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Porto Miggiano off limits battaglia contro i sigilli |
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Resta off limits la cala di Porto Miggiano, uno dei luoghi simbolo della costa adriatica del Salento nel territorio di Santa Cesarea Terme, finita sotto sequestro il 20 marzo scorso. La Procura dice no all’istanza di dissequestro avanzata dal Comune ma l’amministrazione non si dà per vinta e si prepara a combattere una nuova battaglia davanti a un giudice terzo, nel tentativo di restituire quell’angolo di paradiso ai bagnanti che l’affollano da decenni e che nei giorni scorsi si sono spinti fino alla falesia restando interdetti davanti al filo bianco e rosso che la delimita impedendo l’accesso al mare. Proprio l’arrivo di un’estate che in Salento sembra aver bruciato i tempi, rende ancora più urgenti i tentativi del sindaco Daniele Cretì di ottenere la fruibilità dell’area sottostante la scogliera su cui sono stati effettuati i lavori che la magistratura ritiene illegittimi. L’inchiesta affidata ai pm Antonio Negro ed Elsa Valeria Mignone ruota attorno a presunti illeciti commessi durante il consolidamento della falesia, effettuato con fondi Cipe per 3 milioni di euro. Inchiesta ancora alle fasi iniziali, costata un avviso di garanzia al direttore dell’Ufficio tecnico di Santa Cesarea, Salvatore Bleva, al direttore dei lavori, Daniele Serio, e alla titolare della ditta che aveva avuto in appalto gli interventi di consolidamento, Maria Grazia Doriana, indagati per violazione di norme edilizie, ovvero per lottizzazione abusiva di terreni sottoposti a vincoli e distruzione e deturpamento delle bellezze naturali. Tali presunte violazioni sono state messe in luce dalla relazione dei consulenti Dino Borri e Giuseppe Tommasicchio, secondo cui gli interventi di consolidamento avrebbero addirittura danneggiato la falesia tufacea. Proprio il fatto che il lavoro dei periti sia ancora in corso, e che ora punti anche a chiarire se la cementificazione dell’area sovrastante con la costruzione di due resort abbia alterato gli equilibri idrogeologici, ha indotto i pm a rigettare l’istanza di dissequestro avanzata dall’avvocato Pietro Quinto per conto dall’amministrazione comunale. Incassato il primo no, tuttavia, il Comune e il suo legale, intendono andare oltre e discutere dell’eventuale dissequestro nel corso di un’apposita udienza davanti a un giudice. La richiesta è di restituire l’area a mare e il suo accesso costituito da una scalinata ai fruitori, ovvero cittadini e turisti che negli anni hanno goduto di quell’angolo incontaminato di Salento. Secondo l’avvocato Quinto, il fatto che i lavori siano stati ultimati e consegnati nell’agosto 2012 rende non più mutabile lo stato dei luoghi, facendo venire meno le motivazioni del sequestro probatorio. "Il dissequestro - sostiene il legale - è un atto che non recherebbe alcun danno alle indagini" e anzi permetterebbe agli amanti di Porto Miggiano di poter tornare alla spiaggetta che, in seguito al provvedimento di sequestro, è diventata fruibile solo dai pochi privilegiati che possono raggiungerla in barca. Chiara Spagnolo,repubblica |
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