Le patologie essenziali del “politico”
 











"Quell’animale parcheggiava di proposito in divieto di sosta per farci pesare maggiormente le nostre indigenza e impotenza. Uscito dall’edicola, aveva sotto braccio una trentina fra quotidiani e riviste. Pagavamo noi anche quelli. In quei momenti credi a un Dio di vendetta e non di giustizia"
Un cittadino
Anamnesi
Nelle ventitré Legislature del Regno, poi la Costituente e nelle prime undici della Repubblica, non si è mai assistito ad uno stato di profondo avvilimento del ceto politico del vostro Paese. Dal 1994 in qua, accanto a persone perbene, una pletora multicolore di ex galoppini di sezione, affaristi, rappresentanti senza scrupoli di professioni, riciclati della più bassa lega, venditori di promesse, ritardati, idioti, donnine, scribacchini, pennivendoli, gazzettieri, pre- e post-inquisiti, arrivisti, profittatori, ignoranti, opportunisti (non in senso m-l) si sono succeduti o posti in pianta stabile a decidere formalmente in nome divoi italiani, sia in Parlamento – per non dire di quello europeo – che alle Regioni.
Facciamo salvi pur non pochi deputati e senatori, la cui moralità è al di sopra degli schieramenti o differente dall’ideologia di ognuno. Vi sono uomini politici anche di un trapassato remoto, ancora attivi e integri, ma ormai solidi cariatidi e gargouille di balconi sgretolantisi e cattedrali in rovina.
Come studioso dilettante statunitense di storia europea non ho mai prestato orecchio all’autogiustificante luogo comune che i deputati dal/del popolo siano un’immagine dei cittadini che li eleggono. Bastino due esempi, fra i tantissimi.
Le Assemblee francesi (1789-95) di gran lunga più preparate dei propri elettori attivi, e maggiormente determinate ad un mutamento strutturale della società e dell’economia.
Per secondo modello l’anzidetto periodo italiano. Per centotrentun anni avete avuto delegati, in stragrandissima maggioranza, degni di ammirazione e rispetto per la loro competenza eonestà. Gente vicina alle masse ed espressione delle stesse. Mi limito solo a ricordare un italiano Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che viveva in un condominio romano; un eminente del tempo che tenne il vostro Paese in equilibrio nel Mediterraneo riportandolo alla ribalta internazionale dagli anni Quaranta, e contribuì anche alla risoluzione della crisi dei missili a Cuba (1). Un giorno, io – prima d’esser costretto all’asilo obbligato di Baltimora – lo incontrai quando ero a Firenze (1985), poco dopo essermi recato al Belvedere per ammirare il Duomo. Gli chiesi: «Signor Presidente, come mai Lei – fra i più illustri uomini politici nella storia d’Italia –non è stato eletto a capo dello Stato italiano?». Mi rispose nell’unico modo possibile: «Dr. Lecter, credo che la massima carica per un politico sia lo scranno all’ONU». Non dico altro.
Oggi, invece, avete degli zeri che si distinguono fra loro per i decametri quadri della piscina di casa, o in ragione deimilioni di euro in più o in meno delle rispettive dimore, curate da servitù extracomunitaria.
Chi scrive è un medico. Non sta a me capire e resocontare il perché siete arrivati a tal punto. Le liste predeterminate dalle segreterie sono una scusa labilissima e risalente no di certo al 1994. Un primo passo per comprendere sarebbe spiegarsi la facilità con cui i partiti abbiano osato tanto a vostro spregio: voi, semplici schede da usare e buttar via in guisa di carta igienica. Il mio compito, però, non è interpretare.
Quando un politico esula dalla propria funzione specifica, assegnatagli da una fonte del diritto, ed assume attitudini devianti da inquadrarsi prettamente nel campo dei disturbi della personalità e perversioni di ruolo – è mansione dello psichiatra trovare le cause non per porre riparo al malato, bensì al corpo sano che l’essere patologico ammorba.
Eziologia
Il capitalismo è l’unico dispositivo macchinale che si è edificato sopra (nel significato di schiacciando)norme e codici etici condivisi dagli uomini sin dalla notte dei tempi. Esso ha messo al posto dei sopraddetti imperativi morali un “aforisma” di realtà inessenziali chiamato danaro. Tale mezzo è retto da una fabbrica di false esigenze, le quali disegnano i confini stessi del capitalismo, in cui è contenuta anche la propria (d’esso) distruzione. È logico, quindi, che il medesimo cerchi di contrastare con tutte le forze – specie da dopo l’estinzione del proprio avversario geopolititico-economico – i movimenti popolari e nazionali che ne affrettano la fine. Uno di tali passi è la sostituzione del tradizionale ceto politico – il quale sino a vent’anni fa rappresentava ogni lavoratore e cittadino – con degli esemplari del regno animale, il cui unico scopo vitale è il soddisfacimento dell’incontenibile avidità di soldi, prevaricante posizione sociale, sesso smodato e molta chimica.
Afferma Maurizio Barozzi: «[...] i partiti perdono ogni riferimento sociale e ideologico e diventanosemplicemente dei centri di potere, di accaparramento, tutti venduti a interessi stranieri o ai banksters» (2). Le patologie mentali dei politici sono cercate e favorite dai decisori del sistema stesso onde eroderlo dall’interno, affinché costoro abbiano bisogno del liberal-capitalismo in guisa di cocaina, eroina, ecc.
Soggetti (rectius: oggetti) in cui non v’è traccia di un accenno – neppur velatamente sentimentale – destinato alla funzione politica che, in teoria, quegli individui stanno adempiendo. Ciò perché la manifestazione del danaro, in quanto relazione basilare nel capitalismo, è il proprio movimento. Dimostra che l’essenza stessa produttiva del capitalismo non può funzionare se non in tal forma necessariamente commerciale e finanziaria che la governa, e i cui successioni e rapporti reciproci contengono il segreto dell’investimento di desiderio. L’integrazione della cupidigia avviene, infatti, a livello dei flussi monetari trasformati, attraverso il concorso delcontinuo-sentir-dire (mass media), in “ideologia” stessa. Affermano Gilles Deleuze (1925-95) e Félix Guattari (1930-1992):
«La rappresentazione non si riferisce più ad un oggetto distinto, ma all’attività produttiva stessa. Il socius [il politico, n.d.A.] come corpo pieno è diventato direttamente economico in quanto capitale-danaro; esso non tollera nessun altro presupposto. Non sono più i produttori o gli antiproduttori ad essere iscritti o marcati, ma le forze e i mezzi di produzione come quantità astratte [i.e. le realtà inessenziali, N.d.A.] che diventano effettivamente concrete quando vengono messe in rapporto o in congiunzione [...] Le persone individuali sono innanzitutto persone sociali, cioè funzioni derivate dalle quantità astratte; diventano concrete nel rapporto o nell’assiomatica di queste quantità, nella loro congiunzione. Sono precisamente configurazioni o immagini prodotte dai punti-segno, dai tagli-flusso, dalle pure “figure” del capitalismo: il capitalismo comecapitale personificato, cioè come funzione derivata dal flusso di capitale, il lavoratore come forza-lavoro personificata, funzione derivata dal flusso di lavoro. Il capitalismo riempie così d’immagini il suo campo d’immanenza: anche la miseria, la disperazione, la rivolta, e d’altro canto la violenza e l’oppressione del capitale diventano immagini di miseria, di disperazione, di rivolta, di violenza o di oppressione. Ma a partire dalle figure non figurative o dai tagli-flussi che le producono, queste immagini non saranno a loro volta figuranti e riproduttive se non investendo un materiale umano, la cui forma specifica di riproduzione ricade fuori dal campo sociale che tuttavia la determina. Le persone private sono dunque immagini di secondo grado, immagini di immagini, cioè simulacri che vengono così abilitate a rappresentare l’immagine di primo grado delle persone sociali [i cittadini, n.d.A]» (3).
Interpretando le parole dei due studiosi francesi vi invito a prefigurare ungiovane che inizî a far politica, e che dieci anni dopo – in piena carriera – pensi ancora: «Lo faccio perché lotto contro il sistema», «... per la felicità dei lavoratori», «... per la società senza classi», «... per un mondo cristiano privo di ingiustizie». Non esiste! Ci sarà unicamente l’ex ventenne di ieri che agirà – con i colori di chi vi pare – per lo sviluppo e il trionfo di capitalismo e liber(al)ismo: ossia offrirà continuativamente il suo contributo pseudo-amministrativo allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e al proprio opulento conto corrente. Questi sono i malati incurabili che analizzerò nel presente saggio.
Diagnosi
La delinquenza castale e la condanna antisociale, man mano diventano la prima una norma comportamentale e la seconda un motivo di discussione in qualche talk show di prima fascia serale. La prepotenza o la persistente infrazione di leggi accettate dalla comunità sono, in molti casi, manifestazioni di disturbo mentale. E il fatto concreto è che leforme più comuni di criminalità sono il furto e le aberrazioni sessuali.
È però significativo che la criminalità sociale (e per questa non s’intende di certo l’assassinio, le stragi, il terrorismo, l’efferatezza o clamorose manifestazioni simili di massa) si accompagna spesso all’inibizione sessuale, e ancor più spesso alla perversione sessuale: entrambi fenomeni in cui la società italiana – falsamente evoluta sotto il lato sessuale e basata ancora sul sottinteso, la battuta, le allusioni, il doppio senso, l’abuso sulle donne e sulle mogli (4), ecc. – è perfetto brodo di co(u)ltura da pochade.
Dal punto di vista psicologico Edward Glover (1888-1972) (5) afferma che vi sono tipi principali di criminalità sociale: 1) lo psiconeurotico; 2) lo psicotico o prepsicotico; 3) il deficiente mentale (o tipi difettosi sulla linea di confine; casi di politici borderline simili li abbiamo riscontrati pochi mesi fa); e le 4) anormalità di carattere, o passeggere, come nel caso di inadattamentidella pubertà, o persistenti, dei tipi psicopatici. Di questi, i più importanti statisticamente sono i psiconeurotici e i gruppi caratterologici. In confronto, i tipi psicotici e deficienti sono più rari. Inoltre, sarebbe bene scoprire questi ultimi usando le tecniche consuete di misurazione mentale prima di porli nei loro incarichi: tipo, per similitudine, la prova se l’individuo eletto abbia o meno assunto sostanze stupefacenti, come proposto giustamente tempo fa da un sindaco italiano.
Fra le specie di delinquenza, quella isterica conduce a crimini più comunemente di quanto non si notasse tempo fa. Il temperamento maggiormente inconfondibile di tali manifestazioni fa ritenere che la scelta dell’oggetto da parte del politico sia fissata dal suo contenuto simbolico inconscio.
L’oggetto rubato è rapportato a persone più “importanti” o, addirittura, agli organi di questi “superiori” onde sottrarli quali feticci che lo rendano più potente. Nelle forme transeunti ed attuali (apartire dal famoso mariuolo di inizio anni Novanta e, continuando, ai politici successivi), il fattore del contenuto simbolico inconscio opera sì, ma in genere è subalterno a una necessità di vendetta, di solito rivolta contro figure o istituzioni che hanno svolto un ruolo fondamentale nella carriera del politico delinquente, frustrandogli eventuali “promozioni” (i.e.: «Finché dura rubo qua, tanto là non ci andrò mai poiché X ce l’ha con me»).
Complessivamente, la delinquenza isterica del politico è una reazione contro la paura di una perdita di influenza, combinata a una spinta ad ottenere vendetta a cagione dell’“orrore” di poter essere accantonato in un futuro prossimo. E a ciò il timore di non poter, in futuro, essere più in grado di cogliere altri illeciti vantaggi. Questo perché ogni individuo politico si sente in un livello inferiore a quello che ritiene di dover occupare (rectius: “meritare”), per cui compensa col crimine del furto.
Molta di questa delinquenza è di tipoossessivo. Basterebbe citare, per tutti, i furti in Parlamento fra colleghi, però non limitiamoci alla casistica: continuiamo la disamina. Se non fosse per il fatto che la delinquenza comporta offesa alla proprietà dello Stato (ossia della comunità) e alle persone (presi come singoli cittadini che li mantengono), la similarità tra gli atti ossessivi di delinquenza del politico e la “liturgia” della neurosi ossessiva è notevolmente vicina, ma non va affatto confusa con la cleptomania, come di sicuro qualche lettore indulgente avrà pensato. Infatti la cleptomania – che solitamente contrasta con l’ambiente sociale del, e con l’educazione ricevuta dal cleptomane – si rivolge a cose rubate, oppure danneggiate, senza o di scarso valore, le quali non comportano un aumento di status da parte del ladro. Invece i casi di delinquenza che stiamo analizzando non sono affatto di tal genere. Al contrario! Le azioni del politico delinquente seguono stati di notevole tensione emotiva, e spesso sonoprecedute da indecisioni da terrore di flagranza. Esse si sprigionano da condizioni in cui il politico, e mi ripeto, si senta vittima – pur senza necessariamente esserlo – di affronti personali o creda di essere danneggiato (o non compreso) da decisioni collegiali nel proprio àmbito, oppure posto nell’indifferenza astiosa dell’autorità superiore a cui sa di non poter mai accedere. In tal senso afferma Glover:
«L’organizzazione sessuale inconscia è di tipo pre-genitale, e la sensibilità alle offese indica una forte costituzione sadico-orale oltre che sadico-anale. Però, mentre il neurotico ossessivo [il cleptomane, n.d.A.] rivolge il proprio sadismo inconscio contro se stesso, il delinquente compulsivo [il politico, n.d.A.], attaccando oggetti esterni, non solo soddisfa direttamente il suo sadismo, ma anche rischia, o riceve, una punizione da parte della società» (6).
Quando il politico delinquente è a sua volta scoperto, e la Magistratura agisce, egli politico si erge a “giudice”della società, società da lui attaccata con furti e malversazioni a causa delle colpe [della società stessa] di cui il politico l’accusa. Ovvero, a motivo del suo [della società] rifiuto di “amare” il politico e quindi, da un momento all’altro, detronizzarlo dal proprio incarico-vassallo conferitogli dal Signore-partito: la “nuova nobiltà” come ebbe a confessarmi, suo malgrado, un assessorello di un comune – di allora poco più di tremila anime – in provincia di Pisa nell’estate 1985; figuratevi i grandi assessori. E qui l’elemento di proiezione tiene la stessa funzione inconscia che si ha nella pura paranoia. Per cui prevedere gli atti di delinquenza del politico non è difficile, però le forme prepsicotiche ricorrono già a metà del periodo adolescenziale e richiederebbero un riesame a intervalli costanti prima che si raggiungano i fenomeni diffusi e clamorosi di cui sono piene le pagine di cronaca.
A pari dei disturbi del carattere, i parallelismi fra psiconeurosi e psicosi non sonounicamente relativi ai casi di delinquenza penale. In tantissimi individui la funzione della delinquenza non è soltanto compensatoria, ossia non si manifesta unicamente con gesti di criminalità fattiva, ma con iniquità etica a discapito delle masse popolari prese come soggetto storico. Una delle sindromi caratteristiche è il politico che vota a favore di leggi che privano la classe operaia dei diritti conquistati in decenni di lotte, o vota missioni di guerra che portano morte, desolazione e miseria in lontane parti del mondo, oppure alla cessazione dei finanziamenti della libera stampa, ecc. Il politico stesso, poi sente il bisogno catartico da questa sua delinquenza morale, scendendo in piazza per manifestare contro il governo che egli stesso appoggia e di cui fa parte.
Quando invece togliamo i disturbi essenzialmente neurotici e psicotici, i caratteri antisociali e i disturbi sessuali di cui i delinquenti politici sono affetti, ci resta il gruppo di imbecillità morale, taldefinito da Glover. Ed in effetti già James Cowles Prichard (1786-1848) (7) ci dice che tali individui sono caratterizzati da un disturbo di: a) sentimenti (confrontate il loro odio razzistico verso il Sud del vostro Paese e del mondo; e, di contro, il loro senso d’inferiorità verso noi statunitensi, e poi tedeschi, inglesi, francesi e finanche spagnoli); b) temperamento; c) abitudini; d) accentuata perversione o depravazione dei princìpi o delle azioni morali (esaltazione della violenza); e) perdita o diminuzione dell’autocontrollo (le risse provocate alla Camera o al Senato sono l’ “epifania” per eccellenza).
Tali persone sono incapaci di comportarsi in modo decente o decoroso: i) cadono facilmente in stati di furore verbale che tracima nel turpiloquio; ii) commettono azioni impulsive; iii) praticano costumi singolari e assurdi; iv) la loro condotta è eccentrica e v) i loro atti illeciti sono facilmente scoperti, date le scarse risorse cerebrali a disposizione per imbecillità.Emblematico l’accusarsi l’un l’altro di schizofrenia, oppure di paranoia – senza nemmeno conoscere il significato scientifico di tali vocaboli – o altri problemi mentali, quando pensano di squalificare le idee dei rivali o quando vogliono togliersi reciprocamente influenza e potere.
Per cui il fatto di essere incapaci a stare al loro posto nella sovrastruttura, induce loro a rubare per essere “uguali” ai professionisti della politica. A tutto ciò c’è da aggiungere, però, che il carattere isterico va considerato come di natura psicotica, ed è risaputo – in definitiva – che il vero psicopatico manifesta un amore del prestigio e della luce della ribalta che soddisfa coi pretesti più irrilevanti (ad esempio, andare a una manifestazione di qualsiasi genere e portarsi dietro uno stuolo pletoricissimo fra scorte e amici degli amici degli amici, mantenuta dalle spalle del contribuente; stuolo che lo faccia sentire maggiormente “regale” – crimine etico). Tuttavia l’isterismo – agli antipodidell’imbecillità – lo si comprende molto meglio come una deviazione selettiva del carattere, e ha un raggio strettamente limitato in proporzione diretta al potere del politico.
È comunque innegabile che coloro che presentano instabilità e perversione della struttura dell’Io, delle emozioni e degli istinti che sono sopravvissuti fin dall’infanzia, e che sono refrattari agli influssi ordinari, costituiscono un’alta proporzione dei casi di delinquenza politica.
Così come nel servo (8) l’assenza di sensi di colpa – e in numerosi casi addirittura autodifesa del proprio operato – mostra un fortissimo disturbo dell’Io ed in particolare del Super-Io. La presenza pure di perversioni sessuali è un indizio nello stesso senso. Però vi sono anche profondi disturbi nella valutazione della realtà, i quali unitamente alla soddisfazione cieca e impulsiva degli istinti negativistici (della morale e del senso comune del pudore) e acquisitivi (bisogno senza limiti di danaro), distinguono lapsicopatia dal senso della realtà: il politico non solo è affetto da delirio di onnipotenza, ma si pone al di sopra dell’etica e quindi della Magistratura stessa la quale – nella di lui propria mente distorta e malata – è rivolta solo alle classe inferiori e non a sé e ai suoi pari.
Tuttavia, uno dei fattori più elementari che confondono ogni relazione sulle responsabilità morali e criminali, è che – sebbene le facoltà intellettuali del politico delinquente non affetto da imbecillità – non siano per nulla intaccate, il pensiero razionale (del corpo sano della società civile) non ha per lui alcun valore. E quando viene scoperto, preso, incarcerato (almeno quelli che si riesce a trovare), in sé non hanno rimorsi maggiori di quelli che potrebbe avere una qualsiasi persona che ha osservato l’atto criminoso. Quando il Tribunale emetterà la sentenza (per il carcere o il monastero) il politico delinquente non sarà meno indignato od “offeso” di colui che potrebbe essere un cittadinoinnocente ingiustamente condannato.
Prognosi e cura
In passato le mie geniali analisi psichiatriche hanno aiutato Will Graham e Clarice Starling a scoprire i due maggiori assassini seriali degli Stati Uniti: The Tooth Fairy (Dente di Fata), Buffalo Bill più altri ancora. Spero quindi che questi modestissimi appunti possano dare una piccola mano a magistrati, e politici onesti, onde espiantare tal cancro di lunga durata e portare riparo alla società italiana.
Cammeo conclusivo: la vanità frustrata della donna politica
Tali individui, esaminati sin ora, mostrano anche gravi mancanze dell’identità e della costanza comportamentale, e quindi – specie le donne, al contrario di quanto si possa pensare – attivano manovre difensive in prevalenza rozze (quali l’arroganza). Esse manovre non hanno forma di ideale, di negazione dell’operato, di reazioni costruttive. Denotano, invece, gravi forme di isteria. In soggetti politici femminili addirittura prevale una visione “di classe”nell’àmbito del proprio sesso.
Facciamo un esempio lampante. La donna politica se inizialmente è invitata ad una manifestazione pubblica o d’altro tenore da una “femmina di Serie B” (manager, studentessa, giornalista, casalinga, intrattenitrice televisiva, o quant’altra non appartenga ad una “classe” femminile superiore a quella della donna politica stessa), innanzitutto mostra entusiasmo, in cui però si cela compiacimento e acquiescenza ex cathedra, e poi ella avvia – o perlomeno cerca – la “ritualizzazione”.
Con tal termine si vuol definire l’atto di sottomissione con cui la “femmina di Serie B” (uso termini calcistici a voi italiani tanto cari) deve rendere omaggio alla “donna di Serie A” conducendo fisicamente il proprio corpo presso la dimora di quest’ultima, onde incensarla, lodarla, santificarla e, perciò, farle svanire le insicurezze da ruolo della “A” medesima. In caso la “B” escluda o – peggio! – rifiuti la ritualizzazione, il carattere della “A” volge a silenzio.L’avvilito silenzio assunto dalla “A”, con la significanza di indignazione per mancato rispetto di “classe”, in realtà è una patetica dimostrazione di depressione isterica. Illustro con maggior dovizia.
Essa depressione è dovuta al motivo che mentre migliaia di “nullità” maschili e femminili, hanno reso di “A” la donna politica attraverso il voto, un atto “rivoluzionario” di volontà di potenza da parte di una “B”, appunto del proprio stesso sesso (tengo a ribadirlo), l’ha riposta in “C”. Il silenzio prende i sembianti di un cripto-“suicidio” cerimoniale (il bisogno di solennità della “A”) per l’annichilimento della gerarchia sociale da lei stessa rappresentata.
Il silenzio-“suicidio” quale stratagemma inteso ad ottenere un sollievo valido da uno stato insopportabile di tensione mentale, causato dalla mancata deferenza della “B”. In tal circostanza è il sintomo di una psicosi traumatica che vuol dire una regressione ai livelli più profondi della mente. Del resto, come asserisceGiorgio Antonucci «si legge sui giornali che il suicidio è un sintomo di depressione e non una scelta» (9).
Dr. Hannibal Lecter
Note
(1) Cfr. http://www.youtube.com/watch?v=TtP5dWPuXAo
(2) Maurizio Barozzi, Un “paese” senza spina dorsale, in “Rinascita”, 29 settembre 2012, pp. 6-7 [cit. p. 6].
(3) Gilles Deleuze, Félix Guattari, L’anti-Edipo. Capitalismo e schizofrenia, Einaudi, Torino 1975, 2ª ed., pp. 300-301.
(4) «Contrariamente alle convinzioni sull’argomento, la violenza coniugale non abita solo nelle famiglie più povere. Tocca tutti i livelli sociali compresi quelli più agiati e colti: l’8,9 delle vittime di violenza sono dirigenti, il 3,3 operaie» (“Corriere della Sera”, 10 agosto 2003, p. 16). Figuriamoci dieci anni dopo come saranno mutate in peggio le statistiche.
(5) Edward Glover, La psicoanalisi. Manuale per medici e psicologi, a c. di Gastone De Boni, pref. i Emilio Servadio,Feltrinelli/Bocca,Milano, 1975. pp. 318-219.
(6) Glover, cit., p. 320.
(7) James Cowles Prichard, A Treatise on Insanity and Other Disorders Affecting the Mind, Sherwood Gilbert and Piper, London, 1835. In tal volume l’Autore, scrivendo di alienazione morale (moral insanity), o imbecillità morale (moral imbecility), la descrisse come segue: «una forma di disordine mentale in cui le funzioni intellettuali sembrano aver subito piccole o nessuna lesione, mentre il disturbo si manifesta, principalmente o da solo, nello stato di sentimenti, indole o abitudini. In casi di questo genere i principi morali e attivi della mente sono fortemente corrotti e snaturati; il potere di autogoverno è perso o notevolmente ridotto, e l’individuo è incapace, non di parlare o ragionare su qualsiasi argomento a lui proposto, ma di comportarsi con decenza e correttezza nel corso della propria esistenza» (p. 85: trad. di H.L.).
(8) Cfr. Dr. Hannibal Lecter, Psicopatologia del fenotipo servile, in “Rinascita”, 28settembre 2012, pp. 12-13.
(9) Giorgio Antonucci, Diario dal manicomio. Ricordi e pensieri, Spirali, Milano 2006, p. 123. Antonucci, medico psicanalista, Premio Thomas Szasz, Los Angeles, 2005.
DIZIONARIO ESSENZIALE
Anamnesi: Raccolta a scopo diagnostico di tutte le notizie riguardanti i precedenti fisiologici e patologici, personali ed ereditari di un paziente.
Diagnosi: Identificazione di una malattia in base ai sintomi, all’anamnesi e agli esami strumentali e di laboratorio.
Eziologia: Parte di una scienza che studia le cause di un fenomeno; in med., il complesso sistematico delle cause delle malattie.
Es: L’Es rappresenta una grande riserva di impulsi irrazionali e di pulsioni istintuali, in parte di natura biologica che, quando l’apparato psichico procede normalmente, sono sotto il controllo dell’Io.
Fase pre-genitale: Secondo Freud è la prima fase dello sviluppo psicosessuale del bambino e va gli zero ai tre anni.
Fase orale: Lo stadio orale (dagli zero aun anno; facente parte della fase pre-genitale) è caratterizzato dall’atto di succhiare il seno. Da un lato abbiamo, quindi, un bambino che si sente capace di tutto, onnipotente («il seno che mi allatta compare quando lo voglio io»), dall’altra l’evidente impossibilità di questo. Da questa oscillazione tra un atteggiamento onnipotente ed il suo opposto, un atteggiamento frustrato, trarrà origine la sua futura personalità (dagli appunti della Dr.ssa Paola Calzolari).
Fase anale: Secondo il modello di sviluppo a fasi di Freud, la fase anale (dai due ai tre anni; facente parte della fase pre-genitale) è il secondo periodo di sviluppo del bambino. In questo periodo gli interessi del bambino si spostano dalla zona orale a quella anale, in concomitanza con lo sviluppo fisico e l’acquisizione del controllo delle funzioni sfinteriche.
Il bambino prova appagamento nel gestire i movimenti sfinterici in autonomia, e in essi trova il soddisfacimento delle pulsioni imparando così a sviluppareautostima e autonomia. Il bambino inoltre prova interesse e piacere per i propri escrementi, tanto da considerarli talvolta come un dono fatto alla madre. Anche in questa fase, come in quella orale, il bambino può provare angoscia e frustrazione riconducibili al rapporto individuo-società: le istituzioni esigono dall’individuo adeguamento alle norme e autocontrollo — in questo caso, i genitori esigono che il bambino si abitui ad utilizzare il vasino e si autocontrolli. Secondo le teorie dell’Austriaco, l’incapacità di risolvere i conflitti in questa fase può portare allo sviluppo di una fissazione anale ritentiva o anale espulsiva.
Il cambiamento nella capacità di gestione degli sfinteri è il primo passo verso la gratificazione libidica (erotismo anale) e verso l’emergere di un carattere aggressivo (sadismo anale).
Imbecillità: Uno stato di debolezza mentale dovuto all’arresto dello sviluppo intellettuale a un livello infantile.
Io: All’Io spetta di provvedere alsoddisfacimento di normali impulsi e pulsioni nella misura del possibile, cioè tenendo conto delle limitazioni imposte dalla realtà obiettiva
Isterismo: Psicosi in cui possono comparire, da soli o variamente associati, molti sintomi che possono simulare le più varie malattie.
Nevrosi: Affezione legata a una sofferenza del sistema nervoso, non provocata da lesioni anatomiche e non collegata a fenomeni psicopatologici (ad. es.: n. cardiaca, intestinale).
Paranoia: Psicosi caratterizzata dallo sviluppo di un delirio cronico (di grandezza, gelosia, persecuzione, ecc.), sistematizzato, coerente, che evolve lentamente, lasciando integre le restanti funzioni psichiche.
Psiconevrosi: Nevrosi caratterizzata da netta prevalenza dei sintomi psichici su quelli somatici.
Psicosi: La malattia mentale, in quanto si manifesta e si definisce con una serie di anomalie psichiche di ordine specialmente qualitativo.
Proiezione: Processo inconscio che sta alla base del principio primariodel piacere, per cui le emozioni ed eccitazioni originanti dolore psichico sono percepite come esterne all’Io ed attribuite ad altra persona.
Super-Io: Il Super Io è cosciente sotto forma di dovere morale (i presìdî di controllo) e da esso deriva la stessa rimozione di realizzare il desiderio illecito; ossia il Super Io è l’elemento protettivo, che mantiene inconsce le esigenze dell’Es ritenute pericolose. Hannibal Lecter










   
 



 
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