Rigassificatore, si volta pagina British gas rinuncia al progetto
 











A quasi un anno dalla sentenza che ha disposto la confisca dell’area su cui sarebbe dovuto sorgere il rigassificatore dopo un processo per tangenti, e dopo le lamentele sulle lungaggini della burocrazia italiana che ne avrebbero impedito la creazione, la Brindisi Lng rinuncia al progetto. Stavolta per davvero. La società, costola della multinazionale britannica British gas, ha inoltrato all’Autorità portuale richiesta di recesso (unilaterale) dalla concessione demaniale marittima a Capo Bianco, nel Brindisino, l’area dove sarebbe dovuto sorgere l’impianto di gassificazione. Sul punto si riunirà in mattinata il comitato portuale presieduto da numero uno dell’Authority Hercules Haralambides, per fare il punto su una vicenda scoppiata con quella dichiarazione shock sugli "11 anni di attesa per i permessi" lanciata dal manager cui sono seguite polemiche e reazioni di fuoco, tra cui quella del governatore Nichi Vendola.
Il passo indietro era statoannunciato il 6 marzo scorso dall’amministratore delegato Luca Manzella, che lamentava gli ostacoli burocratici che avevano impedito di procedere, portando alla paralisi il progetto, un investimento da 250 milioni di euro. "Una occasione perduta", secondo Manzella, per l’Italia e per Brindisi, nonostante la città (con l’appoggio della Provincia e della Regione Puglia) fosse scesa più volte in piazza per dire no al rigassificatore.
Ads by SelectionLinks
L’annuncio del dietrofront era arrivato contestualmente all’avvio delle procedure di mobilità per circa venti lavoratori impiegati nella sede brindisina di British gas Italia. "Chiudere la sede locale non significa rinunciare al progetto", aveva precisato Loredana Caponio, allora portavoce della multinazionale. "Concentreremo tutte le attività nella sede di Milano, in attesa delle autorizzazioni all’impianto che aspettiamo ormai da undici anni dopo avere investito oltre 250 milioni di euro, in un clima di ostilità da parte delleamministrazioni locali". E aveva aggiunto: "E’ chiaro che se le autorizzazioni non dovessero arrivare chiederemo giustizia nelle sedi opportune". Nemmeno una parola sulla ultima udienza del processo che si sarebbe celebrato da lì a un mese. La sentenza è di aprile.
Il collegio giudicante presieduto da Giuseppe Licci ha accolto in toto la richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Silvia Nastasia, nel processo dalle accuse all’ex sindaco Giovanni Antonino, imputato insieme ai dirigenti della società, per un presunto giro di tangenti utili a oliare gli ingranaggi amministrativi e ottenere le autorizzazioni per la società britannica. Il tribunale di Brindisi ha disposto la confisca dell’area e dichiarato prescritte le ipotesi corruttive, come aveva già annunciato l’accusa, respingendo le richieste di assoluzione formulate dalla difesa. Condanna a cinque mesi l’ex amministratore delegato della società, Franco Fassio, accusato di occupazione abusiva di suolo demaniale. Lasorpresa, però, è il rigetto in toto delle richieste risarcitorie formulate dalle parti civili, fra cui gli enti locali e tutte le associazioni ambientaliste del territorio. Insomma, niente rigassificatore, in attesa dei gradi di giudizio successivi.
Nel frattempo British gas, che ha annunciato azione di auto-tutela per gli investimenti già licenziati a Brindisi, molla la presa. L’ultimo atto della società è stato l’atto depositato di recente presso l’Authority. Il recesso unilaterale è relativo all’accordo sostitutivo di concessione demaniale marittima, il nulla osta che consegnò alla società inglese l’area di Capo Bianco: l’oggetto dell’attività corruttiva, secondo i giudici, che lo hanno ribadito nelle motivazioni della sentenza. Accordo capestro, a quanto pare, visto nelle clausole si dispone che la colmata resti all’Autorità Portuale, ma l’ente non può chiedere a Brindisi Lng (costola della British Gas), il ripristino dello stato dei luoghi, indipendentemente dalla convenienzao meno di utilizzare in futuro la colmata stessa per altri scopi. E’ possibile insomma che, sentenza non definitiva a parte, la società britannica riesca a venirne fuori senza le ossa rotte. Per la città di Brindisi le cose, forse stanno altrimenti.









   
 



 
28-02-2016 - Diossina a Taranto: dati sconvolgenti da allarme "sterminio"
01-02-2016 - Le meraviglie del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise attraverso lo sguardo di Giancarlo Mancori
09-12-2015 - Istruzioni per l’uso del clima impazzito
31-08-2015 - Scie chimiche, ora è ufficiale: USA confermano utilizzo di sostanze per irrorare i cieli
22-06-2015 - GIULIETTO CHIESA, BERGOGLIO E TANTI ALTRI
24-02-2015 - Ecoreati: dopo colpo di spugna su Eternit, legge avanti piano tra lobby e blitz
16-02-2015 - Primi cantieri contro la frana Italia
13-02-2015 - Muos di Niscemi, il Tar: “Pericoloso per la salute, fermare i lavori”
11-02-2015 - Terra dei Fuochi, un anno dopo è ancora emergenza
29-01-2015 - Tap, il governo bypassa la Regione. "Opera urgente e strategica"
23-01-2015 - Sos dal Sistema energetico globale
12-01-2015 - Dalla Puglia in Europa, il flagello Xylella ora fa paura
09-01-2015 - Gargano,Sequestrata condotta di scarico a mare abusiva
04-01-2015 - Danni ambientali, sequestrato l’oleodotto Civitavecchia-Fiumicino
28-12-2014 - L’economia verde ai tempi di Renzi Ma gli ecologisti bocciano il premier

Privacy e Cookies