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No del Ppe a Mussolini e Ciarrapico |
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di Alberto D Argenzio
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Alessandra Mussolini inclusa nelle liste, Ciarrapico che giura amore eterno al Duce, ma anche «Fini e altri politici di terza e quarta fila di Alleanza Nazionale che parlano a nome del Partito popolare europeo quando non ne fanno nemmeno parte». Come assicura un’alta carica del Ppe che preferisce restare anonima, in Europa il gran clamore nato intorno al partito di Berlusconi non piace quasi per nulla. Anzi, il cammino del Popolo della libertà verso la casa dei democristiani europei non appare affatto così lineare e spedito come Berlusconi e Fini vogliono far credere agli italiani. «Il tema è molto sensibile, assai delicato e ci sono parecchi problemi - assicura ancora la fonte - mentre loro danno tutto per scontato. In realtà un processo del genere va spiegato, bisogna fare della lobby e invece Berlusconi e i suoi non la stanno facendo, sono concentrati solo sulla loro campagna elettorale». Insomma, nessuno spiega e nessuno si presenta a spiegare. Il Cavaliere era atteso oggi al vertice dei leader del Ppe che anticipa di poche ore il Consiglio dei capi di Stato e di governo della Ue, ma, a meno di sorprese dell’ultima ora, a Bruxelles non si farà vedere. «Speravamo venisse a spiegarci cosa sta succedendo nel Pdl, che tipo di progetto è, invece pare che non venga...», racconta con un pizzico di frustrazione un altro funzionario del Ppe. L’aspetto che meno piace a molti esponenti dei popolari è l’atteggiamento, quasi supponente, mostrato tanto da Berlusconi quanto da Fini: «Un’operazione del genere si prepara, si spiega, molti tra i nostri affiliati, soprattutto i partiti dei paesi nordici, conoscono il passato di An, che è decisamente lontano dal Ppe. E invece dall’Italia non hanno lavorato bene: se oggi nessuno spiega cos’è cambiato nel partito di Fini non sarà né facile né tantomeno automatico far entrare il Popolo della libertà nel Ppe, ci saranno dei problemi e i tempi saranno lunghetti», insiste la fonte. È da anni che Gianfranco Fini aspira all’ingresso nel Ppe, l’ultimo approdo della sua virata al centro, quella che dovrebbe dargli la legittimità necessaria a succedere a Berlusconi. Finora però ha ricevuto solo seccate risposte negative. L’ultima giusto un anno fa, direttamente dal presidente del Ppe Martens. Ora An ci riprova usando la scorciatoia del Pdl e il patrocinio diretto di Silvio Berlusconi in un’operazione che raccoglie anche l’appoggio di Angela Merkel e di Nicolas Sarkozy. «Loro sono convinti che Fini debba entrare nel Ppe - spiega la fonte - ed effettivamente il problema non è lui ma il suo partito: a noi non risulta che An si sia modernizzata, non c’è stato alcun filtro». Il problema è che Alleanza Nazionale in Europa puzza ancora un po’ troppo di fascismo, soprattutto per i palati nordici, e a ciò si aggiungono comportamenti considerati poco «educati», come la tendenza di Fini e soci a parlare a nome di un partito di cui non fanno ancora parte. Infine a Bruxelles e Strasburgo non chiudono gli occhi soprattutto di fronte ad altri problemucci del Pdl, come le candidature della Mussolini e l’intervista di Ciarrapico. Berlusconi era atteso a Bruxelles anche per fare un po’ di chiarezza, ma non ci sarà. Ci sarà invece Casini, «viene a vigilare», assicurano dal Ppe. La love story con Fini è finita male e il patrocinio dell’ex internazionale democristiana è un marchio che l’Udc non vuole condividere con An. Soprattutto in campagna elettorale.de Il Manifesto |
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