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Atene: “campi di concentramento” made in Troika |
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I governi made in troika dissanguano i greci fin dal principio della crisi. Quello attuale di Samaras, piuttosto che uscire dai binari suicidi imposti dalle sanguisughe internazionali, continua a preferire i sacrifici umani. Una legge entrata in vigore a febbraio stabilisce che chi ha debiti superiori a cinquemila euro e non li paga entro quattro mesi dal sollecito, rischia il carcere fino a un anno. Pena che aumenta di pari passo col debito: per diecimila euro almeno sei mesi di galera in più e così via. Rateizzare può servire, ma guai a saltare una scadenza, le porte del moderno “campo di concentramento” per evasori si apriranno inesorabilmente. La nuova tattica terroristica per spremere il popolo è stata annunciata dal vice ministro alla Giustizia Kostas Karagkounis durante un’audizione in Parlamento. Qualcuno, anima candida, ancora non pienamente convinto della possibilità che un governo possa cannibalizzare il proprio popolo, afferma che potrebbe trattarsi di una provocazione, un tentativo di spaventare i cittadini, spingendoli a pagare. Ma è stato lo stesso Karagkounis a definire nel dettaglio il progetto di internare gli insolventi, avendo però la “cura” di non rinchiuderli assieme a chi ha commesso crimini più efferati, garantendo “condizioni più umane”. Pare che un campo di addestramento militare nella provincia di Attica verrà attrezzato alla bisogna, anche a causa del sovraffollamento nelle carceri. Ora, i greci, al punto al quale sono arrivati, potrebbero anche non vedere con terrore il fatto di essere mantenuti, almeno per qualche mese, dallo stesso Stato che gli ha tolto tutto. A meno che gli ospiti di questi “campi” non siano costretti a procacciarsi il cibo autonomamente. Poca ironia signori, all’abuso pare non esserci fine. Le gabbie sono pronte ad accogliere cittadini già costretti a mandare i propri figli a scuola digiuni. La Troika e i loro complici ellenici hanno permesso che nelle scuole della Grecia accada oggi qualcosa di impensabile solo fino a pochi anni fa per un Paese membro dell’Europa. Crisi economica significa bambini che a scuola cercano cibo nella spazzatura, che chiedono ai compagni gli avanzi della merenda, o piegati in due per i crampi della fame o che svengono. Testimonianze raccolte dal New York Times,confermano questi dati e il fatto che la malnutrizione nel Paese è vertiginosamente aumentata. Un rapporto dell’Unicef del 2012 è impietoso: tra le famiglie greche più povere con bambini, oltre il 26% ha una dieta insufficiente, un fenomeno che, partito dagli immigrati, si sta diffondendo anche tra i greci nelle aree urbane. È una crisi che non risparmia nessuno dei settori sociali nei quali la mancanza di tutele per i più deboli significa tragedia. Uno studio pubblicato di recente su l’American Journal of Public Health e svolto da ricercatori greci e statunitensi ha dimostrato gli effetti dei tagli imposti dai governi alla salute pubblica. Il drastico peggioramento del servizio pubblico sanitario già segnalato negli ultimi anni ha portato a un generale peggioramento della salute pubblica. Patologie mentali, abuso di sostanze stupefacenti ed infezioni sono in netto aumento. Tra il 2007 ed il 2009 i suicidi e gli omicidi sono cresciuti rispettivamente del 22,7% e del 27,6%. Nell’impossibilità, visti i tagli agli stipendi (per chi ancora ne ha uno), di poter ricorrere alla sanità privata, sempre più malati cercano aiuto negli ospedali pubblici, nei quali scarseggiano o mancano del tutto anche i presidi medici basilari. Sono dati e fatti scomparsi dall’informazione mainstream. Della Grecia non si parla più, in attesa del prossimo Paese che finirà nel baratro. Ieri una unità di artificieri dell’esercito è intervenuta nel quartiere Galatsi di Atene dove è stata rinvenuta una bomba a mano fuori da un banco dei pegni. Qualcuno non vuole morire in silenzio. Alessia Lai |
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