L’ultima settimana che precede il voto è come sempre fondamentale per la scelta che ognuno di noi potrà prendere. E a decidere sarà soprattutto il popolo dell’astensione e degli indecisi. In caso di discesa in campo la partita potrebbe prendere una svolta decisa per l’uno o per l’altro dei contendenti. Vedendo le piazze a confronto c’è da credere che il terzo incomodo possa addirittura rovesciare ogni pronostico, tagliando per primo il traguardo. Stiamo parlando di Grillo. Nel cuore di Torino e più precisamente nella storica piazza Castello si è visto qualcosa di nuovo e di bello che non si vedeva da anni. Una piazza stracolma di persone prive di colorazione politica, senza bandiere e simboli di cui non se ne può più. E forse anche per questa scelta di totale apertura il M5S sta raccogliendo simpatia e consensi a valanga. Di contro invece a Milano, 24 ore dopo, andava in onda una parata di vecchie glorie, con programmi e slogan post-bellici.Alludiamo al comizio di Bersani, Prodi, Vendola e Ambrosoli. Un vecchiume ideologico davvero penoso, ancorato al solito sventolio di bandiere. Il M5S è su un altro pianeta, fatto di novità di programmi e di totale trasversalità politica. E la cosa che lo contraddistingue di più rispetto agli altri è la mancanza di simbologie e bandiere che hanno fatto il loro tempo. Anche a questo si deve il crescente successo del M5S. Stringe la mano a Casapound come a quelli di sinistra, senza alcuna sindrome ideologica. E questo è un altro punto di forza che i cittadini percepescono. I rimproveri di Bersani e Vendola sanno solo di muffa. Il bagno di folla lo sta facendo Grillo, da nord a sud del Paese, perché portatore di novità che superano i vecchi recinti ideologici dell’uno e dell’altro schieramento. E poi punto nevralgico del suo programma è il referendum sull’euro. Cosa non di poco conto, anzi fondamentale per l’indirizzo del voto. La stragrande maggioranza dei cittadini è contro la monetaunica che in 11 anni di vita ci ha via via portati verso il baratro della miseria. E questa rabbia si esprimerà nel voto del 24 e 25 febbraio. Oltre al M5S solo pochi altri movimenti vanno presi in considerazione, proprio perché hanno come punto di partenza l’uscita dall’euro. Da Fn di Fiore a Casapound per finire al partito Comunisti-Sinistra popolare di Rizzo. E se poi la scelta dovesse ricadere sul Berlusca è sempre meglio di una scelta verso il trio dei camerieri: Bersani, Vendola, Monti. Il programma del M5S non è volatile ma consistente in alcuni punti, dall’uscita dall’euro alla cancellazione dell’Imu sulla prima casa per finire all’eliminazione di Equitalia. Nonché il reddito di cittadinanza, per non lasciare le persone nel degrado assoluto. La lista è molto lunga. C’è anche la questione legata all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, nonché su quello dei giornali. Su quest’ultimo punto non concordiamo affatto, non perché siamo in ballo ma per il semplicefatto che si tratta di garantire il pluralismo dell’informazione. Altrimenti paradossalmente anche il sussidio non avrebbe senso. Grillo in queste ore è stato protagonista di una polemica che poco ha senso. Stiamo parlando del suo dietrofront da Sky. Una settimana fa aveva annunciato di voler tornare in video, scegliendo il network privato; poi è tornato sui suoi passi mantenendo fede al vecchio principio di non mescolarsi con gli altri. E siccome gli ha portato fortuna è bene che prosegua su questa linea. La gente lo apprezza proprio per questa distinzione. Partecipare ai salotti televisivi è solo un modo per far ingrassare i vari conduttori. E comunque la sua scelta di girare le piazze italiane con il camper è stata azzeccatissima. Poi ha bastonato un po’ tutti, ridicolizzando soprattutto i partiti camerieri. E Bersani e Monti sono in cima alla lista, con i portaborse Vendola, Casini e Fini. Il movimento semmai potrebbe avere un punto debole nella mancanza di esperienzadei suoi candidati ma potrebbe anche essere il contrario. Stando almeno a questi ultimi 20 anni di politica “competente” fatta di ruberie e di malgoverno nessuno può certo dichiararsi soddisfatto. michele mendolicchio
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