Francia: un think-tank per nuove riforme iperliberiste
 











Il governo socialista francese ha chiesto al direttore di uno dei più influenti think-tank una consulenza in materia di politica economica, per cercare di dimostrare agli Stati membri dell’Eurozona che Parigi è oramai impegnata a realizzare le proprie riforme strutturali per rinvigorire la sua debole economia. Per questo Jean Pisani-Ferry , direttore e fondatore del think-tank Bruegel (Brussels European and Global Economic Laboratory), è stato incaricato di pianificare la politica economica del premier francese Jean-Marc Ayrault, dopo otto anni che l’Istituto con sede a Bruxelles è stato un fautore e sostenitore a oltranza delle riforme economiche del Paese transalpino.
Il Bruegel è un istituto di “riflessione” politico-economica internazionale, con sede a Bruxelles, che ha iniziato le sue attività nel 2005 guadagnando rapidamente importanza sino ad essere considerato fra i più importanti think-tank europei e mondiali, che annovera tra i suoi
membri Mario Monti, Jean-Claude Trichet (attuale presidente del gruppo europeo della Commissione Trilaterale) e multinazionali come la Goldman Sachs. Per questo il think-tank è impegnato a preparare nuove misure riformatrici che avranno – come al solito – delle caratteristiche strutturali di stampo iperliberista. La nomina di Pisani-Ferry arriva proprio nel momento in cui il presidente francese François Hollande è crollato visibilmente nei sondaggi e deve affrontare un crescente pessimismo sulle prospettive economiche della Francia.
Con una crescita praticamente in stallo, il governo ha abbandonato il suo obiettivo, concordato con la Commissione europea, di ridurre il deficit di bilancio della Francia al 3 per cento del Prodotto interno lordo per il 2013. Si è impegnato comunque a ridurre la spesa pubblica e ad attuare riforme in settori quali le pensioni e il welfare, ma è ancora in difficoltà nel muoversi più velocemente. Riforme che saranno naturalmente tutte a danno del popolo
francese e di stampo iperliberista, come ovunque negli Stati membri dell’Eurozona e dell’Unione europea. In un articolo pubblicato sul quotidiano Le Monde, Pisani-Ferry – che ha scritto le stesse raccomandazioni anche sulle colonne del Financial Times – ha preso le parti di Hollande sulla questione del bilancio. Il direttore del Bruegel ha sostenuto che sarebbe necessario ridurre i deficit strutturali. Ma ha sottolineato che i governi devono mettere in atto misure per controllare anche i sistemi di indennità di disoccupazione, pensione, sanità e adottare riforme fiscali che non possano minare l’attività economica. A questo Pisani-Ferry ha voluto precisare che il suo lavoro dovrebbe prevedere, cercando di promuovere accordi fra le parti sociali, riforme assolutamente fondamentali.
Il capo dell’Eliseo ha sottolineato la necessità di accordi negoziali, piuttosto che la realizzazione di cambiamenti imposti. Un funzionario del governo non ha mancato di sottolineare che il ruolo di
Pisani-Ferry è in qualche modo simile a quello svolto da Louis Gallois, ex amministratore delegato di Eads, il gruppo aerospaziale, che fornisce consulenza sulla competitività industriale.
Ma queste sono soltanto parole e le differenze restano, perché Pisani-Ferry si occupa di questioni fondamentali per la vita di un popolo come il lavoro, le pensioni, la sanità, gli stipendi e su questi non si può avere una visione competitiva come nel mondo industriale.
Tuttavia come è noto ai nostri lettori la visione attuale dell’economia elaborato in Europa a tutti i livelli è assolutamente turboliberista e se ne infischia altamente del benessere dei popoli, preferisce preoccuparsi di far quadrare i conti pur vedendo ogni giorno un certo numero di lavoratori e imprenditori che si suicidano per le insormontabili difficoltà economiche da affrontare ogni giorno. Andrea Perrone