Roma, monnezza criminale
 











Associazione a delinquere, estorsione, truffa, traffico illecito di rifiuti: sono queste le ipotesi di reato di un’inchiesta segreta che sta facendo tremare mezza Roma e che potrebbe distruggere l’impero di Manlio Cerroni, l’anziano avvocato che controlla la discarica di Malagrotta e che gestisce, di fatto, la fetta più grande del business della monnezza della Capitale. Lo rivela "l’Espresso" nel numero domani in edicola.
L’indagine sull’"ottavo re di Roma" (che risulta indagato) sembra ormai alla fase conclusiva, e rischia di far saltare il sistema di monopolio assoluto che la politica locale ha subito e foraggiato per oltre un trentennio, affidando di fatto a un privato la gestione di un’attività - va ricordato - che è per legge di pubblico interesse.
A "l’Espresso" risulta che i filoni d’indagine sono tre. Riguardano la gestione di Malagrotta, gli impianti per la produzione di combustibile da rifiuti (cdr) che l’imprenditore ha costruito adAlbano Laziale e la cava di Monti dell’Ortaccio, che nei progetti di Cerroni - e del commissario per l’emergenza rifiuti Goffredo Sottile - dovrebbe presto diventare la nuova mega discarica della capitale. Il fascicolo è così delicato che oltre ai due pm titolari Maria Cristina Palaia e Alberto Galante è sceso in campo anche il procuratore capo Giuseppe Pignatone, che ha deciso di coordinare in prima persona la fase finale dell’inchiesta.
«Il ministro Corrado Clini ha detto che a Roma i rifiuti sono in mano alla malavita? E’ una bestialità», commentò Cerroni qualche tempo fa, mentre spiegava che il suo sito a Monti dell’Ortaccio era già attrezzato per ingoiare le oltre 4 mila tonnellate di spazzatura prodotte ogni giorno. Spregiudicato, ricchissimo (qualcuno calcola che abbia accumulato un patrimonio di oltre due miliardi di euro, le sue due società più grandi come la Colari e la E.Giovi fatturano - come si legge negli ultimi bilanci - circa 150 milioni l’anno), l’avvocato Cerroni,nato nel 1926 nel minuscolo paesino di Pisoniano in provincia di Roma, è ancora in gran forma e sicuro di sé, consapevole dell’enorme potere negoziale che ha con i politici: senza Malagrotta (che sarà probabilmente prorogata per l’ennesima volta) in pochi giorni le strade di Roma sarebbero invase dalla monnezza, con effetti più devastanti dello tsunami napoletano che fece scandalo in tutto il mondo. «Sa come lo chiama in un’intercettazione un ex dirigente del commissariato per i rifiuti nel Lazio?», chiosa un magistrato vicino al dossier ,«lo chiama "il Supremo". Un nomignolo che già dice tutto. E’ lui il protagonista assoluto di questa vicenda». Emiliano Fittipaldi-trattodal’espresso

 









   
 



 
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