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Ue: gas di scisto un cavallo di Troia per l’Europa |
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La politica energetica dell’Unione europea deve spostarsi verso la diversificazione dell’offerta per contrastare l’approvvigionamento russo e mantenere sempre stretto il rapporto e la dipendenza con il mondo atlantico. E’ il vezzo accarezzato più volte dai Soloni Ue. Per questo al recente vertice dei tecnocrati europei, in quel di Bruxelles, si è sottolineato che con lo shale gas vi è la probabilità di realizzare una parte di quel mix energetico utile ad allontanare l’Europa dalla Russia e metterla nelle mani delle major statunitensi specializzate in questo tipo di lavorazione definita di “fratturazione idraulica” (“fracking”), particolarmente dannosa a livello ambientale anche per l’inquinamento delle falde acquifere. Il premier britannico David Cameron ha offerto un robusto supporto a favore dello sfruttamento europeo del gas di scisto, sottolineando ai giornalisti che “nessun regolamento deve mettersi in mezzo”. “L’Europa – ha osservato Cameron – ha il 75 per cento del gas di scisto come gli Stati Uniti, ma gli americani stanno perforando pozzi da 10.000 euro l’anno, mentre in Europa stiamo perforando una cifra inferiore a 100 euro”. E poi ha aggiunto che è “una sorpresa che negli ultimi dieci anni gli americani hanno aumentato la loro energia dall’utilizzo del gas di scisto da appena l’1 per cento al 30 per cento, e qui in Europa ora stiamo pagando il doppio di quanto gli Stati Uniti pagano per il gas all’ingrosso”. Nel suo intervento il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha sostenuto che il vertice è stato il “momento giusto per un dibattito strategico sulla politica energetica europea”. Ma con tono polemico ha osservato che “l’Europa sarà presto l’unico continente dipendente dalle importazioni di energia”. Per questa ragione Van Rompuy ha chiesto un aumento degli investimenti in infrastrutture e nell’efficienza energetica nel tentativo di tagliare i costi. I prezzi dell’energia in Europa sono più di due volte maggiori del costo che hanno negli Stati Uniti. L’enfasi sulla competitività e sui prezzi è un’indicazione che le preoccupazioni ambientali e climatiche stanno sparendo dalla lista delle priorità dell’Unione europea, e in fondo sono stati spesso un pretesto per tentare di impedire o ritardare la costruzione dei gasdotti provenienti dalla Russia come il Nord Stream. In vista del vertice, un funzionario dell’Unione europea ha confermato che le trattative energetiche avverranno attraverso “la lente dei prezzi piuttosto che in base alle preoccupazioni climatiche”. I leader europei hanno promesso comunque di tornare sulla questione nel marzo del 2014. Gli Stati membri hanno portato sul tavolo le diverse priorità energetiche dei rispettivi Paesi. La domanda e la sicurezza dell’approvvigionamento è di particolare interesse per i Paesi dell’Europa orientale, che basano le loro forniture di gas sul gigante di Stato russo, Gazprom, e vorrebbero per questo liberarsi dalla dipendenza da Mosca. Si è poi fatto un cenno al boom del gas di scisto negli Stati Uniti, che ha provocato un calo di oltre il 50 per cento dei prezzi energetici dal 2008 e una percentuale pari allo 0,5 del Pil degli Stati Uniti l’anno scorso, Van Rompuy ha detto che lo “shale gas potrebbe essere parte del mix di energia in una serie di Paesi dell’Ue”. Ma non si è parlato dei rischi ambientali e dell’eccessiva spesa per l’estrazione in alcuni Paesi europei come la Polonia. In una dichiarazione rilasciata dal portavoce per l’energia del Gruppo Verde/Alleanza libera europea, Claude Turmes, ha descritto la questione dei prezzi energetici come “illusoria e fuorviante”. “L’Ue – ha dichiarato il portavoce – dovrebbe cercare di ridurre i costi per l’utente finale e questo implica l’adozione di misure più ambiziose per garantire l’efficienza degli utilizzi finali dell’energia, limitando gli sprechi di energia, che porteranno giù le bollette per i consumatori e l’industria”. “Lo shale gas – ha osservato puntualmente Turmes – non è la pallottola d’argento della politica energetica europea, ma piuttosto un pericoloso cavallo di Troia”. Come dargli torto? Sappiamo bene quali sono gli interessi in gioco e quello che pretendono i gendarmi dell’impero a stelle e strisce dall’Europa-colonia. Andrea Perrone |
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