Corruzione sanità a Foggia “Pur confermando il nostro fermo garantismo, riteniamo che la politica non possa e non debba ignorare il gravissimo allarme lanciato dagli inquirenti foggiani sullo spaccato che emergerebbe dalle inchieste in corso sulla gestione della sanità in Capitanata. Il Governo Regionale reagisca e agisca per introdurre immediatamente severe norme di controllo, le stesse che noi proponiamo da anni”. Lo dichiara in una nota il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese. “Sulle cronache odierne gli inquirenti foggiani parlano di ‘spaccato allarmante’ di una sanità in cui si verificano ‘corruzioni, concussione, falsi, truffe e riciclaggi’ e dove ‘al centro non c’è l’ammalato ma gli accordi sotterranei, i sotterfugi e non si parla quasi mai del paziente ma sempre e solo di malaffare’. Rivolgono poi un chiaro appello alla politica regionale affinchè ‘ponga un freno a ruberie e malaffare’, invitano ‘chi ha responsabilità edovere di controllare e di gestire’ a ‘rimuovere, rinnovare, stravolgere queste organizzazioni criminali perché pregiudicano il diritto alla salute’. Ci sembra - aggiunge Palese – che questi allarmi e questi appelli, peraltro molto simili a quelli che noi dai banchi dell’opposizione e molti dai banchi della stessa maggioranza lanciamo da anni, meritino una reazione immediata da parte del Governo Regionale. Per quanto ci riguarda riproponiamo per l’ennesima volta l’approvazione di norme quali: gare al massimo ribasso, comitati di sorveglianza, commissioni di gara di cui facciano parte magistrati della Corte dei Conti ed esponenti della Guardia di Finanza; concorsi selettivi per la nomina di primari con prove scritte, orali e tecniche. Rivolgiamo anche noi un appello ed una richiesta politica forte al Presidente Vendola affinchè quanto prima arrivi in Commissione e in Consiglio Regionale un provvedimento contenente norme urgenti per garantire controlli severi nella spesa e nella gestionedell’intero sistema sanitario pugliese”. L’assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini, replica alla nota del presidente del gruppo Pdl in Consiglio, Rocco Palese con una nota. Ecco il testo: “Ritengo necessario e doveroso precisare che la Regione Puglia, a seguito delle ben note vicende giudiziarie di circa quattro anni fa, ha intrapreso una serie di iniziative e prodotto atti per il controllo della spesa, la verifica degli appalti e la gestione in trasparenza delle Aziende Sanitarie. Per cui la logica dell’inerzia della politica regionale espressa dal Consigliere Palese, è nettamente in contrasto con tutto il lavoro svolto e in corso di svolgimento da parte dell’assessorato e del governo regionale. Vorrei ricordare l’istituzione dell’Osservatorio dei Prezzi, delle Tecnologie e dei Dispositivi medici e protesici, quale strumento di trasparenza nella gestione e mezzo di controllo della spesa pubblica; e poi il “Nucleo Regionale di verifica Contratti e appalti”, che sioccupa di valutare e verificare la validità e la correttezza degli appalti di tutte le Aziende e gli Enti del SSR, i quali hanno l’obbligo di trasmettere almeno 30 giorni prima della prevista pubblicazione, tutta la documentazione relativa alla procedura di gara, completa di ogni elemento informativo e tecnico. Per quanto riguarda il Nucleo di Verifica vorrei sottolineare che stiamo lavorando per il suo rafforzamento e potenziamento: con una delibera di giunta approvata circa due mesi fa, abbiamo infatti ampliato, sia numericamente che per quanto riguarda le competenze specifiche, la composizione dello stesso Nucleo che ora risulta integrato anche da esperti di diritto penale e commerciale proprio per esercitare maggiore controllo al fine di rilevare eventuali anomalie. Siamo infatti convinti che una parte consistente del malaffare potrebbe annidarsi proprio in queste pieghe. Stiamo anche lavorando per l’estensione dei controlli e del monitoraggio anche sugli appalti al di sotto dellesoglie comunitarie che godono appunto di minori controlli. Questo proprio per evitare il fenomeno del frazionamento dell’appalto, che potrebbe sfuggire ai controlli rigorosi, e per poter individuare gli eventuali illeciti. E questi strumenti sono attivi per il controllo di tutte le Aziende Sanitarie del territorio pugliese, per il quale ci avvaliamo anche della collaborazione assidua e fattiva della Guardia di Finanza e dei Carabinieri. In particolare poi, sulla vicenda degli arresti nel foggiano, va specificato che si tratta di un unico filone che riguarda una ristretta cerchia di persone che sono già state allontanate dalla Asl di Foggia e che sono in attesa di giudizio da parte degli inquirenti. Il primo atto del Direttore Generale Manfrini è stato l’istituzione di un Nucleo ispettivo aziendale - sul modello di quello istituito dall’assessorato - per la verifica delle procedure, degli atti amministrativi e delle criticità che potrebbero emergere, anche sulla base di segnalazioni edi denunce da parte dei cittadini. Anche il Nucleo ispettivo della ASL di Foggia si avvale della collaborazione della magistratura, della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Procura. Il lavoro del Nucleo ha già dato alcuni frutti importanti per contribuire al controllo degli atti e della spesa, dal momento che sono stati adottati circa 26 provvedimenti di sospensione e di licenziamento dal lavoro per medici e dirigenti indagati per truffa, peculato e corruzione. Così come sono stati presi provvedimenti duri come l’interruzione di appalti sui quali sono in corso gli accertamenti della magistratura. E proprio rispetto ai contratti e agli appalti, va segnalato che la ASL di Foggia ha dato incarico ad una prestigiosa società per verificare la legittimità e la congruità economica di tutti gli atti deliberati dall’Area Patrimonio della Asl foggiana, dal 2007 (anno dell’unificazione delle ASL), fino al 31/12/2011. L’intento è quello di non aspettare l’intervento della magistratura edelle forze dell’ordine, ma di verificare la giustezza e la correttezza di tutti gli atti dell’azienda, nel corso degli ultimi 5 anni, per prevenire e rilevare possibili atti illeciti e per la tutela della salute dei cittadini”.(...) Tarquinio: ’Sulla Sanità un Vendola totalmente fuori dalla realtà’ Il Consigliere Regionale PDL Lucio Tarquinio ha diffuso la seguente nota:“Ci sarebbe da trasecolare nel leggere l’intervista di oggi di Vendola sullo stato della Sanità pugliese. Sembra che cada da Marte su un mondo del tutto immaginario: quello di una Sanità pugliese che sarebbe addirittura quasi fuori “dal tunnel” mentre invece precipita sempre più nel baratro. Sembra, a fronte dei bacchettamenti indirizzati a chi difende –magari soltanto per onor di firma- questo o quel nosocomio, di avere a che fare con un soggetto che non abbia nulla in comune con il candidato che vinse le elezioni del 2005 contro la chiusura degli Ospedali, contro i tickets e chi più ne hapiù ne metta. Sembra, a fronte dello scarico da sé di tutte le responsabilità nelle malversazioni e nel malaffare, nonché negli errori, orrori ed omissioni, di questi anni, di avere a che fare non già con un Presidente in carica da 7 anni, ma con un incolpevole “opinion leader” dell’opposizione. Sconcerta l’annuncio dell’avvio sempre futuribile dei servizi territoriali alternativi a quelli ospedalieri da parte di chi da 7 anni li promette e non si è mai sognato di realizzarli. Latita totalmente ogni doverosa umiltà nel mancato riconoscimento che sarebbe bastato attuare il Piani-Fitto per trovarci oggi non già dinanzi alle costosissime macerie della Sanità pugliese, ma al contrario ad una realtà razionale, qualificata e con i conti a posto, in cui poche tempestive razionalizzazioni avrebbero evitato, senza chiudere nessun Ospedale, le mutilazioni spietate in atto. Mancano le scuse per avere consapevolmente sfondato, a botta di sprechi e regalie, nella passata legislatura pertre anni su 5 il “patto di stabilità” ben sapendo che ciò- per effetto di normative introdotte da Prodi- avrebbe comportato la necessità di un doloroso “piano di rientro” della spesa sanitaria. Manca ogni mea-culpa per vicende di fragoroso malaffare, pur in presenza di reiterate e documentate denunce non soltanto nostre, a partire dall’opaca gestione delle “internalizzazioni”, nonostante le inquietanti anticipazioni dell’esperienza-pilota di Foggia, in una assordante omertà che si spiega soltanto con i massicci ritorni elettoralistici che ne sono derivati. Aleggia su tutto la sensazione un po’ penosa di un soggetto ormai completamente fuori da una realtà di cui peraltro si è occupato a tempo perso, tra mille elucubrazioni televisive ed ininterrotte campagne elettorali in giro per il mondo, ed oggi nuovamente distratto da ennesime Primarie prossime venture. Mentre i Pugliesi continuano a sprofondare, appesantiti da una montagna di tasse, nel baratro di una Sanità sempre piùlontana dai più elementari canoni di rispetto del diritto costituzionale alla Salute.”(...) Sanità, no a ordinanze sindaci-sceriffi “Le notizie di stampa offrono un quadro confuso, caotico, fazioso del Piano di riordino che la Giunta Regionale ha adottato in queste ultime ore”. Lo dichiara in una nota il capogruppo de La Puglia Prima di Tutto alla Regione Puglia, Francesco Damone. “Da quello che appare, l’interesse preminente risulta essere la salvaguardia del campanile e delle strutture complesse da rivendicare per alcuni operatori.Nel caso di specie si è completamente ignorato l’elemento portante ed indispensabile della sanità che si concretizza nella tutela assoluta della salute del cittadino. La crisi economica che grava sull’intero paese – aggiunge Damone - l’uso improprio delle risorse assegnate al comparto sanità fanno obbligo agli amministratori tutti di assumere provvedimenti seri e nella massima serenità. Se si esaminano gli interventi eseguiti intutti gli ospedali periferici la gran parte degli interventi si concretizzano in operazioni chirurgiche normali: appendicite, colecisti, ernie e prestazioni ambulatoriali che non richiedono lunghe degenze, riabilitazione e quant’altro, in quanto per i mali del secolo si ricorre o ai grandi ospedali o addirittura alla mobilità extra regionale. Gli UDT costituiscono anch’essi servizi attraverso i quali si consente di elargire senza controllo cospicue somme di pubblico denaro ad operatori privilegiati rispetto ad altri. L’elencazione delle inutilità pagate dal dio pantalone potrebbero continuare a dismisura, ma in questa sede mi preme evidenziare che la via da seguire per garantire assistenza ai cittadini pugliesi, non è certo quella delle ordinanze di Sindaci – sceriffi: pur essendo infatti i Sindaci le massime autorità sanitarie nelle loro città, la responsabilità penale e amministrativa degli atti, attiene esclusivamente ai Direttori Generali delle Asl che, nel caso di specie, possonorichiamare lo stato di necessità e il rischio di interruzione di pubblico servizio, per mantenere aperti i presidi ospedalieri. Si consiglia a tutti gli amministratori di onorare sul piano culturale la vera significazione del comparto sanità: “la salute del cittadino “ che non ha colore politico”. In una nota, l’Assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini, spiega le motivazioni delle scelte sui punti nascita: “I criteri per la rimodulazione dei punti nascita in Puglia sono inderogabilmente definiti dalle Linee Guida Ministeriali e dall’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari) e nello specifico riguardano: il numero dei parti annuali di ciascuna struttura, che non deve essere inferiore ai 500 parti l’anno; la numerosità del bacino di utenza per ciascun punto nascita, per cui si prevede un punto nascita ogni 220.000 abitanti, e la territorialità. La Regione Puglia ha istituito circa due anni fa una Commissione regionale che studiasse la situazione puglieseed elaborasse un piano di riorganizzazione della rete, secondo i criteri stabiliti, finalizzato a garantire la sicurezza del percorso nascita, a tutela della salute delle donne e dei bambini. La Commissione ha evidenziato che a fronte di 37.500 parti nel 2010 e 36.119 parti nel 2011, quindi con un trend in diminuzione, il numero di 42 punti nascita, fra pubblici e privato accreditato, era fortemente in esubero. Pertanto, attenendosi ai criteri ministeriali su indicati, la Commissione ha stabilito di dover disattivare 10 punti nascita pubblici (la definizione dei punti nascita del privato accreditato eventualmente da disattivare deve essere fatta entro il 31/12/2012, contestualmente alla riduzione dei posti letto nel privato accreditato, come da Piano di Rientro). Nello specifico, vengono disattivate le strutture nelle quali si è registrato un numero di eventi nascita inferiori alla soglia dei 500, così come indicato nelle linee guida ministeriali: è il caso di Ostuni che nel2011 ha fatto registrare 378 parti, peraltro con un tasso di tagli cesarei dell’80 %; è il caso anche di Manfredonia (329 parti nel 2011), Lucera (278 nel 2011), Fasano (310 nel 2011), Manduria (222 nel 2011), Gallipoli (389 nel 2011) e altri. Siamo ben consapevoli che sui dati di attività prodotta dai punti nascita in precedenza elencati sicuramente avrà influito la carenza di personale, che però riguarda tutte le strutture ospedaliere e non solo i punti nascita, ed è questa la vera criticità in questo momento del sistema sanitario regionale, conseguenza diretta del blocco del turn over imposto alla nostra regione dal Piano di rientro. Le uniche eccezioni ai criteri indicati sono Scorrano (439) e Canosa (537), per due ordini di ragioni differenti. Per Scorrano è prevalso un criterio di garanzia per la copertura territoriale della rete di assistenza nella zona salentina. Per quanto riguarda Canosa, invece, che si attesta poco sopra la soglia dei 500 parti (537) nel 2011, c’è dadire che la provincia Bat aveva 4 punti nascita (Bisceglie, Barletta, Andria e Canosa), assolutamente eccedenti rispetto al criterio di un punto nascita ogni 220.000 abitanti; seguendo questo criterio, infatti, il piano di rimodulazione avrebbe dovuto prevedere solo 2 punti nascita per tutta la provincia, ma abbiamo deciso comunque di tenerne aperto uno in più e abbiamo privilegiato le strutture che effettuano un maggior numero di parti ogni anno. Infatti, Bisceglie si attesta sui 990 parti, Barletta su 955 e Andria 896, e due di questi punti nascita vengono individuati come punti nascita di secondo livello, ovvero dotati di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale (UTIN). Va inoltre specificato che in tutti gli Ospedali che conservano i punti nascita, si è deciso di attivare unità di Pediatria e di Neonatologia, a tutela della salute dei nascituri e dei bambini. In sostanza, le decisioni prese sono a garanzia delle donne pugliesi e dei loro bambini, affinché abbiano i massimilivelli di sicurezza e di qualità in uno dei momenti più importanti della vita. E sarebbe opportuno che prima di fare dichiarazioni improprie ci si documenti accuratamente con i dati delle rilevazioni che puntualmente l’assessorato e l’agenzia elaborano.(...) Al Lastaria non si mangia più E adesso solo Nichi Vendola può far tornare a mangiare quel gruppo di persone che da stamattina ha iniziato lo sciopero della fame all’interno dell’ospedale Lastaria di Lucera dove è stato installato un presidio permanente con tanto di letti nel piazzale e intervento dei carabinieri allertati dalla dirigenza del nosocomio. Sebbene si tratti ancora di un numero indefinito da verificare con certezza al calare della prima notte, un nucleo di protesta concreta è intenzionato a proseguire la sua azione di dissenso nei confronti della decisione della Regione di ridurre il nosocomio ai minimi termini. Se nei giorni scorsi era partita una lettera di richieste e proteste indirizzataal governatore pugliese, sottoscritta da 18 sindaci compresi quelli beneventani di San Bartolomeo e Baselice, traversalmente dagli esponenti di tutti i partiti politici e delle forze sindacali, e perfino del vescovo della diocesi, intorno alle 10 di oggi ha lentamente preso corpo l’iniziativa che ha incassato il sostegno di sindaci, amministratori, dipendenti e anche singoli cittadini, sebbene l’obiettivo principale dell’azione è sì mediatico, ma anche quello di coinvolgere fattivamente le popolazioni del territorio nel sostenere la lotta. Ma quasi con un tempismo beffardo, proprio questa mattina alcuni dializzati dei piccoli comuni vicini hanno ricevuto la comunicazione di soppressione del servizio trasporto per le sedute in Viale Lastaria, resa nota dal sindaco di Biccari Gianfilippo Mignogna che l’ha ritenuta un nuovo schiaffo all’utenza e al suo diritto alla salute. E mentre all’ospedale si comincia a protestare sul serio, un nuovo fronte si è aperto a Palazzo Mozzagrugno,visto che la Giunta Dotoli ha deliberato un primo provvedimento finalizzato all’annunciata azione giudiziaria contro la Regione. Secondo le prime anticipazioni, sarebbe stata individuata una duplice strategia, sia amministrativa (ricorso al Tar) che civile (ricorso al tribunale ordinario), curate rispettivamente dagli avvocati Enrico Follieri e Giuseppe Agnusdei, quest’ultimo presidente dell’Ordine di Lucera improvvisamente apparso la scorsa settimana in un incontro al Comune, peraltro annunciando la disponibilità del Foro nella consulenza per la questione. Sul fronte strettamente geografico, invece, continua prudentemente e sotto traccia il sondaggio politico amministrativo circa l’aggregazione al Molise di Lucera e del suo territorio circostante, con in lizza almeno una dozzina di comuni. Mentre continua il sondaggio che Luceraweb ha lanciato su Facebook, e nonostante le resistenze di qualche alto esponente di Palazzo Mozzagrugno che vorrebbe fare politica anche sulla questionedel Lastaria, è stato fissato per i prossimi giorni un appuntamento con il governatore del Molise Michele Iorio che incontrerà una delegazione di amministratori locali, finalizzato a sondare i primi umori su un’iniziativa che promette anche qualche risvolto clamoroso. Luceraweb-r.z.(...) Attolini replica a centrodestra su riorganizzazione sanitaria In merito alla nota dei Capigruppo del centrodestra al Consiglio Regionale, l’assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini, specifica quanto segue: “In questi giorni stiamo riorganizzando il sistema sanitario regionale, secondo un principio che rivoluziona il concetto di assistenza per la salute dei cittadini. Stiamo quindi scrivendo una bella pagina di storia per la nostra terra, non un libro dei sogni. Le migliorie strutturali e strumentali per le strutture che diventeranno punti di riferimento per l’assistenza territoriale, infatti, fra le quali è inclusa anche Conversano, sono finanziatedall’asse III°, linea 3.1 dei fondi FESR e non da poste di bilancio ordinario delle Aziende Sanitarie. Quindi non c’è alcun pericolo, né alcun dubbio: la modernizzazione del sistema sanitario pugliese procede a passo spedito. Auspico che tutta la politica pugliese aiuti il governo regionale nell’attuazione di un modello innovativo di assistenza, che prevede la deospedalizzazione e il potenziamento dei servizi sanitari nei territori. Potremmo contare su ulteriori risorse e potremmo rendere il sistema sanitario sostenibile se si smettesse di fare battaglie campanilistiche sui singoli posti letto, che rubano risorse e non garantiscono gli standard di qualità nell’assistenza che i pugliesi meritano. Questo è l’obiettivo dichiarato del nostro lavoro.”(...) Sanita’: sequestrati beni per duecentocinquantamila euro a Tarantini,Ledy ASL,... Il gip di Bari ha disposto il sequestro di beni mobili e immobili del valore di 255mila euro riconducibili all’imprenditore bareseGianpaolo Tarantini, all’ex direttore generale della Asl Bari, Lea Cosentino, all’ex capo area gestione patrimonio Asl, Antonio Colella, a Michele Vaira e Francesco Lippolis, all’epoca dei fatti dirigenti della Asl di Bari. I sequestri di conti correnti, quote di immobili, auto e moto, sono stati disposti nell’ambito del procedimento penale in cui i cinque sono accusati, insieme ad altre 10 persone, di associazione per delinquere, corruzione e istigazione alla corruzione, peculato, turbativa d’asta, falso materiale e ideologico, truffa, frode in pubbliche forniture. L’inchiesta, conclusa nel febbraio scorso, riguarda le presunte tangenti pagate per la gestione illecita delle gare e delle trattative per l’acquisto di attrezzature e protesi sanitarie. In particolare, Tarantini avrebbe pagato a Cosentito vacanze a Montecarlo, regalato un Rolex e persino un prezioso cappotto in cambio di forniture da parte di sue aziende. Le forniture che Tarantini si sarebbe aggiudicatoirregolarmente sono sette, per 770mila euro.(...) Sanità, indagato il dg Lucchina. Perquisizioni in Regione Una trentina di persone sotto indagine tra cui anche il direttore generale della sanita’ in Lombardia, Carlo Lucchina, e diversi funzionari dell’assessorato alla Sanita’ della Regione Lombardia. E’ questo l’esito del blitz scattato questa mattina nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Milano su presunte irregolarita’ nell’assegnazione di progetti di sperimentazione clinica ad alto contenuto tecnologico finanziati dalla Regione Lombardia. Proprio in queste ore sono in corso una ventina di perquisizioni, con gli agenti della Guardia di Finanza che, tra l’altro, stanno passando al setaccio anche gli uffici dell’assessorato alla sanita’ del Pirellone e diversi ospedali della Regione a Milano, Lecco, Busto Arsizio e Saronno. Il fascicolo e’ stato aperto dal procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, e dal pm Carlo Nocerino, e ipotizza avario titolo una serie di reati: associazione per delinquere, turbativa d’asta, rivelazione del segreto d’ufficio e peculato. Gli uomini della guardia di Finanza, che stanno effettuando controlli per presunte irregolarita’ nell’assegnazione di progetti di sperimentazione clinica, non hanno eseguito alcuna perquisizione negli uffici dell’assessorato alla Sanita’ nella sede della Regione Lombardia. E’ quanto fanno sapere dall’assessorato, precisando che l’assessore lombardo, il leghista Luciano Bresciani, non e’ indagato. Le perquisizioni avrebbero interessato soltanto gli uffici del dg della Sanita’, Carlo Lucchina.(...) I rimborsi gonfiati sul 118 Bari, voci di nuovi arresti È una storia di false fatturazioni al 118, ma non solo, quella che ieri ha tenuto la Bari politica di nuovo con il fiato sospeso. Atterrita da voci di imminenti provvedimenti giudiziari in arrivo. Stavolta però il sindaco, Michele Emiliano, non è adiacente al bersaglio. I boatos puntanodritto a Lungomare Nazario Sauro: gli uffici della Regione Puglia. E vanno a colpire i vertici della Sanità pugliese, spina nel cuore del potere di Nichi Vendola, già finita al centro di un’ indagine che portò alla richiesta di arresto dell’ ex assessore alla Sanità regionale, poi senatore pd, Alberto Tedesco (sempre respinta dalla Giunta con i voti pdl) e al coinvolgimento di Sandro Frisullo, ex vicepresidente della giunta Vendola, incappato nello scandalo escort, poi arrestato per un’ altra inchiesta sulle forniture alle Asl di Lecce. Si riparte da lì, da Tedesco e da Frisullo. E da storie vecchie che si intrecciano a nuove, venute da altre procure, come quella di Foggia che valuta se davvero l’ emergenza fosse diventata un business e si gonfiassero i costi per spartirne il guadagno con i politici. O che nella Sanità fossero stati investiti soldi di crac da imprenditori amici dei politici che in tal modo ottenevano l’ accreditamento per agire in regime di convenzione. Si torna aparlare della clinica Kentron dell’ imprenditore Ritella, amico dei potenti. I sussurri tornano ad appuntarsi anche sul vendoliano Tommaso Fiore, successore di Tedesco fino a pochi mesi fa e proprio in questi giorni citato fra i papabili nella corsa alla poltrona di presidente della Puglia, che secondo Lea Cosentino, ex direttore generale della Asl di Bari lo tirò in ballo per la vicenda accreditamenti facili dicendo: «Sicuramente l’ assessore Fiore non poteva non sapere essendo sempre presente in assessorato». Ma in una Bari ormai teatro di una sanguinosa lotta politica fratricida interna alla sinistra, i sussurri vanno oltre. E accerchiano il presidente della Regione, Vendola, mai coinvolto nelle indagini, che secondo indiscrezioni, avrebbe fatto gli «auguri e complimenti» a uno dei proprietari della clinica, per l’ accreditamento appena ricevuto, in una telefonata iniziata da Sandro Frisullo e per questo intercettata dalla Guardia di Finanza. Ce ne sarebbe abbastanza, ma in una Barisull’ orlo di una crisi di nervi le voci si intrecciano con quelle in arrivo da Foggia dove un’ inchiesta sulle forniture agli ospedali ha già portato a una serie di arresti per corruzione e perquisizioni, da cui sarebbero spuntate foto di un politico locale ritenute interessanti. E il filone delle false fatture emesse da cooperative del 118 e pagate dalla Asl. Qui i sussurri si fanno spifferi per la Regione. Si parla di approfondimenti investigativi su almeno 4 consiglieri regionali. Il presidente della Commissione Sanità, Dino Marino, ha definito la notizia di un’ indagine a suo carico «destituita da ogni fondamento». Lo scenario è quello che riemerge dalle carte dell’ inchiesta Degennaro: «Di diffusa collusione di politici e pubblici amministratori». Forse si tentava di dissimularlo mentre, durante l’ acquisizione delle mail in entrata e in uscita dei Degennaro, qualcuno dal server svuotava la posta. Il caso Degennaro La Procura di Bari ha aperto un’ inchiesta per frode in pubblicheforniture, falso e corruzione per gli appalti della Dec di Gerardo Degennaro, consigliere regionale Pd, e del fratello Daniele. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, è al centro di dure critiche politiche per la sua vicinanza ai fratelli Degennaro. Emiliano, che non è indagato, ha così replicato: «Non hanno finanziato la mia campagna elettorale- Piccolillo Virginia-corriere della sera(...) Fallimento Tarantini all’asta anche le protesi L’ultimo termine per presentare le domande scade il 2 luglio. Poi il Tribunale di Bari procederà con la trattativa privata. E di fatto metterà all’asta le protesi dell’azienda Tarantini che tra il 2010 e il 2011, con due diverse sentenze, è stata dichiarata fallita. Il lotto è da 10 mila euro oltre le spese per imballare e spedire il pacco. All’asta vanno protesi ortopediche e neurochirurgiche, protesi che, sostiene la procura in diversi processi, Tarantini avrebbe tentato di piazzare corrompendo medici e funzionaridell’Asl. Ora è il Tribunale di Bari a gestire la vendita della strumentazione, all’epoca distribuita dalla Tecnohospital, un passaggio necessario per pagare i creditori, i debiti accumulati. Ed è già andata all’asta, invece, la settimana in multiproprietà a Cortina d’Ampezzo. In questo caso si partiva da un minimo di 22 mila euro con un rilancio massimo di mille euro. Dal 23 al 30 dicembre la famiglia Tarantini trascorreva una vacanza in una suite nella rinomata località turistica. Erano i tempi della vita dorata, del soggiorno estivo in Sardegna. Ora sarà un’altra famiglia a passare le feste natalizie a Cortina d’Ampezzo. La settimana in multiproprietà, infatti, è stata aggiudicata a più di 40 mila euro. Ma tra i beni riconducibili all’azienda dei fratelli Tarantini che rientrano nella procedura fallimentare c’è anche l’immobile, un tempo sede della società. All’asta va, in particolare, un locale ad uso ufficio che si compone di cinque vani, uno dei quali trasformato inarchivio. Del complesso fa parte anche un altro locale, utilizzato come deposito. Ufficio e magazzino di fatto si estendono per tutto il piano terra in un condominio che si trova tra largo Chiaia e via Re David. L’immobile comprende anche un posto auto scoperto. Il prezzo base di partenza, così come stabilito dai periti del Tribunale, è di 687mila euro. Il rilancio minimo è di 10 mila euro. E questo soltanto per il primo lotto. Il termine per la presentazione delle domande scade il primo ottobre. All’asta va anche un altro posto auto (che appartiene però ad un lotto diverso e quindi ad una procedura di vendita distinta) all’interno dell’area condominiale sempre in largo Chiaia. Il prezzo base è di quasi 25mila euro. a cura benvenuto Michelangelo
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