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Tempi lunghi per le consultazioni al Quirinale |
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Nessuno ha in mente una soluzione per uscire dallo stallo in cui potrebbe precipitare il Parlamento, la nuova composizione del Senato non permette di avere un quadro chiaro. Giorgio Napolitano si riserva di decidere dopo la conclusione delle consultazioni, fonti del Quirinale hanno fatto intendere la mancanza di una strategia precisa. Si renderà necessaria l’audizione di tutti i gruppi e le componenti presenti a Camera e Senato. Conferire l’incarico a Bersani potrebbe rivelarsi controproducente, il sostegno dei senatori eletti sotto le insegne della lista montiana non sarà sufficiente a raggiungere la maggioranza semplice. L’ostruzionismo del Movimento 5 stelle potrebbe poi portare i grillini ad abbandonare l’aula di Palazzo Madama, azione che sarebbe, forse, subito emulata da Pdl e Lega. Un’uscita di scena determinante per evitare il raggiungimento del numero legale ed obbligare il presidente del Consiglio (del Pd?) a rassegnare le dimissioni.Dalle parti del centrodestra hanno deciso di stare a guardare, si sentono solo frasi di circostanza e si intuisce come via dell’Umiltà sia interessata ad un ritorno alle urne. Una scelta che non troverebbe d’accordo né Napolitano né – è facile prevederlo – il suo successore. L’attuale inquilino del Colle sarà costretto a fare almeno un paio di tentativi prima di lasciare il posto alla personalità che sarà scelta dalle Camere riunite in seduta comune. Le consultazioni in programma potrebbero durare più del previsto; una tattica che permetterebbe a Mario Monti di guidare il Paese in un momento di difficoltà. Il suo è un Ministero dimissionario ma – scorrendo la storia repubblicana – nulla gli impedisce di permanere a Palazzo Chigi in attesa del decreto di nomina di un nuovo Presidente del Consiglio. Atto che sarebbe sufficiente a far entrare nel vivo un nuovo Esecutivo, squadra che si dovrà confrontare entro dieci giorni dalla nomina con il voto di fiducia di Camera e Senato. È beneperò precisare che il ruolo di Monti non c’entra nulla con la prorogatio di cui si è parlato nelle ultime ore. La pubblica amministrazione ha il dovere di perpetuarsi ed il Paese non può rimanere senza una guida politica e burocratica. Avulso dal contesto politico, il centrosinistra confida in un assist da parte del Colle. “Se chiamati noi proporremo le nostre otto proposte. Questo è il nostro piano A. Ci affidiamo al presidente della Repubblica di cui sono rispettoso delle prerogative: tutto il resto si vedrà nei contatti e nei rapporti con Napolitano”, ha dichiarato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, durante una conferenza stampa nella sede del partito in cui ha spiegato di aspettarsi il conferimento del mandato da parte del Quirinale. Parole sui cui pesano le irreale esternazioni della Direzione nazionali di mercoledì, una riunione di importanza cruciale “rovinata” dall’assenza di critiche e da chi non ha nemmeno preso la parola per riservare un attacco frontale allasegreteria. Fasi precedute da un tragicomico scambio di responsabilità tra gli animatori della comunicazione politica del Nazareno, tutti indaffarati in uno sport molto in voga a sinistra: lo scaricabarile. Che il Partito democratico abbia qualche problema è chiaro a tutti, forse solo Bersani ed i suoi fedelissimi tentano di convincersi di essere in grado di formare un Governo sorretto da una maggioranza parlamentare veramente tale. C’è da augurarsi che non siano alla ricerca del conforto dell’aritmetica, sarebbe un errore di calcolo – è il caso di dirlo – di non poco momento. Basterebbe la prima questione di fiducia per disciogliersi come neve al sole. Bersani ed i suoi devono poi fare i conti con la scomparsa di un alleato. Nichi Vendola è scomparso dai radar da qualche giorno, nessuno dei suoi eletti è stato capace di esternare quale sia la loro agenda. Dopo il maldestro corteggiamento a Grillo non si sono avute altre nuove dagli ambienti di Sel. Anche il fronte centrista nonsembra disponibile a scoprire le carte. “Scelta civica” - rispettando lo stile della sua componente Udc – sceglierà in un secondo momento con chi dialogare. Un escamotage per aumentare il suo peso contrattuale.Matteo Mascia
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