Il voto di domenica in Sicilia è molto atteso, soprattutto per le ripercussioni che avrà a livello nazionale. La battaglia che si combatte nell’isola potrebbe stravolgere gli attuali assetti politici. Se dovesse prevalere il candidato Crocetta, appoggiato dal Pd e dall’Udc, a livello nazionale verrebbe meno l’alleanza Bersani-Vendola. Ecco perché il laboratorio siciliano è particolarmente atteso da tutti. Se invece dovesse uscire dall’urna un voto positivo per il candidato del Pdl Musumeci, appoggiato anche da La Destra e da Noi Sud e dal Pid, allora il figliol prodigo Casini non potrebbe far altro che tornare a casa a capo chino. Poi il terzo incomodo Miccichè, ex Fi, sostenuto dal presidente uscente Lombardo e dal Fli di Fini. Per il partito di Berlusconi questa è una spina nel fianco, in quanto potrebbe togliergli parecchi voti. Oltretutto l’Mpa di Lombardo ancora gode di favori, soprattutto per via della sua opera “benefattrice”. Alludiamo alletante nomine fatte anche a tempo scaduto. Il clientelismo porta voti sicuri. Se poi ci aggiungiamo che Vendola e Di Pietro si presentano assieme, sostenendo la candidatura della sindacalista della Fiom Marano, ecco che il banco di prova diventa di rilevanza nazionale. E a sparigliare le carte potrebbe essere proprio Grillo, dato in crescita costante. Dopo l’attraversata dello stretto di Messina ha avuto diversi bagni di folla, soprattutto di gente incavolata con i partiti tradizionali. Certo bisognerà vedere cosa mai potranno fare i grillini in caso di vittoria. Perché una cosa è la specchiata moralità delle persone, altra cosa sono le capacità di ognuno. Logico che se l’esempio è quello degli ultimi governi nazionali di centrodestra e di centrosinistra, con scandali e malaffare a ripetizione e incapacità a prendere decisioni è chiaro che l’elettorato cerchi altri referenti. Lo sbarco in Sicilia di Grillo ha avuto indubbiamente un forte riscontro popolare, anche perchérappresenta una novità. Ormai i centrosinistri e i centrodestri giocano con gli spalti semivuoti. La partita che si gioca nell’isola avrà ripercussioni anche a livello di leadership. Prendiamo il caso di Alfano. Se Musumeci dovesse vincere anche il segretario si rafforzerebbe, altrimenti non resterebbe che rassegnare le dimissioni. E questo comporterebbe la fine del Pdl per tornare agli anni “d’oro” di FI. Ma resuscitare i morti che non hanno dato nulla in vita non è una soluzione auspicabile. Spulciando tra i programmi, suscita una certa curiosità quello dei grillini. Oltre al rilancio della pesca e della valorizzazione del turismo c’è soprattutto la questione della banda larga. Ovviamente la pesca e le spiagge servono a poco, come dimostra il caso della Grecia. Occorre altro per lo sviluppo e per diffondere il benessere. Comunque, qualora il partito di Grillo dovesse sfondare in Sicilia oltreché nella Penisola è chiaro che per gli attuali assetti del Parlamento sarebbedrammatico. E soprattutto sarebbero costretti di nuovo a stare sotto lo stesso tetto, quello di Monti. Intanto il dissidente Miccichè tiene i toni bassi, cercando così di rubacchiare un po’ di voti al Pdl. “In tutta questa campagna elettorale -dice- mi sono voluto tenere fuori dalle polemiche e dagli sgambetti dei miei avversari, non è certo di inutili e strumentali polemiche che hanno bisogno i siciliani”. Però già il fatto di essere appoggiato dall’Mpa di Lombardo e dal Fli di Fini non è che sia un bel biglietto da visita. Con la gestione Lombardo la Sicilia è sprofondata nella fogna del voto di scambio. Il rappresentante del Grande Sud se la prende con il suo vecchio partito e con il Pd per le cattiva pubblicità sul suo conto. “Più il Pdl e il Pd fanno falsa comunicazione, continuano questa aggressione nei miei confronti, più evidente è la mia forza e il loro nervosismo”. E poi aggiunge che la sua campagna non è supportata da un odio verso qualcuno ma di amore verso la Sicilia evolta a portare l’isola fuori dalle secche. Invece la Marano, candidata di Sel e dell’Idv, ha denunciato strane manovre in atto di uomini del presidente uscente per favorire Crocetta. Certo da un uomo come Lombardo ci si può aspettare di tutto, compreso che appoggi l’uomo del Pd e dell’Udc. D’altronde fino al giorno prima sono stati insieme. E non è una bella cosa, soprattutto per i moralisti del Pd. “Qualcuno deve spiegarmi che razza di rivoluzione è quella che mette insieme al Pd, gli ex cuffariani di Casini e Lombardo”, questo il j’accuse della sindacalista vicina a Vendola. E l’interrogativo che si pone è d’obbligo: “Ma non sono gli stessi che hanno governato la Sicilia negli ultimi dieci anni, portando l’isola allo sfascio, e sono stati sodali di Berlusconi per quasi un ventennio?”. Solo che il discorso potrebbe essere rovesciato nel suo stesso campo, a livello nazionale. Infatti hanno governato più volte assieme senza combinare nulla di positivo per il bene del Paese. Leuniche cose fatte sono state: marciare contro le missioni di pace e poi votarle e introdurre tanta flessibilità attraverso il pacchetto Treu. michele mendolicchio
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