Legge elettorale. Il teatrino del non fare
 











Sul modello elettorale c’è molta ipocrisia, soprattutto nel centrosinistra. Il presidenzialismo non va bene però si guarda al modello americano come esempio primario di democrazia. E così ci tocca subire un Parlamento praticamente bloccato da veti e contro-veti dove è praticamente impossibile fare qualcosa per il bene comune.
Si discute tanto e non si fa praticamente nulla. Basti pensare solo alla macchina giudiziaria ingolfata da processi infiniti e da milioni di cause. Eppure nulla si fa per non inimicarsi la magistratura e  naturalmente nel solito slogan dell’antiberlusconismo: tutto serve a lui. E quindi meglio non fare nulla. Certo se la proposta del presidenzialismo fosse venuta da Vendola molto probabilmente avrebbe avuto un altro riscontro. Sicuramente sarebbe stato riempito di elogi. Invece la proposta è venuta dal Cavaliere ed è stata liquidata come l’ennesima legge ad personam. Insomma da una parte si elogia il modello americanoma dall’altra si spara a zero contro chi intende proporlo. E’ il solito teatrino di questi partiti centrosinistri e centrodestri. Certo dietro il cambiamento ci dovrebbe essere soprattutto la concezione del fare, perché altrimenti è inutile affidarsi a  modelli alternativi. Siccome non c’è l’idea del fare allora ci teniamo il teatrino della Repubblica parlamentare. E prosegue anche nelle varie commissioni dove si dovrebbero proporre e discutere le nuove leggi. A proposito della legge elettorale, su proposta di Rutelli si sono ritrovati sullo stesso fronte Pdl, Lega e Udc . E così è passato l’emendamento di modifica della legge porcata: occorre raggiungere il 42,5% per prendersi il premio di maggioranza. Chiaro che non ci potrà essere nessuno in grado di arrivare a certi numeri e così il Monti bis sarà la strada obbligata. A questo punto le strade ancora una volta si dividono: Pd e Sel da una parte, Pdl, Udc e Lega dall’altra. Sulla bontà di Bersani di voler davvero ambire aPalazzo Chigi abbiamo anche diversi dubbi. In primis c’è il veto dell’inquilino del Colle che non vuole assolutamente andare contro i diktat dell’Ue, della amministrazione americana e dei mercati che non vogliono la coppia: Bersani-Vendola al potere. E così il giochino dei centristi prosegue. Una cosa sono le giunte locali dove è possibile un’alleanza tra Udc, Pd e Sel, altra cosa è governare a livello nazionale. E questo lo sa anche la dirigenza del Pd, solo che continua nella finzione delle alleanze. Come abbiamo già detto, è molto probabile che anche Bersani tiri un sospiro di sollievo vedendo nel Monti bis una via d’uscita. Certo si dice pronto a governare ma non capiamo proprio come, visto che non potrà mai avere i numeri. Questo perché Casini non è disponibile ad una alleanza con Vendola. La Cei non lo consentirebbe.      
A proposito della legge porcata è anche impensabile che possa servire agli ex alleati: Pdl, Lega e Udc, con il sostegnodell’Mpa e di Fli per riprendere in mano le redini del Paese. Non capiamo come possano raggiungere la soglia del 42%. E poi per fare cosa? L’occasione l’hanno avuta e poco è stato fatto per il bene comune. Va assolutamente cambiata la Costituzione, altrimenti si resta in questo pantano. Purché però ci sia l’idea del fare, sennò è tutto inutile.
Naturalmente la scelta di Casini di appoggiare l’emendamento Rutelli ha fatto inalberare la dirigenza del Pd e tutto il centrosinistra. In sostanza la modifica della legge porcata impedirebbe alla cordata Bersani-Vendola di andare a Palazzo Chigi. Che la coalizione di centrosinistra sia nettamente favorita alle prossime politiche questo nessuno lo può negare, solo che c’è il veto dei poteri forti. Gli interessi della grande finanza e d’Oltreoceano sono altri. Ovvero un Monti bis o chi per lui, purché faccia i loro interessi. Alle accuse della dirigenza piddina di voler sbarrare la strada verso Palazzo Chigi, attraverso una riforma crea caos,il leader centrista si rifà al principio fissato dalla Corte costituzionale “secondo cui bisogna superare una certa soglia per poter accedere al premio di maggioranza. Sono anni che la Consulta lo va ripetendo e il Presidente della Repubblica ci ha richiamati più volte. Nessuno può cadere dalle nuvole”. E sul fatto che la linea delle alleanze sia ormai marcata, con il ritorno dell’Udc nell’ovile di centrodestra, arrivano le considerazioni finali di Casini. “Non si può consentire a lui e a Vendola di raddoppiare per legge i propri voti. Il problema del suffragio universale si pone anche per loro”. Anche perché poi chi glielo va a spiegare alla Bce, all’Ue e ai mercati? E così anche Napolitano spinge per una superporcata della legge elettorale al fine di favorire un Monti bis. Alla fine di tutto questo teatrino, pensiamo che ci sia anche lo zampino del Pd. Fingono di litigare ma poi hanno bene in mente il traguardo finale: favorire un altro governo dei Professori e impedire che ilmovimento 5 Stelle possa metterli sotto scacco.  michele mendolicchio









   
 



 
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