LE MODERNE TECNOLOGIE DI COMBUSTIONE DEGLI RSU GARANTISCANO LA SALUTE PUBBLICA!
 











Introduzione a cura di Antonio Faggioli: “Nonostante l’indirizzo di varie Regioni a non costruire nuovi inceneritori di RSU e a dismettere gradualmente quelli esistenti, c’è chi ancora difende questi impianti con la motivazione che, “se costruiti con tecnologie moderne garantiscono la salute pubblica”. In nessuna considerazione sembra essere tenuto il principio di precauzione in carenza di evidenze scientifiche, anche in occasione di esposizione a inquinanti ambientali dimostrati sicuramente nocivi per la salute umana”.

Secondo Giorgio Gilli, Dipartimento di Sanità pubblica Università di Torino, nell’ultimo decennio la produzione dei rifiuti solidi urbani è cresciuta sia in termini di volume che di peso determinando una veloce saturazione dello spazio disponibile in discarica. Affrontare a monte il problema significa entrare con spirito critico nella logica che ha portato il nostro sistema economico all’aberrante esaltazione dello sprecodi materiali ed energia, considerandolo addirittura una misura del benessere, confondendo in tal modo il fine con i mezzi. Molteplici sono i processi di lavorazione e smaltimenti dei rifiuti, tra cui i vari trattamenti termici spesso tacciati di arrecare danni alla salute. Le risultanze degli studi sono tuttavia ancora oggi incomplete per numero, per tipo e risultano non sufficientemente univoche per esprimere un giudizio di merito ai potenziali effetti sanitari. I risultati sono controversi e vanno comunque letti ed interpretati come risultati di indagini relative a fenomeni espositivi caratterizzati da concentrazioni tipiche di impianti tecnologicamente superati. Inoltre tali studi sono per lo più retrospettivi ed esistono delle oggettive difficoltà nel produrre studi epidemiologici esaustivi in questo settore (Franchini et al., 2004; Signorelli et al., 2008). In conclusione non è oggi consentito, alla luce dei dati scientifici e delle moderne tecnologie offerte ascrivereresponsabilità certe al processo di combustione degli RSU che se condotto con tecniche e professionalità adatte è certamente in grado di garantire la salute pubblica, al contrario questo momento di negoziazione ambientale deve poter offrire le massime garanzie alla collettività potenzialmente esposta non solo attraverso un’analisi di ciò che nel passato si è potuto verificare ma anche attraverso opportune osservazioni scientifiche in campo animale e vegetale e anche umano in grado di segnalare con tempestività ogni scostamento biologico da una situazione fotografata precedentemente all’insediamento del termovalorizzatore.
Fonte: Comunicato stampa SItI del 6 Ottobre 2012.









   
 



 
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