Il Pd, dunque, si candida a governare il Paese. La presentazione del programma in 10 punti da parte del segretario Bersani, però, non incanta nessuno. Anzi provoca più che altro rabbia. Ma come si può pensare di andare a dirigere l’orchestra quando non si è stati capaci di suonare di fronte all’Italia intera, allorché Berlusconi si è dimesso? Continuano a dirci che l’hanno fatto per non governare sulle macerie. Ma anche in questo caso non convincono proprio nessuno. La verità è che siamo di fronte a due contenitori: centrosinistri e centrodestri incapaci di attuare propri programmi per il bene dell’Italia. Perché se lo facessero dovrebbero quanto meno uscire dalla moneta unica e tornare alla propria sovranità. Invece non lo ha fatto Berlusconi e non lo farà Bersani. Quindi come si può pensare che questi camerieri europei si pongano al servizio del nostro Paese? Per questo i programmi dell’uno e dell’altro sono pressoché identici, o al limite conuna diversità di sfumature. E’ inutile che Bersani si presenti con un programma in 10 punti facendo credere di essere pronto per Palazzo Chigi. Solo le persone con gli occhi ideologizzati possono ancora credere a queste balle. La realtà è che la danza la suona la Bce, l’Ue, il Fmi e i mercati, tutto il resto è fumo negli occhi. Non esiste un programma autonomo né dell’uno né dell’altro schieramento. Ma con quale faccia Bersani e Vendola si presentano dinanzi agli elettori! La stessa cosa vale per Berlusconi e Bossi. Non sono affatto alternativi, perché non hanno programmi autonomi ma svolgono solo il compitino impartito da Bruxelles, da Francoforte e da Washington. Il manifesto in 10 punti del Pd come quello del Pdl è solo sulla carta, perché poi spetta ai Professori internazionali ogni decisione finale. Come si può pensare che la gente ancora si beva le favole dell’uno o dell’altro. Dopo il patto con Casini adesso Bersani cerca di stringere con Vendola. Di Pietro invece resteràfuori, almeno per un giro perché finché continuerà ad attaccare il totem Napolitano le porte resteranno chiuse. Alla foto di Vasto dunque si preferisce quella di Bari, con Vendola, Bersani e Casini. E proprio per andare incontro allo sciupamaschi c’è stata l’apertura per il riconoscimento delle coppie gay, anche se solo sul piano giuridico. Ma si può pensare di dare una svolta alla crisi parlando dei diritti degli omosessuali? La disoccupazione cresce come lo spread, le tasse ce le troviamo pure a letto, le retribuzioni e le pensioni sono ormai ridotte a poca cosa e la povertà e il degrado accompagnano le notti italiane. E poi hanno pure il coraggio di parlare di programmi per l’Italia e delle coppie gay. Ma ci prendono per scemi? Invece di pensare al bene comune pensano al bene dei gay. Le questioni di pochi non possono prendere il sopravvento sui grandi problemi dei cittadini. Il lavoro flessibile, la disoccupazione crescente, le pensioni e i salari miserrimi, la qualità della vitaormai in caduta libera anche per la presenza di comunità che non hanno alcuna voglia di integrarsi ma di vivere con le proprie leggi e i propri costumi, questi sono i problemi reali. E Bersani non trova di meglio che proporsi come alternativa alle destre. Ma dove sono queste destre? Magari Di Pietro è di destra visti i suoi trascorsi da questurino. Ha avuto pure il coraggio di dire che il Paese è in crisi per i 10 anni di berlusconismo! La stessa cosa potrebbero dire dall’altra parte nei confronti delle sinistre. Ma il mitico governo Zapatero tanto sbandierato per anni dagli uomini del Pd e dalla sinistra radicale che cosa ha fatto? Ha portato al fallimento la Spagna. E non l’ha certo risollevata con la concessione dei matrimoni gay. I particolarismi fanno felici solo gli stolti non certo i popoli. “Un centrosinistra che ha idee chiare, una bussola e un orizzonte netto non deve aver paura di aprirsi a chi vuole dare il suo contributo”, queste le primedichiarazioni del leader di Sel al termine del faccia a faccia con Bersani. Vendola parla di piattaforma da condividere con tutti coloro che vogliono aderire al progetto di centrosinistra. E quindi anche con Casini. Eppure proprio alcuni giorni fa lo stesso leader centrista si era espresso in termini molto chiari sul tema dei diritti dei gay: sono un segno di inciviltà. Ma si può condividere un programma lacrime e sangue quando fino al giorno prima si è urlato contro la Bce e l’Ue? Non è che Vendola con Bersani possa cambiare le carte in tavola. Il mazziere è sempre la Bce e il Fmi non certo i due amichetti. Ma ci possiamo ancora far prendere in giro da questa gente? La stessa cosa, lo ripetiamo, vale per la coppia Bossi-Berlusconi. Né l’uno né l’altro contenitore sono in grado di offrire al Paese una ricetta sovrana. Infine Vendola ci fa sapere che si presenterà ai box delle primarie. Bisognerà vedere se davvero si terranno. michele mendolicchio
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