnificazione che è quel processo attraverso il quale tutti gli organismi appartenenti alla stessa catena alimentare, trasferiscono e concentrano, in percentuali sempre più elevate, le sostanze presenti negli organismi di cui si nutrono. Es. – se nei tessuti delle alici, delle sardine e degli sgombri vi sono accumulate sostanze tossiche, i tonni concentreranno percentuali, sempre più alte, di tali tossine perché ingeriranno, nell’arco di tempi brevi, migliaia di questi organismi contaminati. E’ evidente che l’Animaleche stà al vertice della piramide alimentare concentrerà all’interno del proprio organismo, le percentuali più alte di sostanze tossiche.
Nei mari giapponesi avviene inoltre la deposizione delle uova.
Nonostante i risultati dello studio viene affermato che non è un pericolo per la salute delle persone. Io ho smesso di mangiare tonno già a causa dei metalli pesanti, ognuno tragga le proprie conclusioni.Riccardo Lautizi









   
 



 
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