Monti e i suoi stanno riuscendo nell’impresa quasi impossibile di riabilitare le politiche di Prodi e Berlusconi in materia di rifiuti. Indicazioni confusionarie, decreti pasticciati e tagli alla cieca, stanno creando notevoli problemi e rinfocolando tensioni tra istituzioni, operatori e cittadini. La situazione è a dir poco incandescente a Caserta, dove i dipendenti del Consorzio Unico di Bacino sono allo stremo dopo mesi di stipendi non pagati e di stallo politico-amministrativo. Due di loro si sono addirittura arrampicati sul tetto della sede del Cub, al centralissimo corso Giannone, minacciando di gettarsi nel vuoto. Preoccupazione è stata espressa dal presidente della Provincia di Caserta, il casiniano Domenico Zinzi, che ha dichiarato: “Al momento c’è una contraddittoria situazione normativa che non chiarisce quale soggetto istituzionale tra la Provincia e i Comuni dovrà occuparsi, a partire dal primo gennaio 2013, dei servizi di raccolta eriscossione”. Una matassa non dipanata di competenze e attribuzioni che si sta ripercuotendo anche sulle sorti dei lavoratori. Le parole di Zinzi non richiedono particolari sforzi interpretativi: “Non si può ragionevolmente pensare che in questo momento la Provincia assuma la totalità dei dipendenti del Consorzio Unico di Bacino Napoli-Caserta per poi magari essere costretta, nel caso di un affidamento dei servizi di raccolta e riscossione ai Comuni, a doverli licenziare, avendo perso ogni competenza in materia. Per questo occorre una chiarezza definitiva sull’argomento e auspico che la Commissione promuova delle iniziative utili affinché il Governo faccia luce una volta per tutte su tali questioni”. E non mancano timori di altra natura. Il capo della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo, nel corso dell’audizione avuta in Prefettura a Caserta al cospetto dei membri della commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti presieduta dal deputato GaetanoPecorella, ha fatto notare la confusione normativa imperante e le sue disastrose conseguenze sul piano della legalità. Il decreto legislativo di agosto sulla spending review riaffida l’attività ai Comuni e quindi, sostanzialmente, a ditte private, mentre la legge 26 del febbraio 2010 affidava il ciclo a società create ad hoc dalle Province. Una contraddizione che, a suo avviso, “favorisce l’infiltrazione dei clan camorristici”. L’affidamento del settore a soggetti pubblici, come sono appunto le società provinciali Gisec (Caserta) e Sapna (Napoli), in teoria meno condizionabili, avrebbe offerto maggiori garanzie, ma il Governo sembra pensarla in maniera diversa. Su 104 Comuni di Terra di Lavoro, sono oltre 50 quelli che si avvalgono oggi di imprenditori privati, mentre il Consorzio Unico di Bacino, ente pubblico, fornisce il servizio solo a 48 centri; di recente dal Cub si sono staccati nove comuni, tra cui San Marcellino, Teverola e Villa Literno che si sono associati nella societàAmbito sud srl promossa dalla Provincia di Caserta e dalla sua creatura, la Gisec. Una manovra che crea ancora più confusione. “E’ necessaria una maggiore logica nelle scelte, ha concluso Lembo, specie in un settore così sensibile ai condizionamenti esterni”. Non meno allarmato è il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella. “Ci sono situazioni di inquinamento delle falde acquifere molto gravi, ha detto Pecorella, e ritardi giustificati dal punto di vista contabile ma ingiustificabili dal punto di vista della salute pubblica. Rispetto alla visita precedente, il quadro in Campania ci appare complessivamente peggiorato”.Ernesto Ferrante
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