Ad Avigliana torna lo spettro delle scorie nucleari. Domani notte, secondo il tam tam degli antinuclearisti, passerà per il Piemonte un treno pieno di scorie nucleari. Sarà il quarto trasporto di scorie dal deposito “provvisorio” di Saluggia all’impianto di riprocessamento di La Hague. La prima volta, nel marzo 2011 alla stazione di Condove, la polizia picchiò e arrestò due attivisti. In aprile, qualche centinaio di attivisti provò a fare resistenza passiva sui binari, proprio ad Avigliana. La polizia portò via uno di loro ma fino al luglio 2012 vennero sospesi i viaggi delle scorie. Ma a luglio, a Bussoleno, un treno di antinuclearisti fu sequestrato per consentire il transito del Castor, il convoglio atomico. La Regione Piemonte ha una legge che prevede un piano di emergenza in caso di incidente a uno di questi treni ma viaggi come questo sono tenuti nascosti alla popolazione. Tutti quelli che abitano nel raggio di tre chilometri dalla ferroviadovrebbero fare le esercitazioni per sapere come coportarsi nel caso uno di questi treni deragliasse o saltasse per aria come a Viareggio l’incidente ad un treno di materiali chimici ha fatto morti e feriti. L’unica misura consigliata dalle Prefetture è chiudersi in casa ma nessuno è sicuro che basti per sfuggire alle conseguenze di un incidente nucleare. L’85% delle scorie radioattive prodotte in Italia sono concentrate a Saluggia, Trino vercellese e Bosco Marengo. Dopo venticinque anni dalla chiusura delle centrali nucleari italiane la questione delle scorie non è stata risolta. «E non lo sarà mai, perché le scorie restano pericolosissime per la salute umana e per l’ambiente per decine di migliaia di anni», spiegano alla popolazione i No Nuke piemontesi. Lo scorso mese il governo ha deciso di smantellare l’ex centrale di Trino vercellese: al suo posto faranno un secondo deposito “provvisorio”. In nessun paese al mondo c’è un sito definitivo per lo stoccaggio. Costi altissimi el’opposizione delle popolazioni coinvolte hanno fatto sì che le scorie rimanessero nei pressi delle centrali. In Italia, nel decennio scorso, c’è stata la mobilitazione efficace della popolazione di Scanzano Jonico, prescelto dal governo Berlusconi per quel tipo di deposito. Nell’impianto di La Hague, le scorie di Saluggia vengono “riprocessate” e poi rimandate in Piemonte. Radioattive e pericolose come prima, perché a La Hague si limitano estrarre il Mox, un combustibile per le centrali, e il plutonio. Il plutonio serve ad una sola cosa: fare le bombe atomiche. Il sito di Saluggia non è sicuro: nell’ultima alluvione le falde sono state contaminate. Se uno dei treni diretti in Francia deragliasse, se qualcuno lo scegliesse come obiettivo e lo facesse saltare, se ci fosse una scossa di terremoto – anche lieve – mentre attraversa il basso Piemonte, da Vercelli, attraverso Asti, Alessandria, la provincia di Torino e la Val Susa migliaia di persone rischierebbero lavita. «Abbiamo il diritto di essere informati – scrive l’Asti Social Forum al Sindaco Brignolo in una lettera aperta distribuita ieri durante una – ti chiediamo e chiediamo all’assessore all’ambiente di porre sia la questione sicurezza sul trasporto nucleare, che di informare i cittadini del passaggio dei treni “nucleari ” sul nostro territorio». Informalmente, l’assessore avrebbe confermato di fare il possibile per rendere il tutto trasparente, ma intanto il bastimento sta per passare».C.A.
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