Il governo dei “tecnici”italiani si è riunito nella sua sede istituzionale, Tel Aviv. Oltre a Mr. Monti, si è infatti trasferita in Israele, per ben due giorni, la maggior parte di un esecutivo graziosamente delegato dalla finanza internazionale a mettere il morso agli italiani. Da Giulio Terzi - che a Tel Aviv è di casa - al ministro-ammiraglio Di Paola, da Corrado Passera a Paola Severino e a Francesco Profumo. Un vertice, come hanno poi riferito le agenzie dell’informazione corretta, Ansa in primis, “business oriented”, “fatto di concretezza” con un Paese “con il quale l’interscambio commerciale dell’Italia negli ultimi nove anni è raddoppiato passando da 2 a 4 miliardi di euro”. Bel panegerico, nevvero? Chissà se i Signori Ministri, ogni tanto, oltre a sfornare veline, danno un’occhiata al complesso dei rapporti commerciali italiani nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente. Chissà se si sono avvisti dei meravigliosi risultati biennaliottenuti con Paesi già amici e partners, come Libia -30 miliardi, o Iran - 25 miliardi, o Siria - 15 miliardi, da noi “sanzionati” e magari “bombardati” per riuscire a... “raddoppiare in 9 anni gli scambi con Israele”. La premiata ditta Monti-Terzi-Di Paola, nuova Triade degli Affari Esteri Kamikaze d’Italia, sia almeno conseguente: si suicidi. Ugo Gaudenzi Palazzo Chigi si sposta a Tel Aviv “Gli italiani ammirano molto Israele per ciò che rappresenta, per i successi ottenuti negli ultimi anni sotto la sua leadership”. Il premier italiano non eletto, imposto dalla grande finanza, si è fatto carico degli italici sentimenti di ammirazione indirizzandoli verso Tel Aviv e il suo premier nel corso del terzo vertice interministeriale Italia-Israele. I cittadini italiani – che hanno l’imbarazzo nella scelta tra motivi per “ammirare” Netanyahu: dalle bombe su Gaza a quelle in Sudan, passando per le colonie illegali e la volontà di sancire il “carattere ebraico” diIsraele - sono stati portati “in dono” a Netanyahu, che ha ringraziato e fatto complimenti a Monti “per quello che ha fatto e sta facendo per facilitare l’espansione e la stabilizzazione dell’economia italiana e dell’Europa”. Il pacchetto regalo non è stato con segnato dal solo primo ministro italiano, ma da buona parte del governo, arrivato a Tel Aviv con lui. L’esecutivo ha praticamente spostato Palazzo Chigi alla corte di Netanyahu: Giulio Terzi, Corrado Passera, Paola Severino, Giampaolo di Paola, Francesco Profumo in rappresentanza di Esteri, Sviluppo economico, Giustizia, Difesa, Istruzione, ministeri chiave che hanno siglato numerosi accordi con gli omologhi israeliani nello spirito di “rafforzare i legami commerciali con l’Italia, che cresceranno sempre di più”, come ha affermato il premier Netanyahu. Dichiarazione congiunta sulle consultazioni intergovernative italo-israeliane (Monti-Netanyahu); Programma di Cooperazione Culturale (Terzi-Lieberman); Dichiarazione congiuntasull’estensione della cooperazione trilaterale in Etiopia e Sud Sudan (Terzi-Lieberman); Dichiarazione congiunta sulla cooperazione in materia di start-up companies (Passera-Lieberman); Accordo sulla conversione delle patenti di guida (Passera-Katz); Addendum al MoU sugli scambi giovanili (Profumo-Saar). Accordi che si uniscono a un interscambio commerciale con l’Italia che negli ultimi nove anni è raddoppiato, passando da 2 a 4 miliardi di euro. “L’Italia e Israele sono unite da un legame speciale e da relazioni che abbracciano tutti i campi. Oggi stiamo ponendo le basi per intensificare ulteriormente questa collaborazione e, allo stesso tempo, per avviarla in nuovi settori”, ha affermato Mario Monti al termine dell’incontro a Gerusalemme con Netanyahu, sancendo il gemellaggio d’acciaio con Israele. Un legame che prevede anche una visione comune in politica internazionale. Il presidente israeliano Shimon Peres ha inteso anticipare proprio a Monti la sua proposta di inviare “caschiblu” arabi sotto l’egida Onu in la Siria, e il premier italiano ha garantito sull’impegno della comunità internazionale verso l’Iran: le “sanzioni”, recentemente rafforzate dall’Ue, sono “abbastanza efficaci”, ha affermato, e stanno avendo effetti sull’economia di Teheran. Le dichiarazioni aggressive di Tel Aviv, la minaccia ultimamente sempre più frequente di un “attacco preventivo” contro Teheran è stata derubricata da Monti a una differenza di metodo: “Capisco che Israele può avere un approccio diverso”. Dalla comprensione allo zelo: Terzi ha fatto sapere che Israele apprezza “il rafforzamento delle sanzioni dei 27 (l’Ue, ndr) contro Teheran”, nella speranza che possano contribuire al rispetto delle risoluzioni dell’Onu da parte iraniana. L’amnesia selettiva del “nostro” ministro degli Esteri ha ovviamente escluso dalla lista la settantina di risoluzioni Onu mai rispettate da Israele.Alessia Lai
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