Alternativa Riformista Antiliberista
 











Quali sono le vie da percorrere in direzione di un superamento della grave crisi economica che ha travolto l’Occidente? In che misura è possibile intervenire sulle disfunzioni del sistema capitalistico, che sono alla base di tale crisi, rendendo possibili condizioni di sviluppo duraturo nel rispetto dell’equità sociale e della democrazia? Sono questi gli interrogativi centrali attorno ai quali ruota la proposta "ARA" (Alternativa Riformista Antiliberista), richiamando la necessità di un Governo dell’economia che si contrapponga nettamente agli approcci liberisti dell’ultimo trentennio, responsabili della deriva economica e sociale che sta travolgendo i paesi più industrializzati.          Il terreno nel quale tracciare l’inizio di un nuovo cammino dovrà essere – innanzitutto – culturale e politico. Ciò che è infatti grave, è che l’avanzata del liberismo in economia si è potutarealizzare senza una valida ed efficace opposizione culturale, politica e sociale, stante che persino la sinistra occidentale e financo la pubblica opinione progressista nella quasi totalità si erano nel frattempo convertite al liberismo. In questo senso è necessario porre le premesse per una nuova polarità tra una forza di sinistra antiliberista e un sistema di Governo dell’economia in cui si ripristini il ruolo attivo dell’intervento pubblico e pertanto delle leve di cui può dotarsi, con ciò sollevando la necessità di azioni volte a contrastare il fiscal compact e a modificare la norma sul pareggio di bilancio in Costituzione.                                                      Il compito al quale si vuole chiamarel’intervento pubblico in economia non ha natura congiunturale, ma mira a riedificare e/o rafforzare quei pilastri del welfare che sono stati alla base dello sviluppo democratico dell’Occidente nel secondo dopoguerra e a creare le migliori condizioni di sviluppo del sistema produttivo praticando politiche industriali mirate. Si tratta così di mettere in campo una progettualità complessa ed articolata, indubbiamente ispirata alla visione keynesiana, ma estremamente attenta a rilevare le specifiche criticità dal lato di un dato paese.                                          La proposta si pone in totale opposizione tanto al disegno liberista del "Governo Monti", quanto, e con non minore forza, alle correnti dell’antipolitica/estremismo che, sulla scorta della sfiducia maturata neiconfronti politica in seguito al suo degrado, negano la possibilità di una qualsivoglia positiva azione da parte dello Stato.              A livello italiano ciò si traduce nell’escludere dagli interlocutori non solo quelli già nettamente distinguibili nelle aree della destra e dei moderati e  nell’estremismo/antipolitica, ma anche quelli che nel consesso della sinistra non rigettano di fatto l’approccio liberista, introdotto talvolta anche surrettiziamente.       I promotori della proposta, denominata " Alternativa Riformista Antiliberista" – Francesco Bochicchio e Roberto Passini – ne discuteranno sabato 19 gennaio p. v., dalle ore 10 alle 14, p.v., a Milano, nei locali della Societa’ Umanitaria ( zona Universita’ Statale), in un incontro pubblico a cui sono stati invitati politici, giuristi, intellettuali ed economisti tra cui Cesare Salvi, Guido Rossi e Giulio Sapelli.









   
 



 
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