Scandali a chiamata
 











La Seconda Repubblica nacque dalla caduta della Prima innescata dallo scandalo Enimont e sulle tangenti che i vari politici, della DC e del PSI, intascarono per permettere la nascita di un colosso chimico petrolifero che poi tracollò su se stesso. Un crollo dal quale il PCI di Occhetto uscì praticamente immune ma che fu obbligato a rimandare l’arrivo al governo di due anni a causa della discesa in campo di Berlusconi nel 1994. La trasformazione socialdemocratica del PCI in PDS e poi in DS-PD era fisiologica per legittimare l’ex Bottegone davanti agli occhi dell’Alta Finanza anglofona. Legittimazione che i governi Prodi e D’Alema, con ex PCI ed ex DC di sinistra, si guadagnarono con le privatizzazioni di Telecom, Eni ed Enel.
I recenti scandali bancari hanno inferto un duro colpo all’immagine del PD che da sempre controlla la banca senese non fosse altro perché la Toscana è una regione rossa anzi rossissima. Uno scandalo che i giornali dei Salotticosiddetti “buoni” hanno accolto con evidente imbarazzo in quanto il PD ha raggiunto da tempo un accordo di non belligeranza sulla direttrice Torino-Milano dove si colloca il potere reale in Italia. Uno scandalo che Monti, che pure di quegli ambienti è espressione,non ha esitato a cavalcare per alzare il prezzo di un accordo futuro con Bersani.
E’ significativo quindi che, quasi a pareggiare i conti, sia emersa la questione di presunte tangenti che l’Eni attraverso la controllata Saipem avrebbe pagato in Algeria a politici locali per ottenere contratti. Tangenti che saranno pure illegali ma che in ambito petrolifero sono la regola. Un avviso di garanzia è stato inviato a diversi dirigenti dell’Eni che, sotto la guida di Scaroni, e con la spinta di Berlusconi, ha stabilito ferrei rapporti con la Russia di Putin. Una circostanza che dà molto fastidio alle majors anglo-americane del petrolio che dai tempi di Mattei vedono l’attivismo italiano nel settore come il fumo negli occhi.Filippo Ghira










   
 



 
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