Il business milionario dei canili lager
 











"Gli animali rendono da vivi e da morti".Vengono accalappiati e rinchiusi in piccole gabbie. Spesso maltrattati e denutriti. A volte si ammalano e non vengono curati. Non possono correre perché manca lo spazio e non possono essere adottati perché sviluppano un senso di ostilità nei confronti dell’uomo. Il loro destino è rimanere chiusi in box di pochi metri quadri e morire. È il business del randagismo. Un giro d’affari che raggiunge centinaia di migliaia di euro l’anno e che in Puglia può contare su grandi numeri. I cani randagi, secondo una delle ultime stime fatte dal ministero della Salute, sono oltre 70mila. In Puglia si concentra l’emergenza. Non solo di cifre, ma anche di orrori. Tanto che, come annunciato sul nostro giornale, gli animalisti hanno minacciato di boicottare il turismo in Puglia se l’emergenza non sarà affrontata e risolta.             "I canili lagersono qui" denunciano le associazioni animaliste. Difficile per i volontari accedere alle strutture in cui vengono rinchiusi i cani. "I canili, quasi tutti a gestione privata, non sono facilmente accessibili - protesta la responsabile della Lav Bari Sara Leone - i Comuni stipulano convenzioni con i privati ma nessuno si preoccupa di verificare se i soldi pagati dagli enti locali siano effettivamente spesi per cure veterinarie e cibo". In media un Comune dovrebbe pagare 2 euro al giorno per il mantenimento di un randagio anche se spesso le convenzioni vengono stipulate al ribasso e viene assegnato anche solo un euro per ciascun cane.                             La Regione Puglia dal 2000 a oggi ha finanziato con 3.133.569 euro i Comuni per il potenziamento delle strutture ricettive e la sterilizzazione dei cani mentre ha erogato 1.736.000 euro alleAsl per la prevenzione. A fornire le cifre è l’assessore alla Sanità Ettore Attolini. "Per contrastare la problematica - si legge in una nota - la Regione si propone di attuare la campagna di adozione dei cani presenti nei rifugi e di sensibilizzazione per ostacolare il fenomeno dell’abbandono sin dalla scuola dell’obbligo; l’iscrizione nell’anagrafe canina informatizzata regionale; il censimento dei cani vaganti. I controlli nei canili vengono espletati periodicamente dai veterinari delle Asl. Resta ferma la disponibilità al confronto con tutte le associazioni presenti sul territorio per ricercare le possibili soluzioni nell’attuale contesto normativo".               E le associazioni sono sul piede di guerra. "I cani vengono tenuti anche in box in cemento di 4 metri quadrati" denuncia Emma Melica, responsabile regionale della Lega del cane. "Complicato poi adottarli perché fin da cuccioli vengono terrorizzati ehanno paura dell’uomo - spiega Leone della Lav - abbiamo avuto segnalazioni dal canile di Terlizzi dove per fame sembra che i cani si siano sbranati tra loro o da Corato dove c’è un altissimo tasso di mortalità: nonostante il tetto massimo sia 200, c’è sempre posto per nuovi randagi". La situazione più drammatica è però in provincia di Taranto e di Lecce. "Ci sono migliaia di cani che vagano nelle campagne - va avanti la responsabile della Lega del cane pugliese - Abbiamo ricevuto anomale segnalazioni di furgoncini che scaricavano cani nei paesi e poi, per risolvere l’emergenza, si presentava il privato al Comune per chiedere la convenzione e aprire il canile". Sulla condizione dei canili lager già ad agosto il ministero della Salute aveva disposto controlli speciali dei carabinieri del Nas inPuglia.                                                   E proprio ieri un’altra storia raccapricciante: un cucciolo di cane, completamente ’accartocciato’ perché cresciuto in una gabbietta, è stato trovato ad Acquaviva delle Fonti, nei pressi di una fermata dell’autobus, ed è stato consegnato ai volontari dell’associazione Legalo al cuore onlus. Il cucciolo ora sta meglio ma quando si siede - denuncia il sito Geapress - torna come prima. La cagnolina, di circa cinque mesi, è cresciuta in gabbia, di dimensioni poco più grandi di lei. L’esame radiografico ha mostrato lo schiacciamento di due vertebre oltre a gravi malformazioni ossee. Di fatto deambula appoggiandosi sui polsi anteriori.Francesca Russi-repubblica









   
 



 
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