Ue: un presidente dell’Eurogruppo a tempo pieno
 











Dal rifiuto da parte dell’Eliseo dei diktat Ue in materia di politica economica, il presidente francese François Hollande e il cancelliere tedesco Angela Merkel hanno chiesto la creazione di un capo dell’Eurogruppo a tempo pieno. L’idea è nata da un testo comune reso noto durante la visita della Merkel a Parigi.
“Siamo d’accordo perché vi siano più summit europei con un presidente a tempo pieno dell’Eurogruppo”, ha dichiarato Hollande, con al suo fianco il cancelliere in visita all’Eliseo. L’attuale presidente dell’Eurogruppo, che riunisce i ministri dell’Economia e delle Finanze degli Stati che adottano l’euro, è il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem.
Nel documento divulgato alla fine dell’incontro si afferma la necessità che, dopo le elezioni europee del 2014 si sostenga la nascita di “un presidente a tempo pieno per l’Eurogruppo dei ministri delle Finanze basandosi su risorse più ampie”. Si chiedono inoltre vertici
dell’Eurozona più frequenti; un “fondo specifico per la zona euro”, accanto al bilancio generale dell’Unione europea, e nuove “strutture” nell’Europarlamento per sorvegliare la moneta unica a livello di governance economica. Nel documento si chiede inoltre che i Paesi della zona euro debbano firmare contratti vincolanti sulla riforma economica con le istituzioni europee. A cui si aggiunge tutta una serie di concessioni alla risoluzione di problemi prettamente francesi. Si dice che un nuovo meccanismo di risoluzione per le banche fallite “deve essere stabilito sulla base degli attuali Trattati [dell’Unione]”. Nel rapporto viene chiesta anche una cifra pari a 6 miliardi di euro da inserire nella spesa comunitaria per affrontare la disoccupazione giovanile nei primi due anni del bilancio 2014-2020 dell’Unione europea. Si afferma ancora che l’Ue deve coordinare la nascita di una serie di “piani per il salario minimo” allo scopo di mantenere i lavoratori disoccupati o che hanno perso il lavoro a non finire in povertà.
L’incontro ha cercato di far mostra di tutta una serie di buoni rapporti franco-tedeschi a seguito di una serie di disaccordi tra Francia e Germania, accaduti nei giorni scorsi. Per questo il capo dell’Eliseo, smorzando i toni, ha osservato: “Tutti dicono che non siamo d’accordo, il più delle volte siamo d’accordo ma ci sono delle sfumature, tuttavia [la stampa] enfatizza quelle sfumature...”. Le dichiarazioni della Merkel al contrario hanno mostrato che esistono delle divergenze tra i due Paesi e che queste permangono, comunque e nonostante i buoni propositi. Nelle leggi riguardanti la sicurezza del lavoro nel contesto francese, il cancelliere non ha mancato di precisare con un tono critico: “Abbiamo riformato i nostri mercati del lavoro ... Abbiamo inserito la flessibilità nel diritto del lavoro? È meglio per un giovane avere un lavoro con una certa flessibilità? Oppure restare senza lavoro?”. Una pessima decisione che ha portato alla
precarizzazione del mercato del lavoro e ad una diminuzione degli stipendi.
Hollande aveva detto mercoledì scorso a Bruxelles di non avere alcun diritto a “dettare” le riforme economiche. Il capo dell’Eliseo ha osservato il giorno dopo che “nulla è tabù. Saranno realizzate tutte le riforme che devono essere fatte” per il bene dell’Ue e del suo Paese. In qualche modo cambiando versione rispetto a 24 ore prima. Ma ha aggiunto – a ragione – che “i dettagli, le procedure e il modo di procedere su questa linea sono di responsabilità del governo e dello Stato, altrimenti non ci sarebbe la sovranità nazionale”.
Alcune persone di rango sempre del partito del cancelliere, la Cdu, sono state molto più dure rispetto alle dichiarazioni rilasciate dalla stessa Merkel a Parigi.
Il vice presidente della Cdu Andreas Schockenhoff ha dichiarato ai media tedeschi che l’atteggiamento di Hollande: “Contraddice lo spirito e la lettera degli accordi e dei Trattati europei. Qualcuno sostiene che sta
scuotendo le fondamenta dell’Unione europea”. Non contento di quanto affermato in precedenza ha aggiunto che “la grave reazione di Hollande presenta un notevole grado di disperazione che, un anno dopo l’arrivo al potere, il suo governo non ha ancora trovato risposte efficaci ai problemi economici e fiscali del loro Paese”.
Un portavoce della Cdu, Michael Fuchs, ha rincarato la dose: “E’ l’Unione europea a livello di governo che non può funzionare quando un grande Paese come la Francia sostiene che può fare quello che vuole”. Del resto i tedeschi non vivono la crisi che sta colpendo anche la Francia in questi ultimi mesi a causa dell’austerità e della recessione, di cui proprio la Germania è stata sempre a favore in particolare nell’imporre ai governi nazionali europei il risparmio sul debito pubblico e sul deficit di bilancio. Andrea Perrone