Ambiente, "Una nuova chiazza in mare" nei pressi degli scarichi Ilva
 











Una chiazza scura e minacciosa. E’ quella filmata dall’ambientalista tarantino Fabio Matacchiera in mar Grande nei pressi degli scarichi Ilva, la stessa zona in cui il presidente del Fondo antidiossina ha immortalato dei campioni neri del fondale. Matacchiera ha pubblicato un nuovo video - dopo quello della scorsa settimana già all’attenzione della Procura - e ha depositato negli uffici della Digos della questura di Taranto un esposto (corredato da filmati e fotografie) indirizzato ai magistarti nel quale si denunciano gli episodi che si sarebbero verificati a più riprese a ridosso della rada di mar Grande, di fronte agli sbocchi delle acque di raffreddamento dei canali 1 e 2 dell’Ilva.
L’episodio si è verificato il 21 giugno come confermano dalla capitaneria di porto, giunta sul posto intorno alle 8 di quel giorno. "Abbiamo anche chiesto l’intervento della Ecotaras, società specializzata nei casi di inquinamento marino", raccontano dallacapitaneria. La chiazza sospetta è stata circoscritta e gli esperti della società hanno escluso lo sversamento di idrocarburi, parlando invece di sostanze di natura vegetale. L’allarme peraltro era stato lanciato proprio dall’Ilva.
La battaglia ambientalista di Matacchiera, però, non si ferma. Dopo le minacce di azioni legali da parte del colosso della siderurgia, stamattina ha presentato un esposto dettagliato alla Digos riguardo agli episodi di cui è stato testimone. "Oggi  -  spiega l’ambientalista  -  sono andato in Questura per depositare un esposto su alcuni episodi, da me documentati, che si sono verificati a più riprese a ridosso della rada di mar Grande, esattamente di fronte agli sbocchi delle acque di raffreddamento dei canali 1 e 2 dell’Ilva di Taranto. Ho riscontrato  -  continua Matacchiera  -  in momenti diversi che nell’area indicata si propagavano fanghi e sostanze verosimilmente oleose, nonché schiumose di colore giallobruno, marrone intenso ed addirittura "nero pece", per diverse centinaia di metri nelle immediate vicinanze degli sbocchi dei canali sopramenzionati, come si può facilmente evincere dalle foto e dai video effettuati che testimoniano la veridicità di quanto da me asserito. A tale riguardo  -  conclude  -  ho consegnato una corposa ed esaustiva documentazione video e fotografica alle autorità di polizia giudiziaria per farla giungere in tempi brevissimi nelle mani del magistrato competente".Mario Diliberto









   
 



 
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