Medicinali ai poveri: aumentano le richieste
 











La crisi economica investe anche la salute. Accade così che nella “civile” e “progredita” Italia si assista ad un aumento costante di poveri che non hanno la forza economica di potersi curare nel migliore di modi.
Nei primi mesi di quest’anno vi è stato un incremento del 24% della richiesta di farmaci rispetto al 2012, in particolare medicine da banco, dalla nimesulide ad una normale aspirina.
Tanti cittadini campani sono talmente poveri da essere costretti non solo a stringere la cinghia sull’abbigliamento e sul cibo, facendo diventare anche una normale serata in pizzeria un lusso, ma anche nell’acquisto di medicine o terapie.
In una condizione di disagio economico così grave, tale da minacciare addirittura la salute di tanti nostri concittadini, per fortuna, un sostegno arriva dalla Fondazione Banco Farmaceutico che ha raccolto ben 3000 medicinali in città e provincia, distribuiti a ben 14 associazioni impegnate ad aiutare gli
indigenti.
Un dato di gran lunga superiore rispetto all’anno precedente, quando i farmaci raccolti furono poco più di 2400.
Numeri che fotografano, in maniera impietosa, quanto ci sia da fare.
Nell’ottica dell’operatività integrata, il Banco Farmaceutico ha siglato un protocollo con la Fondazione Pellegrini e Convalescenti di Napoli.
Uno strumento utile ad assicurare migliori condizioni di salute a tanti cittadini campani indigenti.
“L’accordo, spiega Tiziana Donnianni, delegato territoriale del Banco Farmaceutico, ci consente di donare alla Fondazione Pellegrini farmaci necessari al sostentamento dell’ambulatorio, a cui si può rivolgere chi è indigente per ottenere visite specialistiche ed i farmaci necessari per le terapie gratuitamente”.
Una buona notizia, in una regione come la Campania, nella quale sempre più abitanti non hanno nemmeno i soldi per poter pagare il ticket della ricetta.
Il lavoro della Fondazione, quest’anno raggiungerà 3000 persone, e c’è da
augurarsi che come in altre regioni di Italia si riesca a sensibilizzare i cittadini benestanti a donare quei farmaci ancora validi e mai utilizzati o assunti in parte che possono essere utili per curare chi non può permetterseli.
E’ auspicabile, altresì, che tale rete possa allargarsi nei prossimi mesi, coniugando socialità e senso comunitario ed educando anche le nuove generazioni alla gratuità. Giuseppe Parente