Donadi impugna la ripartizione dei seggi alla Camera
 











Un ricorso di Massimo Donadi potrebbe essere alla base del primo giro di valzer della diciassettesima legislatura. L’ex capogruppo dell’Idv si è appellato all’Ufficio elettorale centrale della Corte di Cassazione. L’ex sodale di Di Pietro ritiene che ci sia stato un errore nel conteggio dei resti. Calcolo alla base della sua esclusione in una delle circoscrizioni in cui era candidato.
La sua decisione non metterà in pericolo i seggi di Centro democratico, cartello centrista sicuro di varcare la soglia di Montecitorio come “miglior perdente” della coalizione di centrosinistra. A rischiare sarebbero cinque colleghi eletti in altre liste, deputati in pectore che cederebbero il posto a candidati risultati esclusi in base alle decisioni della Direzione affari elettorali del Viminale. “Ho rilevato un palese errore nell’attribuzione di 5 seggi alla Camera fatto dal Ministero degli interni. Ne ho parlato con Anna Maria Cancellieri, ministro degliInterni, che mi ha manifestato la sua volontà di collaborazione. Se l’errore fosse confermato, il ministro renderà immediatamente pubblica la situazione. Non riguarda solo me ma dieci persone: 5 che uscirebbero dalla Camera e 5 vi entrerebbero”.
Ha dichiarato il politico veneto durante una conferenza stampa organizzata alla Camera. Secondo il ricorso presentato da Donadi, per il complesso sistema di conteggio della legge elettorale in vigore, il Pdl perderebbe un seggio in Puglia ed uno in Sardegna, dovrebbero salutare la proclamazione Roberto Marti e Paolo Vella. Gli azzurri aumenterebbero però i seggi conquistati in Molise ed in Friuli Venezia-Giulia, riconfermando così le uscenti Sabrina De Camillis e Emanuela Di Centa. Il Pd perderebbe in Umbria il seggio attribuito a Valter Verini – fedelissimo di Veltroni – e ne acquisirebbe uno in Sardegna; il primo dei non eletti, Gavino Manca, andrebbe a prendere il posto di Vella. Lo stesso Donadi, grazie all’esclusione di Verini,rientrerebbe nel riconteggio perché risulterebbe eletto in Umbria.
L’ultimo caso segnalato nei documenti riguarda Sel che perderebbe il seggio in Trentino (Kronbichler Florian) e ne avrebbe uno in più in Puglia (Sannicandro Arcangelo). Anche il Movimento pentastellatto di Beppe Grillo dovrebbe rinunciare al contributo di due deputati. Secondo un parere allegato al ricorso, la ragione del misfatto sarebbe da ricercare nella verifica della ripartizione dei seggi fatta dagli Uffici in un secondo momento, così come ricorda chi ha seguito in diretta la diffusione dei risultati. “L’errore è talmente palese che non vi vedo alcuna intenzionalità. Non posso dire di essere di fronte ad un fatto doloso. Sarà stata colpa di un software. L’esposto segue un percorso di verifica effettuato dai politologi triestini Gianluigi Pellegrino e Paolo Feltrin in base al quale si è avuta certezza dell’errore”, ha concluso il fondatore del partito Diritti e libertà. La strada non è affatto in discesa.
Irisultati dello scrutinio hanno già passato il vaglio del Viminale e la Corte di Cassazione potrebbe non tenere conto di correzioni o nuove comunicazioni arrivate fuori tempo massimo. La vicenda potrebbe poi avere uno strascico parlamentare di fronte alla Giunta per le elezioni, organo di garanzia deputato alla decisione di eventuali ricorsi sulla proclamazione degli eletti. A smentire Donadi ci sarebbe il Partito democratico della Sardegna. Per loro sarebbe giusta la ripartizione operata dal Ministero. In questo caso, l’x Idv non potrebbe nemmeno confidare in una surroga in costanza di legislatura.Matteo Mascia









   
 



 
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