Casa Divina provvidenza "Don Uva", Fsi: accordo raggiunto
 











Si è conclusa, dopo circa un anno, la vertenza Casa Divina Provvidenza "Don Uva" di Bisceglie (BAT) con sedi anche a Foggia e Potenza. Presso il ministero del Lavoro a Roma, è stato siglato l’accordo tra l’Ente e le OO.SS che chiude la vertenza aperta con la richiesta di messa in mobilità di centinaia di persone.
L’accordo prevede fino a 66 mesi di mobilità per i circa 300 lavoratori che matureranno il requisito alla pensione entro i termini della mobilità medesima. A questi lavoratori l’Ente assicurerà un sostegno al reddito di 200 euro lordi, in aggiunta all’assegno di mobilità erogato dall’INPS.
Il tutto – fa presente una nota della FSI (Federazione Sindacati Indipendenti) - era cominciato nel marzo 2012 con la richiesta di cassa integrazione in deroga per circa 664 lavoratori, ma tale percorso, ben presto, è stato impossibilitato dall’istanza di fallimento a carico dell’Ente da parte di alcune ditte fornitrici. I debiti del don Uvaammontano, infatti, ad oltre 450 milioni di euro accumulatisi negli anni per via di una gestione economica non proprio oculata. A conclusione degli incontri presso la task force per l’occupazione della regione Puglia, il don Uva ha avviato la procedura per il licenziamento di 587 dipendenti nelle tre strutture di Bisceglie, Foggia e Potenza.
Questa soluzione tuttavia lascia aperto il problema per altri lavoratori che l’attuale normativa in materia escluderebbe dai benefici pensionistici; a tale proposito è già stato inoltrato un interpello al Ministero del Lavoro che consentirebbe l’avvio al pensionamento secondo i requisiti precedenti la riforma Fornero. In caso di esito negativo, l’accordo prevede che per evitare il licenziamento degli altri 234 lavoratori che non hanno i requisiti per il pensionamento, si applicherà un contratto di solidarietà della durata di 24 mesi con una riduzione oraria media pari al 20% dell’orario settimanale e con decorrenza dal 1 luglio 2013.
Inoltre,a garanzia ulteriore per i lavoratori collocati in mobilità, su richiesta dei sindacati, l’Ente, nelle more della erogazione da parte dell’INPS della indennità di mobilità, anticiperà il relativo importo per tre mesi nella misura del 100% e per successivi tre mesi nella misura del 50%, a titolo di anticipazione del TFR.
Un apprezzamento – prosegua il comunicato - va rivolto alla Regione Basilicata che grande senso di responsabilità interverrà direttamente a sostegno dell’occupazione, con iniziative mirate all’adeguamento delle rette e al fitto di ramo d’azienda. La Regione Puglia, invece, più volte interpellata anche dal parte dei sindacati, non ha ad oggi avviato alcuna iniziativa a tutela dei livelli occupazionali.
La FSI e l’USAE pur ritenendosi soddisfatte per la qualità ed i contenuti dell’accordo raggiunto con l’Ente in sede di Ministero del lavoro, esprimono preoccupazione per i livelli di assistenza che si potranno assicurare agli oltre 2.000 pazienti quotidianamenteassistiti all’interno delle strutture dell’ente Casa Divina Provvidenza (950 a Bisceglie, 631 a Foggia e 473 a Potenza). La maggiore preoccupazione riguarda l’assistenza nelle strutture pugliesi, che registreranno il maggior calo occupazionale.
Con queste premesse e nella consapevolezza che la partita a difesa dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori non possa ritenersi conclusa, la FSI vigilerà, assicurando la propria presenza accanto ai lavoratori delle tre strutture.

 









   
 



 
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