Bagnoli: la bonifica (in)finita...
 











La bonifica di Bagnoli, eterna promessa di tutte le campagne elettorali degli ultimi quindici anni, può attendere.
Tra le voci tagliate dal governo Monti per far quadrare i conti, ci sono sciaguratamente anche i fondi destinati alla bonifica, che sono stati addirittura dimezzati (50 milioni di euro in luogo dei 100 promessi).
La quota romana e i 15 milioni di euro della Regione coprirebbero a malapena l’intervento sui fondali che dovrebbe essere ultimato per la fine del 2013.
Non sarà possibile, invece, completare quello sulla colmata, per rendere finalmente fruibile la spiaggia.
“Quei soldi ci avrebbero permesso di potere eliminare del tutto la colmata e chiudere un capitolo annoso e buio”, commenta Tommaso Sodano, vicesindaco di Napoli, che ha appreso del dimezzamento dei fondi solo una settimana fa, direttamente dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini.
Per risparmiare qualcosa, Sodano vorrebbe utilizzare i fanghi della bonificadei fondali, destinati a Piombino, per la Darsena di levante del porto.
“C’è un accordo di programma da rifare, aggiunge Sodano, ma questa deve essere una volontà politica del governo. Solo così potremmo davvero mettere mano all’abbattimento della colmata e alla completa bonifica dell’area di Bagnoli”.
Tempi dilatati non solo per le bonifiche. Anche la data ultima per presentare le manifestazioni d’interesse per i suoli, la cui vendita è essenziale per il risanamento dei conti della società di trasformazione urbana Bagnolifutura (300 milioni di debiti contratti negli anni con banche e creditori), è slittata dal 19 giugno al 2 ottobre.
“Lo slittamento, si legge in una nota, servirà ad ampliare la proficua interlocuzione intrapresa con le associazioni di categoria e consentire l’ulteriore promozione della vendita dei lotti, nonché il rilancio dell’area su scala nazionale ed internazionale”.
L’ennesima proroga, la quinta, decisa dal cda di Bagnolifutura per provare a piazzarei lotti in una zona tanto bella quanto maledetta.
“Nel 2012 ci sarà l’incasso di caparra e acconti sul preliminare di vendita dei lotti 1, 2, 3 e 4 dell’area tematica 2, per un importo di euro 21,6 milioni con cui ridurre il debito verso il Monte dei Paschi di Siena che genera annualmente oneri finanziari pari a circa euro 3,8 milioni, e i debiti verso i fornitori”, ha spiegato qualche giorno fa l’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Riccardo Realfonzo.
Il cronoprogramma di Realfonzo è questo: l’anno prossimo arriverà l’incasso dei saldi relativi alla vendita definitiva dei lotti 1, 2, 3 e 4 dell’area tematica 2, per un importo di euro 54,9 milioni, “con cui ridurre ulteriormente il debito verso Monte dei Paschi di Siena e i fornitori”; infine, con la vendita del lotto 5 dell’area tematica 2, destinata a strutture ricettive, “si realizzerà un importo di 54,6 milioni, con generazione di cassa finalizzata all’estinzione del muto MpS e alla riduzione dei debiti versofornitori”.
Le insidie, però, non mancano. La bonifica, come già detto, avrà tempi lunghissimi e c’è qualche “vincolo” di troppo.
La società si è impegnata a trasferire, al momento del contratto definitivo di compravendita, il lotto oggetto di gara libero da ipoteche, trascrizioni ed iscrizioni pregiudizievoli, ma l’ipoteca, iscritta a favore della Banca Monte dei Paschi di Siena, grava su tutta l’area tematica 2, di cui il lotto in vendita costituisce una parte.Ernesto Ferrante










   
 



 
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