La stagione del fetore viene e (non) va...
 











Era il tassello mancante per completare quel ridicolo mosaico che è la partitocrazia italiota. L’ora delle elezioni del “non cambiamento” (leggasi perpetuazione della tecnocrazia affamatrice all’italiana) si avvicina e urge avere tutte le comparse disponibili affinché l’elettore possa illudersi di avere libertà di scelta e partecipare all’ennesima buffonata cartacea.
La cronologia degli ultimi avvenimenti dovrebbe quantomeno far riflettere anche i più rigidi avanguardisti del ceto medio semi-colto, carne da cannone per i pupari del regime. Vince Bersani, si spengono i riflettori su Casini, Angelino il delfino è sempre più “ino” e il Cavaliere annuncia il suo ritorno sulle scene. È pura casualità? Sarà forse il fato che si tinge d’azzurro? No, sono i fatti, è la puzzolente realtà. Se alle primarie del Pd avesse vinto il “destrorso” Renzi, non vi sarebbe stato alcun bisogno di aprire il sarcofago per resuscitare il Berlusca.
A fare la sinistraci avrebbe pensato la solita accozzaglia girotondesca, di viola e d’arancio piumata, tutta brindisi e cappelli da questua in mano. Il cambiamento, seppur minimo, tuttavia avrebbe potuto disorientare le pecorelle incolonnate davanti alle urne, favorendo qualche exploit più “spigoloso” (nei limiti di quel che passa il diroccato convento, ovviamente) e allora, si è pensato bene di scegliere interpreti più collaudati per meglio perpetrare l’inganno. A sfidarsi saranno, dunque, l’uomo delle lenzuolate liberiste e l’omino delle libere lenzuola, con il resto della compagnia a fare da coda di paglia appuntata alle terga canute dell’uno e dell’altro.
Per rendere più credibile l’antagonismo, le “ardite” schiere del signorotto di Arcore, hanno pure inscenato un’insurrezione parlamentare vera come la chioma del proprio leader contro l’amico dell’ora prima Mario Monti, salendo addirittura al Colle degli strabismi, delle intercettazioni strappate e dei sospiri (per i signori delle banche). Poteree falso anti-potere, figli della stessa baldracca ideologica dominante, l’uno contro l’altro armati (si fa per dire), per assassinare il dissenso “libero” ed incanalare nelle tubature della fogna del sistema, la rabbia che monterà in questo mese di cartelle pazze, bollette pesanti e tredicesime ballerine. Naturalmente alla recita parteciperanno anche i falsi estremisti dell’una e dell’altra parte per “coprire” tutto il campionario. Si prevede una campagna elettorale asfittica e ammuffita, a colpi di anti-berlusconismi e anti-comunismi assorbenti, con un fitto lancio di cateteri e dentiere da combattimento. E guai a parlare di temi seri.
Ci vengono in mente le parole di una vecchia canzone di Battiato che ci permettiamo di “modificare” alla bisogna, da buoni discoli quali siamo. La stagione del fetore viene e (non) va; i desideri non invecchiano quasi mai con l’età...Sfortunatamente, aggiungiamo noi. La lunga notte di questo disgraziato Paese, è più nera che mai.Ernesto Ferrante









   
 



 
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